Cultura e Spettacoli

Noterelle di un alieno incazzato (18)

Achtung al putto gigliato! In, quasi, 80 anni di Vita, non ho, mai, ascoltato e letto un’affermazione del genere: “I candidati li scelgo io!”. Non da mussolini, non da tutti i presunti ”leader” che, in oltre 70 anni di repubblichetta italiettina, si sono avvicendati alla visibilità di un popolicchio, quello italiettino, a dire il vero, profondamente, da essa distolto, non solo, dai problemi drammatici del suo quotidiano, “sed etiam”, dalle futilità indotte in esso dai ”media” e, poi, dai “social”, direttamente, e/o indirettamente, dal potere pseudopolitico e, irrefrenabilmente, economico gestiti. Comunque, quei problemi, in massima parte, derivavano e derivano a causa della diuturna distrazione della gente, cioè, degli illustri nessuno italiettini, dalla Politica; del suo disinteresse per Essa; della sua profonda impreparazione ad Essa, nonostante la scolarizzazione di massa nella quale lo stato ha investito non più di qualche soldino, dando l’illusione di Operare per la Liberazione delle masse dall’ignoranza, progettando, invece, una scuola (dal momento che non le poteva più tenere lontane, fisicamente, dagli istituti scolastici) che le mantenesse “ad aeternum” ignoranti. La Scuola dei Maestri Artigiani, spazzata via dalla mistificante scuola dell’obbligo a diventare delinquenti, quanto meno Insegnava un nobile Mestiere a coloro che non erano vocati a un serio, costante, rigoroso Impegno Scolastico e l’Educazione, secondo gli Intendimenti dei Padri e dell’Madri “d’antan”. Insomma, la più parte dei 60milioni di italiettini non hanno Voluto, Saputo essere Cittadini! Ecco, allora, come si trasforma una democrazia formale, per mezzo di percorsi, strumenti, regole, appunto, democratiche, in una dittatura sostanziale. Non si aboliscono le elezioni, che sono il viatico caratterizzante, distintivo della democrazia, ma si studiano e, in seguito, si promulgano leggi che, in maniera cogente, indicano: come, quando, perché votare, al corpo elettorale, anagraficamente, giudiziariamnente, attivo (per fedina penale, per cittadinanza, per età), non per Ricchezza Culturale, Profondità Mentale, Spirituale, che danno il 50% delle possibilità di vittoria all’aspirante dittatore (Chi ricorda la legge “acerbo” pro” mussolini?). L’altro 50% all’aspirante dittatore (ahh, dimenticavamo:”in pectore”, per carità!) è dato dalla facoltà, che circostanze coincidenti a suo favore gli consentono, di candidare e, quindi, di far eleggere ai seggi legislativi istituzionali i suoi famuli che, o per interesse personalissimo (stipendi di un certo spessore, vitalizi, gettoni di presenza e tanto altro dal punto di vista pecuniario, perfino, di prestigio sociale da sottobosco politico) o perché, irrazionalmente, sedotti dal suo carisma, si fa per dire, non si sognerebbero, affatto, nel corso di una o più legislature di dissentire dai “diktat” del capo che li ha, indegnamente, innalzati alla “dignità” dei cadreghini, attigui alla nenniana” stanza dei bottoni”, dove egli fa e disfa, grazie a loro. I dittatori, di solito preferiscono non smantellare gli organi, le funzioni formali della democrazia (augusto, anche, per l’antico alone di prestigio che, ancora, profondeva, non abolì il senato, ma egli sceglieva coloro che dovessero partecipare alle adunanze di esso, per “deliberare” ciò che egli aveva già deliberato per la continuità “sine die” del suo principato), in quanto è più facile, si corrono meno pericoli ad essere dittatori, democraticamente, che militarmente. Pur se le squadracce paramilitari o militari, moderatamente, “cum grano salis”, dei dittatori, addirittura, velati di simpatico buonismo, alla mano, incombono, ognora, tali “spade di damocle”, sulle teste dei servi. Renzi ha svelato i suoi piani, per ritornare, ancora, da “uomo solo al comando” a “palazzo ghigi”; ora sta al popolicchio italiettino denutrirsi del cibo tifaiolo per le squadre del suo c…lo; insonorizzarsi ché i ragli del vasco non lo intontiscano e soffermarsi sui mille giorni dello sgovernare del bulletto in cui ne ha combinate di tutti i colori. Ad esempio, ha usato la follia dei migranti nel rischiare la vita, che in molti hanno, letalmente, rischiata, per barattarla con i burocrati del vertice europeo: ”Voi mi permettete di oltrepassare i paletti, che avete imposto al nostro erario, sì che io abbia a disposizione qualche decina di miliardi da offrire in “bonus”(traduzione. “in elemosina”), tal piatto di lenticchie, a coloro che nella tornata elettorale delle “europee” mi daranno il 40% dei voti, da esibire ”coram populo”, come una greca di consenso, fascinosa pletora di lustrini, per poter, comodamente, vivacchiare a “palazzo”, e io permetterò a tutte le navi, che si avvicenderanno per salvare esseri umani dall’impietoso mare, di scaricarli nei nostri porti.” Inoltre, un autorevole giornale statunitense ha riferito che obama aveva avvisato ”palazzo chigi”, renzi inquilino, che numerose sarebbero state le responsabilità, addebitabili ai servizi segreti egiziani, sul sequestro, sulle torture, sulla morte di Giulio Regeni. Ma renzi, pur essendone stato informato da una fonte autorevole, avrebbe preferito assumere i comportamenti, gli atteggiamenti di tutte le tre scimmie: “Non vedere il male, non sentire il male, non parlare del male”. Pertanto: “Achtung o popolicchio italiettino, il putto pericoloso, senza alcun pudore, s’è fatto, ora, pienamente , riconoscere, “sed” tu hai, di volta in volta, interpretato una delle tre scimmie, permettendo a un inquieto senz’arte, né parte, né mestiere, al quale hai dato, irresponsabilmente, il potere, ché, democraticamente, fosse esercitato, mentre, in realtà, senza ombra di dubbio, è stato esercitato con lo stile di un capetto, “absolutus” da vincoli e freni, nel fare contro di te quel male, di cui non ti sei reso conto, chiudendo gli occhi, deliberatamente; tappandoti le orecchie, deliberatamente; evitando di parlarne, deliberatamente, per non essere costretto, finalmente, ad Usare la Ragione, il Pensiero, dopo aver evacuato gli assentimenti della pancia, ripiena degli esiti dal ”saver del coco”. Per Concludere e Precisare, Riepilogando. Rimuginavo stamane un concetto, frutto di una impressione, di una preoccupazione, di una valutazione, che ho avuto modo di partecipare più e più volte ai miei 25 Lettori: altro che democrazia la nostra repubblichetta italiettina! Tra governatori delle regioni, ducetti; tra sindaci e presidenti delle province (non tutti, MI pare, forniti di portafoglio), ducetti altrettali, la nostra esistenza è in mano, decisa da una miriade di mediocri, i quali,”tamen”, fondano il loro potere decisionale, senza alcun bilanciamento da parte di altri poteri, sul consenso di servi, da loro scelti, a far parte del loro “cerchio magico”, grazie a loro eletti a sedersi sugli scranni istituzionali, ché stendano in alto il ditino, atteggiato, ognora, al “sì” “pro i diktat” del loro signore. Pertanto, Ripeto, gli italiettini stiano attenti: il putto gigliato, senza pudiche remore, senza vergogna, con la improntitudine di chi è senza Fede, senza Ideali, senza Utopie,, ma, esclusivamente, spinto dall’arroganza dell’arrivista, ha ”coram populo” spiattellato i primi passi suoi per diventare il “sindaco”, ducetto dell’italietta. Nell’ ”incipit” di questo mio Scritto ho Riportato la sua scandalosa apostrofe a chi pretendesse, pretenda di porre i “cavalli di frisia” alla sua smodata, anticostituzionale brama di potere: ”I candidati del pd li scelgo io!”. Frase, ancora, più pericolosa in quanto pronunciata d’estate, quando i condòmini italiettini, essendo al mare a far brune o nere le chiappe chiare, non avrebbero potuto innalzare, presi da un improvviso, inusitato, inconscio, magari, conato di indignazione al cielo, milioni di edoardiane pernacchie a una siffatta bastardata del mocciosetto fiorentino. Per la verità, dall’unità dell’italietta gli italiettini non hanno fatto altro che andare o stare al mare (metafora: ”non sono fatti miei; chi se ne fotte; non ci capisco niente”, ed altre qualunquistiche vili, intellettualmente, pigre amenità), altrimenti, come si spiegherebbero le teste di rapa che li hanno governati, li governano, al centro e in periferia; a “palazzo chigi” o a “palazzo” di questa o quella regione, di questa o quella provincia, di questo o quel comune? E il dissesto etico, economico, ambientale? E il declino culturale? E l’incuria nei riguardi dei nostri Beni Culturali? Meriterebbero i cancelli a vita coloro che si sono macchiati della “culpa in eligendo”, promuovendo a posti, mansioni di responsabilità, incapaci di coordinare, perfino, la loro cervice con gli arti incentivanti i movimenti del loro corpo; della “culpa in vigilando”, per non essersi, mai, seriamente, preoccupati che in un palazzo di cosenza la copia della Prima Edizione a Stampa dell’Opera del Filosofo Bernardino Telesio: ”De rerum natura iuxta propria principia” e altre Opere dello Stesso avrebbero potuto correre l’alea della distruzione, della riduzione in cenere a causa di un incendio. E distruzione immane, riduzione in cenere fu.

 

 

L’obbligo scolastico fino ai 18 anni propone l’attuale ministressa del “miur”? Non fino ai 18 anni, ma per tutta la vita IO Proporrei per gli italiettini, se fosse la nostra scuola: l’ “Accademia” di Platone o il “Giardino” di Epicuro o la Scuola di Basilio Puoti in napoli, Frequentata da Francesco De Sanctis, Visitata dal Grande Giacomo, che, come Orfeo, Riusciva ad Ammansire le belve (gli imberbi, non rare volte, si comportano da belve e all’Apparizione, al di sotto della sobrietà, mettiamola così, del Genio, gli scolari del Puoti furono sul punto di principiare ad offrirGli infantili manifestazioni di belluinità) con la Sua Parola, non altro che Canto. O, infine, la Scuola Disegnata, Immaginata, Progettata da Antonio Gramsci, che, così, Argomentava: ”Si ha a che fare con dei ragazzetti, ai quali occorre far contrarre certe abitudini di diligenza, di esattezza, di compostezza fisica, di concentrazione psichica in determinati oggetti. Uno studioso di trenta – quarant’anni sarebbe capace di stare a tavolino sedici ore filate, se da bambino non avesse “coattivamente”, per “coercizione meccanica” assunto le abitudini psicofisiche conformi? Se si vogliono allevare anche degli studiosi, occorre incominciare da lì e occorre premere su tutti per avere quelle migliaia, o centinaia, o anche solo dozzine di studiosi di gran nerbo, di cui ogni civiltà ha bisogno”. Miei affezionati 25 Lettori, Gramsci Parla, ancora, alla suocera ché la nuora intenda? Non, quindi, una scuola effeminata la Sua, ma una Scuola, virilmente, Spartana, dove non ci fosse, non ci sia posto per lo sdolcinato, per il mellifluo, per l’innaturale adagio, captato da filippo neri: ”Bambini, state buoni, se potete”, ma la coazione, la coercizione in cui dovevano, devono essere coinvolti, a cui dovevano, devono essere sottoposti migliaia di rampolli, specialmente, quelli provenienti dalle classi popolari, da selezionare in poche “migliaia, o centinaia, o anche solo dozzine” ché la classe a cui appartenevano, appartengono i loro genitori, potesse, possa prendere l’ascensore sociale fino ad arrivare alla gestione del Potere, per il Rinnovamento dello Stato e della Società. La “Subliminalità” Gramsciana, Contenuta nel Brano, sopra, Trascritto, non era e, certamente, non è Indirizzata alla suocera, cioè, al Potere, ma alle Avanguardie Intellettuali delle classi popolari ché Pensassero, Pensino, Studiassero, Studino di Fornire le nuove generazioni di esse di quegli Strumenti Culturali che potevano, possono AcquisirSi con lo Studio per gli Studi. I cori, gli spettacolini, gli zecchini d’oro lasciamoli ai figli degli agnelli o dei marchionni, perché quelli, Direbbe Brecht, il loro “staus sociale” lo ereditarono, l’erediteranno, senza sforzo, impegno, dai loro genitori; erano i figli dei proletari, dei contadini, dei braccianti, sono i figli della piccola borghesia, del proletariato piccolo – borghesizzato che dovevano, devono Conquistarsi, purtroppo, con lacrime e sangue, uno “Status”, Capace di Diligente, Fattiva Partecipazione, Cambiamento, Rinnovamento alla/ della Vita dello Stato. Ordunque, poiché la scuola italiettina è diventata il luogo della irrevocabile dispersione della, quasi, totalità di tanti Cittadini Italiani “in nuce”, sarebbe molto meglio che un novello nazareno facesse Resuscitare i Maestri Artigiani “d’antan” (sterminati dalla vecchiaia, da morte naturale, dallo sfinimento causato da leggi dementi) e i nostri infanti, gramscianamente, costretti a Imparare un Mestiere a Bottega. La ministressa del “miur” bofonchia che per la crescita dell’italietta è necessario investire nel Sapere, non sapendo che dopo 8 anni di scuola dell’obbligo e tanti anni di scuola materna, i suoi pupilli vengono, “a gratis”, licenziati, praticamente, da analfabeti e gli stessi, dopo 5 anni di frequenza delle superiori, quando le frequentano, ma di pochi mesi di lezione in 5 anni, vengono, similmente, “a gratis”, forniti di maturità e diplomi, buoni o utili, come titoli, per farsi mandare, con le giuste raccomandazioni, a essere scannati in afghanistan o in iraq. Della scuola, o ministressa del “miur”, non lei o i suoi sodali, “more” damini e damine di carità, la più parte dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, ha/hanno il Diritto di Questionare, sebbene Coloro che, Amandola, ne hanno, da sempre, Individuato, “apertis verbis”, i mali, le carenze, la perfida progettualità del potere, che ha voluto di essa fare un diplomificio, raccattando docentucoli piccolo – borghesi, malati di papinismo e di mammismo, sì che, annualmente, abbandona ad un frustrante destino di fallimenti, provvisti di carta straccia, quintali di analfabeti e, ché tali, di Etica sprovvisti, politicamente, in ogni caso, sprovveduti. Così, si va, pure, a far benedire il Cambio Generazionale nella vita politica, ognora, più corrotta. Non cara ministressa del “miur”, Rivolgo a lei l’Apostrofe o, se vuole, l’Invettiva che Rivolsi a un ducetto del mio “borgo selvaggio”: ”Non tardi, per piacere, ad andare in convento!”.

 

Pietro Aretino, già detto Gaetano Avena


Pubblicato il 29 Agosto 2017

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