“Non festeggiamo il trionfo della morte, ma il successo della vita”
“Il 2 Novembre, cari fedeli, evitate ogni forma di superstizione”: lo dice don Giuseppe Mastrandrea, cappellano dell chiesa Madre del cimitero monumentale di Bari. Della festa del due Novembre parliamo con lui.
Don Peppino, qual è il senso di questa ricorrenza nell’ottica del credente?
“Ricordare degnamente chi ci ha preceduto. Questa festa ha origini molto antiche nel tempo, la celebravano di fatto i primi cristiani seppellendo nelle catacombe e dando adeguato culto, poi è arrivata ai giorni nostri e la liturgia della chiesa cattolica la ha assimilata di fatto in continuità a quella di Tutti i Santi del primo Novembre”
Il cattolicesimo non ha il culto dei morti…
“La chiesa celebra i vivi, mai i morti, siamo la chiesa della luce e non delle tenebre. Non festeggiamo il trionfo della morte, ma il successo della vita, ricordando che coloro i quali sono sepolti nel campo benedetto, santo, un giorno risorgeranno unendo o riunendo l’anima al corpo, la resurrezione della carne, appunto. La vita, lo ricorda la liturgia con saggezza, non ci viene tolta, ma solo trasformata”
Talvolta vediamo sulle tombe un eccesso, persino pacchiano, di fiori, maggior sobrietà…
“Indubbiamente occorre maggior sobrietà. Certe persone, magari ingenue, credono che un eccesso di fiori o la celebrazione della messa votiva nel giorno rigoroso del compleanno assicurino vantaggi al morto. Niente di tutto questo, basta la preghiera. La messa sta bene, ma non deve necessariamente cadere nel giorno del compleanno o anniversario della morte. Il Signore non bada a questo”
La visita ai cimiteri fa ottenere l’indulgenza prevista…
“La visita al camposanto il due Novembre, associata alle altre pratiche, fa lucrare l’indulgenza. Tuttavia, non è strettamente necessario il due Novembre, basta l’ottavario e se uno non ha morti propri da visitare, vada anche a compiere atti di pietà nei riguardi altri defunti”
In occasione di questa festa, il vescovo di Bari celebra al camposanto monumentale messa solenne e poi la benedizione delle tombe. Lo stesso rito si ripete dopo al sacrario militare.
Bruno Volpe
Pubblicato il 30 Ottobre 2015