Non vedente sfrattata dalla figlia
Sfrattata dalla propria figlia, la signora Violante Rosaria – disabile non vedente – chiede aiuto alle istituzioni. “Voglio una casa, vi prego aiutatemi!”. Le pupille girano a vuoto: invano cercano di inquadrare un interlocutore molto curioso. “Voi giornalisti volete sapere sempre tutto… grazie, però, di essere venuti”. Come mai sua figlia ha deciso di sfrattarla? “Non lo so, è stato un capriccio”. Un ‘capriccio’, lo definisce mamma Rosaria; la realtà richiederebbe un appellativo meno amorevole. “Ho avuto diversi battibecchi con mia figlia. Lei vuole vendere la casa per far soldi… ha già affittato un altro appartamento di sua proprietà, a 800 euro, ed ora vuole vendere questo”. Un appartamento di soli 24 metri quadri, una stanza da letto, cucinino, bagno ed un “mini” soggiorno, “che quando apri la porta bisogna stringersi tutti a un lato per far passare le persone”. Come farà senza una casa? “Chiederò a mia figlia il permesso per continuare ad abitare qui… ho sempre pagato puntualmente tutte le rate dell’affitto. Spero, nel frattempo, che il Comune possa aiutarmi a trovare una sistemazione popolare. Prendo solo 800 euro di pensione e, tra affitto e medicine, mi rimane ben poco. Ho diritto ad avere un alloggio come disabile”. Ieri, giorno dello sfratto esecutivo, gli ufficiali giudiziari non si sono fatti vivi. Difficilmente sarebbero stati capaci di oltrepassare la barriera umana a protezione della casa di Rosaria. Un gruppo di disabili, famiglie sotto sfratto e senza tetto, guidati dal sindacato “Unione Inquilini”, hanno fatto ‘picchetto anti-sfratto’ al motto di “Diritto alla casa!”. A dare manforte all’iniziativa, giovani studenti, famigliari di disabili in gravi situazioni abitative ed economiche, una una donna che vive da mesi nello stabile occupato di via Beltrani, un’anziana volontaria, ed i coniugi Tempesta, la coppia di disabili in carrozzina che da 25 anni lotta per l’assegnazione di una casa popolare. Con megafoni e striscioni, disabili e gente comune, è intervenuta a rinforzare il picchetto. “Sono commossa – ha detto Rosaria in lacrime – grazie per il vostro sostegno”.
Mirko Misceo
Pubblicato il 30 Marzo 2011