Cultura e Spettacoli

Non sempre si torna polvere

E’ di qualche giorno fa la notizia che nel cimitero di San Donaci, un piccolo centro del brindisino, i necrofori hanno fatto una scoperta inquietante : Per motivi ancora da accertare salme inumate da lungo tempo sono andate incontro a forme di decomposizione anomala, ovvero si presentano pressoché intatte per effetto di saponificazione o di mummificazione. Il fenomeno, quest’anno, ha riguardato quaranta casi su sessanta (il che crea, tra l’altro, imbarazzanti problemi pratici, perché se le fosse non si liberano e quei poveri resti non possono essere traslati negli ossari, l’Amministrazione si trova nella necessità di affrontare la spesa relativa all’allargamento del campo santo). Ad infittire il mistero c’è che quanto si verifica a San Donaci non si verifica nei centri vicini. Parlare perciò di particolari condizioni ambientali non è esaustivo. Tanto naturalmente ha acceso le fantasie dei necrofili, lesti a parlare di segreti tenebrosi, di ‘segni’ legati al 20 dicembre prossimo… Lasciamo questi deliri e torniamo all’interrogativo di partenza : che sta succedendo a San Donaci? Una cosa è certa, certe cose non sono rare. Per esempio a Urbania, nelle Marche, la Chiesa dei Morti custodisce alcuni corpi ben conservati di persone morte tra il Seicento e il Settecento. Ma ciò vale pure per altri cimiteri di Puglia. Possiamo testimoniare di aver visto una ventina d’anni fa nella cripta della cappella del cimitero di Carovigno diverse decine di salme mummificate spontaneamente e là abbandonate da lunghissimo tempo non sapendo l’Autorità competente che partito prendere. Che fare in questi casi? I cinici suggeriscono di trovare dove esporre queste povere spoglie e farne ragione di attrazione. Certe cose in effetti ‘tirano’ ; basti considerare il ‘successo’ di pubblico che incontra la Cripta delle Mummie a Oria dove l’accesso è legato al pagamento di un piccolo ticket (precisiamo che queste salme, tutte appartenenti a membri dell’antichissima Confraternita della Morte, si sono conservate per intervento di mummificatori e dietro volontà espressa dagli interessati al momento dell’ingresso in quell’associazione religiosa). Gli spiriti pietosi, invece, suggeriscono una soluzione più decorosa : cremare. A pensarci bene, è la soluzione migliore in assoluto. Cremare vuol dire scansare lo squallore del disseppellimento, abbattere la greve spesa della morte di un buon 50%, assicurare all’estinto il riposo nel luogo prediletto ; cosa non sempre possibile, stante il sovraffollamento dei cimiteri delle grandi città (a Bari è rimasto così poco spazio che bisogna ‘migrare’ nelle frazioni se non addirittura in provincia).
Italo Interesse


Pubblicato il 1 Febbraio 2012

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