Cultura e Spettacoli

“Non mi pento di amare”

Pedagogista per una vita (ha insegnato Storia e Filosofia concludendo la carriera come Dirigente Scolastico), Michele Giorgio ha un lontano precedente poetico : ‘Poesie’ (Gabrieli, 1970). Dopo una serie di più recenti pubblicazioni aperte alla Storia e al tema morale, Giorgio è appena tornato alla poesia con ‘Non mi sconfiggerà la morte’ (Tabula fati – Collana Poeti La Vallisa diretta da Daniele Giancane). Riflessioni espresse in versi, così l’autore definisce la sua ultima silloge, settantatre liriche che trasudano amore verso Dio, il prossimo e il creato. Affatto distante dal quotidiano (è stato anche Consigliere e Assessore presso il Comune di Bitonto), dolorosamente attento a quanto accade in Medioriente e terzo-quarto mondo, Giorgio cerca di reagire ad un legittimo sgomento : Questo mondo “devitalizzato” e “saturo di parole” che si agita “nel nome del Dio oscuro” richiede “un supplemento d’animo” al credente che con la ragione voglia “umiliare l’istinto”. Sotto “un pianto di bombe” i nemici dell’umanità “hanno globalizzato la paura” gettando miliardi di individui nella disperazione (che “sottrae mordente all’azione”). Ugualmente, “non mi pento di amare”, professa Michele Giorgio. Chi è Michele Giorgio, dunque, un povero illuso, un idealista perdente? Semplicemente, è un Uomo (specie in via d’estinzione a dispetto di un pianeta sovrappopolato). Come tale, è un irriducibile dell’Amore, a modo suo un uomo in armi. Ma la sua arma è un ramoscello d’ulivo che sventola in mezzo al sibilare di pallottole. Missionario del culto dell’Infinito, egli invoca il Cielo con lo stesso candore di San Francesco, la tenerezza di Don Bosco, il trasporto umile di Madre Teresa. Qualche volta il suo dire dà di targa, di stele. E’allora ‘Non mi sconfiggerà la morte’ l’epigrafe di un mondo morto senza accorgersene oppure un vademecum per la convalescente umanità del terzo dopoguerra? Forse non è un caso che l’ultima lirica si intitoli ‘Resurrezione’. Il libro di Michele Giorgio ha visto la luce poco prima dei nefasti eventi di Parigi. Avesse egli tardato la pubblicazione di qualche mese sarebbe cambiato qualcosa ? Si può immaginare la silloge arricchita di qualche altra nota dolente e sapida, tuttavia il respiro dell’opera sarebbe rimasto inalterato, pensiamo. Perché anche quando ‘Non mi sconfiggerà la morte’ tocca il tema del volto cattivo dell’Islam (la strage di Nassirya, Bin Laden, Saddam, i miliziani Isis che devastano patrimoni archeologici…) la voce di Giorgio non si leva ad invocare il biblico occhio per occhio : “S’indigna con te / il Dio di Abramo / che ti ama comunque / e ti riserva perdono”.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 26 Novembre 2015

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