Non sempre manda di buono l’acqua di colonia
La percezione degli extracomunitari come ‘invasori’ si rafforza nell’uomo della strada quando lo straniero è di colore. Una percezione che è frutto d’ignoranza in primo luogo e, in secondo luogo, di un approccio superficiale alla notizia. Ora, quando consumata frettolosamente, l’informazione – che non sempre è affidabile – conduce a conclusioni sbrigative e/o false. Sicché, facendo di tante erbe un fascio solo, pretendiamo di conoscere senegalesi, ivoriani, camerunensi, nigeriani… In realtà sappiamo niente. Le (poche) idee che si possono avere in proposito attingono da un campionario di stereotipi entrati a far parte del dna culturale nazionale – e mai sradicati per volontà negazionista – a seguito della nostra breve esperienza espansionistica in Africa. Per una sessantina d’anni anche il Regno d’Italia ha avuto le sue colonia (addirittura per un lustro il nostro penultimo re ha potuto fregiarsi del titolo d’imperatore). Sessant’anni nel corso dei quali, appresa subito la lezione dei peggiori maestri, ci siamo distinti in repressioni, stermini e campagne razziali. Prodezze negate da una storiografia compiacente e incline a propagandare il mito degli ‘Italiani brava gente’ (titolo di un film girato da Giuseppe Masellis negli anni sessanta). Ma il mito dell’italiano bonaccione, tutto pizza e mandolino è ora oggetto di demolizione a misura che documenti vengono desecretati. Rientra in questo diverso approccio culturale un incisivo spettacolo andato in scena al Nuovo Abeliano nell’ambito della stagione di prosa di Teatri di Bari (rassegna To The Theatre). Di e con Elvira Frosini e Daniele Timpano, ‘Acqua di colonia’ è spettacolo agilissimo, che fra oggetti di scena, costumi e disegno luci si può dire si avvalga quasi di nulla. Tutto ricade sull’intelligenza del testo e sulla capacità misurata di stare in scena dei due interpreti. La denuncia di Frosini e Timpano non contempla sconti (a farne le spese è anche il pensiero radical-chic), tuttavia si svolge senza un filo di acredine, senza un punto esclamativo, anzi con leggerezza, seppur venata d’amaro. Ironici più che polemici o caustici, i due bravi interpreti ricorrono all’arma del sorriso per migliorare costumi. Riescono nel loro intento mettendo in essere una serie di gag che rendono lo spettacolo vario e gradevole. – Prossimo appuntamento al Nuovo Abeliano : 24, 25 e 26 novembre con ‘Peccati’, con Vito Signorile e Antonio Stornaiolo (rassegna Events). Per la stagione di Teatri di Bari, invece, al Kismet sarà in cartellone ‘A sciuqué’ (Malmand e I nuovi Scalzi), con Adelaide Di Bitonto, Giuseppe Innocente, Igor Petrotto, Francesco Zaccaro Ivano Picciallo (di quest’ultimo la regia).
Italo Interesse
Pubblicato il 21 Novembre 2017