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Non servono solo più palazzi ma anche più giudici per amministrare la giustizia barese

Nel capoluogo pugliese per una rapida e più efficiente amministrazione della Giustizia non occorrono soltanto strutture più adeguate alle necessità del Distretto barese, ma anche più magistrati. Ed è questo l’appello che giudici e avvocati baresi hanno fatto al ministro
della Giustizia, Alfonso Bonafede del M5s, nel corso di un convegno svoltosi ieri a Bari, per denunciare “la grave situazione di criticità strutturale e le condizioni di forte precarietà in cui si amministra la giustizia nel Distretto barese, ed organizzato dall’Ordine degli avvocati della Provincia di Bari, dalla Giunta dell’Anm (Associazione nazionale magistrati) di Bari e dal Gruppo barese di Magistratura indipendente. Infatti, la richiesta urgente e pressante di tutti operatori locali dell’apparato giudiziario al Ministero è di avere più magistrati in organico per il distretto della Corte di Appello di Bari, che comprende le Procure e i Tribunali di Bari, Trani e Foggia, e di “proseguire con maggiore efficacia e tempestività il già intrapreso percorso per la realizzazione del cosiddetto Polo unico della giustizia barese nell’area delle ex Casermette”. Bari, pur avendo un bacino di popolazione, e dunque di potenziale utenza, più alto di Palermo, Catania e Genova, ha un numero di giudici nettamente inferiore. Infatti, sviscerando un po’ di dati emerge che nel capoluogo pugliese sono presenti 88 giudici a fronte dei 125 di Palermo, dei 110 di Catania, dei 92 di Genova. Mentre il Tribunale di Foggia, che ha competenza su un bacino di popolazione maggiore di quello di Santa Maria Capua Vetere, ha un organico di giudici di Tribunale pari a 65, a fronte di 88 del secondo. Nel corso dell’incontro è stato anche sottolineato che l’ultima legge di bilancio ha previsto un aumento di 600 magistrati in tutta Italia, 520 dei quali destinati agli uffici di merito, che saranno ripartiti tra i vari distretti secondo criteri in corso di definizione. Pertanto, magistrati e avvocati baresi hanno chiesto che “nella futura allocazione delle risorse si tenga conto, oltre che dei dati demografici e dell’incidenza della presenza imprenditoriale e commerciale, anche dei dati statistici relativi alle pendenze per singolo magistrato, senza trascurare” che il distretto barese è “investito, come pochi altri nella nostra penisola, da una criminalità organizzata sempre più pervasiva, specie nel territorio foggiano”.  All’incontro di ieri mattina (ndr – per chi legge martedì), su esplicito invito degli organizzatori, hanno partecipato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, i sindaci di Bari e Andria, Antonio Decaro e Nicola Giorgino, il parlamentare barese del Pd Marco Lacarra, la consigliera comunale Irma Melini e i presidenti di Confindustria e Camera di Commercio, Domenico De Bartolomeo e Alessandro Ambrosi. Alle istituzioni e ai rappresentanti del mondo economico locale si è chiesta “un’azione sinergica” perché “un sistema giudiziario efficiente incrementa la competitività del territorio, potenziando la trasparenza dei comportamenti economici e aprendo investimenti delle imprese”. “Quali siano le ricadute di questa carenza di organico sulla funzionalità del servizio giustizia è facilmente immaginabile” – ha affermato il presidente dell’Anm di Bari, Giuseppe Battista, che  continuando ha detto: “Quel che noi vogliamo far comprendere è che non è solo un problema degli addetti ai lavori, è un problema dei cittadini perché una giustizia che non funziona è una giustizia che non tutela i diritti dei cittadini, nonostante i magistrati baresi e foggiani siano tra i più produttivi di Italia e d’Europa.” Il presidente dell’Ordine degli avvocati, Giovanni Stefanì, invece ha evidenziato che “allo spezzatino delle sedi giudiziarie, ormai nota come criticità nel nostro territorio, si aggiunge anche quella della grave inadeguatezza degli organici dei magistrati”. Per cui “è impossibile – ha sottolineato Stefanì – soddisfare la richiesta di giustizia se non si hanno le risorse umane sufficienti”. Situazione, questa, che per il presidente del Tribunale di Bari, Domenico De Facendis, “è non dignitosa” per una funzione primaria dello Stato, qual è per l’appunto l’amministrazione della Giustizia. Anche per rappresentante di ‘Magistratura indipendente’, Salvatore Casciaro, occorre “una maggiore attenzione a questo territorio” da parte del Governo centrale sia per i problemi dell’edilizia giudiziaria che per quelli delle risorse umane legate alla funzionalità della complessa macchina dei Tribunali, delle Procure e della Corte d’Appello presente del distretto giudiziario barese. All’incontro è intervenuto anche il Primo cittadino barese, Decaro, che sul Polo unico della giustizia a Bari ha affermato: “Ho scritto una lettera al ministro Bonafede e ho incontrato personalmente il Direttore generale (ndr – del ministero della Giustizia), e spero di ricevere una risposta nei prossimi giorni, altrimenti credo di avere il dovere di assumere anche una posizione, una iniziativa anche eclatante nei confronti del Ministero”. Il riferimento del sindaco Decaro è chiaramente alla proposta del Comune di realizzare al quartiere Carrassi, sulle aree dell’ex caserme Milano e Capozzi, una “Cittadella della Giustizia”, in precedenza negata per – sempre dal Comune – all’impresa Pizzarotti di Parma, su un’area nei pressi dello stadio “San Nicola”, con la motivazione che per Bari era meglio mantenere, per ragioni di ordine socio-economiche ma anche culturali, un “Arcipelago giudiziario” nello storico quartiere Libertà. Dove – come è noto – già esiste da cinquant’anni il Palazzo di Giustizia di piazza Enrico De Nicola e dove, a qualche centinaio di metri di distanza, ci sono delle aree libere sulle quali si potrebbe realizzare un secondo Palazzo di Giustizia, per il quali il Comune di Bari ha già effettuato uno studio di fattibilità e speso ben sei milioni di Euro in parcelle, per un progetto esecutivo mai avviato. Ma chissà perché, nonostante la necessità di avere a Bari un’ulteriore e nuova struttura giudiziaria con urgenza, da qualche anno l’Amministrazione Decaro ha proposto la realizzazione di un Polo unico giudiziario in un diverso quartiere (marginale) della città, sconfessando tutto ciò che in precedenza il Comune stesso aveva sostenuto per contrastare il progetto della Pizzarotti, al fine di conservare gli Uffici giudiziari nello storico e semicentrale quartiere Libertà. Però, stranamente il sindaco Decaro continua ad insistere per un nuovo “mega Polo giudiziario” al quartiere Carrassi e di cui, al momento, non si sa alcunché neppure di un più volte paventato “Studio di fattibilità”, previsto dal protocollo tra Comune e Ministero e firmato a Roma il 25 gennaio del 2018dal sindaco Decaro e dall’allora ministro di Giustizia, Andrea Orlando, e da cui (ci si augura!) possano almeno emergere con chiarezza i motivi per cui l’Amministrazione barese intende letteralmente “buttare a mare” ben sei milioni di euro di denaro pubblico già speso, per propendere per una soluzione non certo immediata dell’edilizia giudiziaria cittadina, che in precedenza è stata avversata (da ultimo con successo alla Corte europea) per oltre un decennio. Ma, in questo caso, per il sindaco Decaro la lingua continua a battere dove il dente, forse, più duole.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 19 Febbraio 2019

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