Primo Piano

Nonostante i controlli è troppo facile far entrare di tutto nel carcere di Bari

Piove, governo ladro. Infatti, benchè splenda il sole, continua a cadere polvere bianca all’interno del carcere di Bari, visto che negli ultimi tempi, come rilevano gli agenti penitenziari baresi, sono ripresi i lanci dalle vie o dalle abitazioni ubicate nei pressi del penitenziario barese di pacchettini contenenti hashish, marijuana, cocaina e persino coltelli. <>. E non basta. Per Pilagatti sembra che sarebbe difficile individuare i lanciatori delle sostanze stupefacenti dalle parti di Corso Alcide De Gasperi, via Pogdora e dintorni, a causa del malfunzionamento delle telecamere interne ed esterne costate centinaia di migliaia si euro. Per questo –spiega ancora il sindacalista barese- si rende necessario  intensificare la vigilanza del muro di cinta in alcune occasioni sguarnito per carenza di personale di polizia penitenziaria, nonchè la riparazione dei sistemi di controllo>>. Facile dire che fino a quando ciò non avverrà, si renderebbe perlomeno necessario incrementare anche il pattugliamento delle altre forze di polizia intorno al carcere al fine evitare che la neve bianca continui a cadere all’interno carcere barese. In effetti la casa circondariale di Bari e la sua di droga non è una novità: la concentrazione di tossicodipendenti in carcere è molto elevata e costituisce un serio problema per gli operatori sociali che devono intervenire a gestire le situazioni più disperate: autolesionismo, Aids e sindromi da astinenza. La tossicodipendenza ha rappresentato, nel tempo, un fattore di cambiamento del carcere. La massiccia presenza di assuntori di droga negli istituti di pena ha richiesto la preparazione specifica degli operatori addetti, con particolare riguardo alla riqualificazione del personale di polizia penitenziaria. Come si ricorderà, infatti, un anno e mezzo fa furono arrestati un paio di agenti penitenziari proprio a Bari accusati di introdurre la droga nel carcere di corso De Gasperi, in cambio di regali di vario genere e prestazioni sessuali da parte di una escort. In particolare furono due gli agenti della polizia penitenziaria arrestati ed altri quattro sono indagati, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari che condusse anche all’arresto di due carcerati. Le indagini, condotte dalla sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Bari hanno in pratica scoperchiato una lunga serie di particolari sulla facilità con cui si introducono non solo sostanze stupefacenti, ma anche altri beni utili ai detenuti come cellulari e generi alimentari e compact disc.

 

 

Francesco De Martino 

 


Pubblicato il 20 Dicembre 2014

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio