Cultura e Spettacoli

Noterelle di un alieno incazzato (4)

Forse, una buona notizia, finalmente! Insistenti “rumors”, provenienti da informati ambienti della “rai”, annunziano il probabile “addio” alla rete “3” di essa dell’abatino fabio fazio. Del resto il conduttore stesso ha alimentato le voci di un suo abbandono della “rai”, avendo inviato un ”twitter”(non so precisare a quale agenzia o fonte giornalistica) dal tono tracotante, perentorio: ”In qualunque posto mi troverò, sarò il produttore di me stesso”. Volgarmente, se lo meriterebbe, gli si potrebbe rispondere, tirando in ballo il solito, innocente genitale maschile, che non ha mai piacere di sentirsi invischiato nelle umane cambronnate. Regredendo, di “contra”, all’odiato, “politicamente, corretto”, gli faccio lo sconto di un ”Fiat voluntas tua”! IO MI Auguro che la “vox populi” trovi immediato riscontro  nella realtà: codesto signorino ha fatto più male che bene al “servizio pubblico” che  avrebbe Dovuto, Dovrebbe, non si Assumerà, plausibilmente, giammai, la Responsabilità di Elevare il Livello Culturale del popolicchio italiettino, Sollecitandolo a Levitare alla Idea della Bellezza, Imbandendo nei suoi programmi il “Cibo” che Sapesse, che Sappia di Contemplazione di Essa e di Sforzo, di Tentativo di CoglierNE l’Essenza. In quale modo, perché il fazio ha danneggiato la “rai” e il suo compito statutario di essere “servizio pubblico”? Di fatto, autonominandosi il “sacerdote della cultura media, se non dell’incultura”, specialmente, letteraria, cinematografica, musicale, facendola agli ignari considerare “La Cultura”; sentenziando la, quasi, non liceità che aspirassero a possedere altra cultura, che non fosse quella, da lui a loro ministrata. E’, pure vero, che il convento dell’attuale letteratura italiettina non passi molto da fare impazzire il Lettore, se non Tre Soli Nomi, che in questo momento MI Vengono in Mente: Roberto Calasso, Claudio Magris, Pietro Citati. Per il resto, strettamente, rientrante nell’ ”entourage” di fazio e da lui reclamizzato nel suo pretenzioso salotto ”Che tempo che fa”, “opere e giorni”, insomma, che, certamente, non sopravvivranno a coloro che le “incollarono” e li vissero, come le autobiografie di antonio cassano, di dino zoff, di ruud gullit, da arrigo sacchi appellato ”tubo nero”, per i non esigui centimetri del suo arnese procreativo. Ecco, tra il non poco altro, cosa, anche, s’apprende dalla “faziana tv”! Ricciotto Canudo nel Manifesto del 1921 “La nascita della settima arte” Definì il Cinema “la settima arte”, che insieme alle altre Arti avrebbe Dovuto Contribuire alla Elaborazione del Concetto di Arte, cioè il “Tutto” dal Quale Profluvia la Conoscenza del Divino. Inoltre, il Cinema nella contemporaneità ha Rilevato il diffuso Spazio del Racconto e dal Teatro l’Epifania della Commedia e della Tragedia. Eppure, ad onta degli Altissimi Compiti, Responsabilità Culturali, al Cinema Attribuiti dall’Intellettuale di gioia del colle, tranne qualche rara intervista ai Vincitori dell’ ”Oscar”, Sorrentino, Tornatore, fazio  nella sua trasmissione, a mia memoria, s’è, frequentemente, interessato di modesti registi, di modesti attori, del facile, volgare godimento di “cinepanettoni” o, quasi. “Per aspera sic itur ad astra”, Insegnarono Cicerone e, poi, Seneca, ma fazio, essendo stato baciato: dal successo con le non faticose o faticate imitazioni; da un pubblico di bocca buona e di niuna Pretesa  o Bisogno di Raffinatezza Spirituale, non conosce che le percorribilissime vie in discesa al brutto, al mediocre, al medio. Poiché scalatore si professa, saprà scalare le pietre, non le Aspre Complessità degli Animi e delle Menti che Intuirono, al di là della Siepe dei loro Umani Limiti, l’Infinito, in Cui per Loro Fu Dolce Naufragare e per gli Amanti delle Loro Opere. Per Rinascere! Negli anni impervi dei miei Insegnamenti nella non Scuola italiettina, come il popolicchio e la società italiettini sono non Popolo, non Società; come la repubblica italiettina  non è “Res Publica”(è, invece, “res pro paucis”o“res paucorum” o, meglio, “res pro amicis potentiae paucorum”); come la democrazia italiettina non è una “Civitas popular”, quando i miei scolari MI comunicavano di avere, addirittura, interessi sviscerati per la musica, IO, Sapendo in anticipo che non avevano altro ascoltato, se non la robaccia, mandata in onda dai “media”, pubblici e privati, radiofonici e televisivi, infastidito nei confronti di chi li aveva resi, razzisticamente, unidimensionali nei loro gusti musicali (???), Chiedevo loro se le loro ossessioni musicali (???) si limitassero, esclusivamente, al genere “pop”, al “rock” (il “rap” e il ”rapper”, in quel tempo, non avevano, ancora, inondato di “stronzate” la terra, il mare, il cielo; ora, per demerito degli “stonzi”, sono ascoltati in adorazione) o, se per caso, avessero Ascoltato una Sinfonia di Beethoven, un Notturno di Chopin, un’”Ouverture” di un Melodramma Lirico. E, su Mozart, li Interrogavo, insistentemente, con ansia: “Conoscete dove, quando, è Esistito” ? Mozart, come Leopardi, già da Vivi,  Dissolti nelle loro Creazioni che, Eterne, hanno Lambito, Lambiscono, Lambiranno la Perfezione. Mozart e Leopardi Sono in Esse, Assolutamente, Musica, Assolutamente, Poesia! Persino, non importa che i loro “Leib” (cioè, i loro Corpi Segnati dalla loro Genialità) non siano stati più trovati, che  nessun cimitero ospiti le loro Spoglie Mortali; se si guarda in alto l’azzurro  sono in una Nuvola le cui gocciole sono Vita, come le Note dell’Uno e le Sillabe dell’Altro. Ma le tenebre del brutto zittivano i miei scolari  con acredine nei miei confronti. Io Imputo a fazio di farsi consapevole terminale di una politica che, attraverso prodotti musicali medi (ad esempio: i beatles, bob dylan, david bowie, lucio dalla), mediocri, scadenti, renda catecumeni di essi masse, soprattutto, di giovani dall’arroganza pervicace di essere cultori di qualcosa che, pur, di discreta fattura non è, affatto, in grado di sottrarli al pantano della massificazione, ove, anche, l’illecito, il crimine ha il crisma del “sequel”, della serialità. Quanto sangue di giovanissimi fuori dalle discoteche per motivi banali, dopo essersi sfatti di alcol, di droghe; dopo essere stati “stonati” da disarmonie di suoni, se non di rumori, dentro di esse! In continuazione, da fazio vengono, domenicalmente, pubblicizzati con l’enfatico superlativo “bellissimo/a/i/e” banali canzonette  di “canticchiatori”(ad esempio: e. c. sheeran; jay kay degli jamiroquai) o di “band” (ladri/e di successi, carpiti agli ignari del ”Bello”) anglostatunitensi, anche per colpa del seminarista savonese, colonizzatori di migliaia e migliaia di  italiettini, non “a gratis”, “sed” a suon di euro dei, tra l’altro disoccupati, giovani indigeni della “periferia dell’impero” che, quasi, posseduti dal maligno, comprano i biglietti per assistere con atteggiamenti schizofrenici, isterici ai loro “concerti”(???) o per acquistare i loro “cd”, i loro “album”. Ahh, se Potesse Alzare la sua Nobile Cervice il Maestoso Pitagora (Samo, 570 a. c. – Metaponto, 495 a. c.), Colui che Individuò, Matematicamente, la Consonanza di Suoni, Stabiliti, Posti, Messi in Armonia! Non ci sarebbe, certamente, Consonanza di Interessi, di Progetti, di Intenzionalità, di Viatico Politico tra Uomini che Armonizzassero le loro Capacità, Possibilità, Sensibilità e tra Essi e le immense risorse della Natura ? Nelle Mani di Pitagora e dei suoi Discepoli la Musica Diventa “Catarsi”, Calma le passioni, ma, precipuamente, Riproduce e, quindi, Rende Udibile al Filosofo, ai suoi Discepoli, ciò che è inudibile ai comuni mortali, agli ominicchi. Infatti, i pianeti, danzando in circolo tra loro, Comporrebbero una Musica, Fondata su Proporzioni Matematiche che, Connettendo fra di loro il movimento armonioso, ordinato dei pianeti, Armonizzerebbero due elementi in opposizione: la Forma e il Contenuto. La Musica di Mozart Riecheggia la Musica di Ciò che E’ nel Cielo, da fazio e sodali e complici scacciata, allontanata dalla fruizione dei giovani massificati, educati al disordine  terreno che trova espressione in un caos di suoni, dai loro persuasori fatti passare, spudoratamente, per “La Musica”. In Economia Thomas Gresham Elaborò la Legge che così Proclama: ”Quando due tipi di moneta, dello stesso valore nominale, ma non dello stesso valore intrinseco, circolano in una nazione, quella di minor valore resterà in circolazione e l’altra, appena possibile, Sarà tesoreggiata, comunque, raramente, usata”. Lo strimpellio fastidioso alla chitarra di  e. c. sheeran, il canticchiare “in falsetto” di jay kay, che gli spudorati chiamano musica, sono  nel mondo fruiti più della Musica di Mozart, intrinsecamente, di Valore Immenso, che, così, non potrà non essere Affidata alla Gentilezza dei Pochi, nelle Catacombe Riposta dei loro Cuori e delle loro Menti, sì che, per l’imbecillità delle plebi, non è Salvifica per essi  e non Muta il mondo.

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano                


Pubblicato il 5 Aprile 2017

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