Cultura e Spettacoli

Nostra Signora del Deserto

Su via Bruno Buozzi, poco prima del canale Lamasinata, sfocia l’affatto nota Strada Privata Deserto. Essa prende nome dall’omonima (degradata) masseria, al cui interno si apre una cappella, a suo tempo consacrata a Santa Maria del Deserto. Fu quest’ultimo culto a dare nome alla strada e non il fatto – come da qualcuno sostenuto in Rete – che la stessa strada scorresse all’interno di un territorio privo di verde e costruzioni. Quello della Madonna del Deserto è un culto ‘d’importazione’. Nel territorio di Millesimo, un piccolo centro in provincia di Savona, esiste una località detta Deserto (e ce n’è un’altra tra Illasi e Cellore a poca distanza dal lago di Garda). Dalla seconda metà del Settecento la stessa località è nota come Nostra Signora del Deserto, ciò a causa della presenza di un santuario mariano eretto tra il 1726 e il 1727 (il tempio fu completato nel 1878). Anticamente, dove oggi si leva il santuario sorgeva un essiccatoio per le castagne, proprietà della famiglia David. Sul muro esterno di questo essiccatoio il parroco Pietro Paolo David fece dipingere, si ignora da chi, un’immagine sacra della Madonna col Bambino. Tale immagine assunse tre diverse denominazioni : ‘Madonna del Garbazzo’, poiché accanto al seccatoio era presente una grossa buca – ‘garbo’ nel dialetto locale – dalla quale scaturisce una fontana ; Madonna delle Tre Fonti (a dispetto del nome, la località Deserto è ricca di sorgenti) e Madonna del Deserto. Secondo la tradizione popolare, nei pressi del seccatoio avvenne nel 1726 il primo miracolo attribuito alla Vergine. Si racconta di un viaggio che una donna intraprese con il proprio figlio – nato cieco – dal borgo natio di Finale (oggi Finale Ligure) verso Ceva per far visitare il figlio da un medico nell’ospedale della cittadina piemontese. Giunta nei pressi del seccatoio verso sera, la donna si fermò per riposare e rivolse all’immagine della Madonna dipinta sul muro la protezione per la prosecuzione del viaggio e, forse anche, la guarigione del figlio. Secondo la tradizione, il figlio il mattino seguente ottenne il dono della vista. A partire dal 1726 avvennero sullo stesso luogo, come raccontano alcuni scritti del parroco di Carcare, presunti miracoli attribuiti all’immagine di Nostra Signora del Deserto. Torniamo ora alle cose di casa nostra. La masseria in questione, oggi murata per difenderla dalle incursioni dei balordi che sono immancabili in tutte le zone degradate, ingloba una cappella a navata unica in cui sopravvive un affresco di era bizantina raffigurante, appunto, la Madonna del Deserto di Millesimo. Si può pensare che in epoca assai remota la cappella sia stata eretta in forma di ex voto da un beneficiato, forse un nuovo proprietario, che veniva dall’alta Italia.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 29 Gennaio 2022

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