Non si placano le proteste dei palesini per la pista ciclabile inutile e pericolosa
Non si placano le proteste e le indignazioni dei residenti della zona 167 di Palese per la pista ciclabile realizzata sul prolungamento di corso Vittorio Emanuele, nel tratto compreso tra piazza Capitaneo e l’incrocio con via Pier Paolo Pasolini. Un’ottantina di metri circa di lunghezza di una mini pista ciclabile a doppio senso di marcia, che è verosimilmente pericolosa per chi dovrà soprattutto imboccarla provenendo da viale Leonardo Del Turco verso piazza Capitaneo, oltre che sicuramente più “ridicola” di quella realizzata a Bari, in corso Mazzini e corso della Carboneria. Infatti, i residenti della zona da più di trent’anni, ossia da quando è sorto a metà degli anni Ottanta del secolo scorso quel nuovo complesso immobiliare della 167, ma anche moltissimi automobilisti locali (che dal 2009, quando sono state realizzate le rampe di accesso alla Sp 91 bis, percorrono quel tratto di strada per utilizzare la Sp come cavalcavia dei passaggi a livello di Rfi) speravano che il Comune di Bari allargasse il prolungamento di corso Vittorio Emanuele, portandolo alla stessa carreggiata di viale Del Turc, che si estende subito dopo. Invece no, il Comune non solo in oltre un trentennio non si è mai preoccupato di eliminare quell’imbuto viario della zona 167, espropriando i pochi metri quadrati di suolo privato necessari ad allargare la strada, ma anche ora (che un’impresa edile locale sta costruendo degli edifici residenziali sulla più ampia porzione di suolo che tra piazza Capitaneo e via Pasolini fiancheggia il tratto in questione di corso Vittorio Emanuele e, per ragioni urbanistiche, si è dovuta allineare con il muro di recinzione agli edifici in corso di realizzo a quello delle palazzine esistenti su viale del Turco) l’Amministrazione barese ha ritenuto di dover allargare quel tratto stradale tanto trafficato, per renderlo non solo più scorrevole, ma anche più sicuro a chi lo percorre. Eliminando così una sorta di imbuto stradale che esiste da più di trent’anni e accontentando a Palese quanti da tempo auspicavano la risoluzione di detto problema. Ma ciò che è ancor più assurdo e paradossale per tutti coloro che ultimamente sono rimasti delusi dalla realizzazione di una mini pista ciclabile pericolosa e forse anche inutile, è che ora quel tratto di via cittadina, con la costruzione del marciapiede e, in aderenza alla pista ciclabile, anche di alcune aiuole di delimitazione con la carreggiata stradale, risulta addirittura in qualche punto più stretto di quanto non fosse già in precedenza. Ossia a prima della cessione gratuita al Comune della porzione di suolo lasciata in arretramento dall’impresa costruttrice del complesso residenziale in via di realizzo e la cui recinzione è perfettamente in linea con quelle esistenti sul proseguimento di quella stessa strada, che dall’incrocio con via Pasolini assume per l’appunto la denominazione di “via Del Turco”. Un restringimento che forse ha financo reso non più a norma l’attuale circolazione a doppio senso di marcia dei veicoli su quel tratto. Infatti, non a caso alcuni di coloro che protestano hanno definito sui social come “una pagliacciata” quanto fatto realizzare recentemente a Palese dal Comune di Bari su quel tratto del corso da cui si accede alla zona 167. Ancor più duri i giudizi espressi nei confronti dell’Amministrazione barese (e in qualche caso anche nei confronti del locale Municipio di decentramento amministrativo) da qualcun’altro in taluni post riportati sempre sui social. Per fortuna, però, l’attività di completamento della mini pista ciclabile e delle aiuole su quel tratto di strada dagli inizi di Giugno è sospesa. Ossia da quando sono cominciate le “violente” critiche e proteste di molti palesini su Facebook. E qualche politico locale evidentemente ha segnalato il “caso” ai competenti Uffici al Traffico ed ai Lavori pubblici del Comune. Segnalazione che – stante a quanto ci è stato riferito – ha sicuramente “svegliato” sia il massimo responsabile tecnico al ramo del Comune, l’ingegner Claudio Laricchia, che quello della delega politica nell’amministrazione Decaro, l’assessore Giuseppe Galasso, che nelle scorse settimane si sono recati in loco a constatare “de visu” il problema. “Ma finora – ha esclamato un residente della 167 – nulla di più!” Infatti, tranne alcune dichiarazioni rilasciate dall’assessore Galasso e dal presidente del V Municipio, Gianni Moretti, non si sa praticamente nulla di cosa le competenti Autorità comunali baresi abbiano deciso di fare su quel tratto di via palesina. L’assessore Galasso ha rassicurato i cittadini dichiarando: “Siamo pronti a esaminare un nuovo progetto”. Mentre il presidente Moretti ha più volte ribadito che “Il Municipio deve essere parte attiva del confronto”. Però, dopo tali dichiarazioni in molti, tra coloro della zona 167 di Palese che protestano per la “scandalosa” mini pista ciclabile, si sono chiesti: “Chi deve materialmente presentare un nuovo progetto (ndr –in variante) a quanto già previsto e verosimilmente imposto dal Comune, in sede di rilascio del Pdc (ndr – Permesso di costruire) all’impresa?” Infatti, la porzione di suolo su cui sono già stati realizzati il marciapiede, la pista ciclabile e le aiuole, è in effetti già del Comune di Bari, e quindi di proprietà pubblica, perché l’impresa l’ha ceduta per poter ritirare il Pdc. Ma non c’è solo questo rilevo. Infatti, l’impresa che sta realizzando le opere di urbanizzazione previste dal Pdl (ndr – Progetto di lottizzazione) di quell’area (la stessa che ha ceduto il suolo al Comune e che sta costruendo i nuovi edifici) sta intervenendo verosimilmente in nome e per conto del Comune stesso, che in sede di convenzione ha delegato la stessa ad effettuare le opere di urbanizzazione previste nel progetto di lottizzazione, scomputandogli prevedibilmente dagli oneri di costruzione il relativo costo delle opere spettanti al Comune. Quindi, si chiedono stupiti e, forse, anche incuriositi alcuni cittadini: “Chi deve provvedere a variare le opere in corso su un’area che è già pubblica?” Anche “sorprendente” e forse pure un po’ “strampalata” – per gli stessi cittadini – è la richiesta “di partecipazione al confronto” del presidente del V Municipio. Infatti, ha esclamato qualcuno: “Ma quale confronto…! Il Municipio è l’istituzione comunale territoriale che per prima dovrebbe indicare la miglior soluzione da adottare, oltre che andare incontro alle esigenze dei cittadini!”. Sottolineando invece che anche dal Municipio di Palese e Santo Spirito si sono forse “svegliati” solo quando la protesta ha assunto, in loco e sui social, dimensioni plateali. Infatti, a dar forza alla protesta per quella mini pista ciclabile inutile e pericolosa di Palese è intervenuta, attraverso la stampa locale, anche la rappresentante (ndr – Rosa Petruzzelli) di un’Associazione di Santo Spirito denominata: “Il lungomare che vogliamo”. Ed anche se, in realtà, sia il mare che Santo Spirito sono un po’ distanti dalla zona 167 di Palese, tale intervento non è dispiaciuto a chi invece si aspettava più sostegno alla protesta da associazioni e comitati civici palesini che, pur condividendo le rimostranze, finora sono stati silenti o, peggio, latitanti. “Ma probabilmente – ha commentato qualche palesino – a queste ultime non interessa la prossima campagna elettorale, ma l’effettiva eliminazione della pista ciclabile e delle aiuole da quel tratto di strada, il cui ampliamento a Palese – come è noto – è atteso da oltre trent’anni!” Ed il nodo principale della questione al Comune, forse, è proprio questo. Infatti, secondo qualche bene informato, a Bari per quel tratto di via hanno ancora le idee un po’ confuse sul da farsi. E l’unica certezza potrebbe essere proprio quella di voler comunque realizzare gli 80 metri circa di pista ciclabile prevista nei precedenti progetti. E, cioè, è esattamente quello che non vuole la stragrande maggioranza dei residenti della 167 di Palese. Ma, in verità, non sarebbe neppure la prima volta che il Comune di Bari “non realizza” nella ex frazione ciò che “serve e voglio” i cittadini.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 28 Giugno 2018