Cultura e Spettacoli

Note d’ulivo e il gesto nobile

Il primo modello di pianoforte (il fortepiano) fu messo a punto in Italia da Bartolomeo Cristofori(1655-1732).Nonostante questo primato, che inizialmente fece dell’Italia il maggior produttore di pianoforti, il nostro paese è oggi è in coda a quella graduatoria. Nondimeno, quanto a qualità, riesce a tenere testa a colossi come Steinway, Boesendorfer, Bechstein, Petrov e Yamaha, senza contare le circa 150 fabbriche fiorite in Cina in questi ultimi dieci anni. Il che è merito di due imprese che lavorano a livello pressoché artigianale : la Luigi Borgato, a Lonigo in provincia di Vicenza, e la Fazioli, che ha sede a  Sacile (PN), in località Ronche. Se la Borgato produce non più di 4-5 pezzi l’anno, la Fazioli, che è strutturata in forma di s.p.a., arriva al centinaio, la maggior parte dei quali prende la via dell’estero, dove sono apprezzatissimi (appena il 5% dei ricavi viene da committenze italiane). La caratteristica che rende unica la Fazioli è la capacità dipersonalizzare lo strumento apportando modifiche nella forma, nelle superfici e nelle decorazioni. Ciò è reso possibile anche dall’avvalersi da una squadra di esperti composta da studiosi di acustica e di tecnologia del legno. A quest’ultimo proposito la Fazioli si è sempre distinta dalle ditte concorrenti per il fatto di adoperare preferibilmente l’abete rosso della Val di Fiemme, lo stesso legno che Stradivari usava per i suoi violini, in luogo dei consueti pioppo e faggio. Tuttavia, ancora su richiesta, la Fazioli può produrre pianoforti con legname alternativo, purché di qualità. E’ il caso del pezzo che le è stato commissionato da Classiche Forme, festival internazionale di musica da camera che si terrà quest’anno a Lecce dal 5 al 7 luglio : un pianoforte interamente in legno d’ulivo… La scelta può lasciare perplessi, stante la mediocre capacità di risonanza di questo tipo di legno, non certo paragonabile a quella dell’abete rosso o dell’acero. Essa tuttavia trova spiegazione nella seconda novità : Il 1° luglio, in apertura del suddetto Festival, tale pianoforte verrà suonato da Beatrice Rana, non all’interno di una sala da concerto, bensì di un uliveto di Gallipoli colpito dalla Xylella. Un gesto nobile e forte e che si commenta da solo. Colpita nell’elemento vegetale che più la rappresenta (lo stemma della Regione Puglia vede in primo piano una pianta d’ulivo), questa terra manifesta una rabbiosa capacità reattiva. Un gesto, però, viene da pensare, anche sottilmente polemico : permangono ancora seri dubbi circa la bontà delle radicali contromisure imposte per contrastare il flagello della Xylella. Come può suonare un pianoforte in legno d’ulivo? Sapremo. In ogni caso l’elemento tecnico qui scompare al cospetto di quello simbolico.

Italo Interesse


Pubblicato il 29 Giugno 2019

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio