Cronaca

Non si placa la rabbia dei docenti sballottati come pacchi

Sono sempre sul pezzo, come si dice, i rappresentanti dei docenti “Nastrini Rossi”, per capire bene gli sviluppi della vertenza in seguito all’accordo politico per la mobilità, specie dopo una serie di dichiarazioni e commenti successivi all’accordo stesso. E allora, per i docenti trasferiti d’imperio su cattedre che distano migliaia di chilometri da casa e famiglia, prima di tutto bisogna capire quale sarà l’entità numerica e precisa dei posti autorizzati dal MEF e trasformati in organico di diritto. Facendo un’ipotesi  ottimistica di un totale di 30mila posti (tra quelli trasformati e quelli che comunque il MIUR di suo avrà da destinare comunque all’organico dell’autonomia) alla mobilità territoriale ne andrebbero 9mila. Pochi?, molti? <>, chiarisce Francesca Marsico. In effetti i 25 mila docenti che il movimento rappresenta sono tutti del sud e reclamano a gran voce che il problema venga compreso per quello che è: un esodo improvviso, improvvido e forzato di lavoratori, ma soprattutto lavoratrici madri dal meridione verso il nord; in luoghi in cui sono presenti cattedre che andavano necessariamente coperte perché rese stabili per il piano di assunzioni straordinario della L.107, quando al Sud non è accaduta la stessa cosa. Eppure i posti nelle province di Puglia, Basilicata, Campania, Sicilia, Calabria e dell’Abruzzo, ci sono. <>. Insomma, rieccoci di fronte alla necessità della misura delle assegnazioni provvisorie per poter vedere attenuati i disagi di chi, con 1300 euro di stipendio mensile, si trova a vivere lontanissimo da casa. Molti dei docenti dei nastrini rossi dall’anno scorso stanno vivendo in grande difficoltà. Bisogna dire le cose come stanno: i vari prof non sono affatto rientrati tutti con le assegnazioni provvisorie e, laddove invece esse sono state accordate, certamente non sono stati sottratti posti ai docenti precari. Per verificare la veridicità di queste affermazioni basta vedere i verbali delle convocazioni per gli incarichi a tempo determinato in molte province del sud. Si cercano disperatamente docenti anche per le scuole del Sud! Eppure, come sanno bene gli addetti ai lavori, i posti ci sono per tutti! Le assegnazioni provvisorie sono un diritto da sempre esistito nella P.A. al fine di ricongiungersi al nucleo familiare nel proprio luogo di residenza e i docenti impegnati in questa vertenza, tutti residenti nel Mezzogiorno, chiedono che questo diritto possa essere esercitato da tutti anche nel futuro anno scolastico. <>, rimarca la prof.ssa Marsico. Anche gli eventuali ricorsi alla giustizia contro queste ingiustizie, passi il bisticcio di parole, sarebbe un’ulteriore vessazione per chi sta lottando solo al fine di ripristinare equità in una categoria da troppo tempo bistrattata e divisa. Nessun insegnante, per concludere, può ritenersi tranquillo con insegnanti ‘immobilizzati’ nelle cattedre del Nord: quando una parte di lavoratori di una stessa categoria è stata così facilmente privata di diritti (che ora paiono quasi privilegi) nessuno che può stare tranquillo. Per questo e per molti altri motivi i docenti ‘con le valige in mano’ non si fermeranno mai e poi mai dinanzi a soprusi, angherie e ingiustizie…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 4 Gennaio 2017

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