Cronaca

Numero d’emergenza 118: partito male, finito peggio…

S’e’ fatto tanto “battage” sulla partenza del Servizio d’Emergenza 118 in Puglia, ma dopo tre anni la situazione complessiva e’ ancora molto, troppo precaria. A denunciarlo da tempo, tra gli altri, i sindacalisti della Funzione Pubblica Cgil, pronti a rifare l’elenco delle carenze che ancora oggi affliggono personale e mezzi per gli interventi emergenziali. Partendo, come sempre, dalla totale assenza di personale infermieristico nelle postazioni del 118, visto che se fino a qualche anno fa erano presenti soltanto tre unità solo presso la postazione del presidio ospedaliero “Di Venere”, certamente insufficienti a coprire tutti i turni di servizio, adesso la situazione è peggiorata al punto che nemmeno su quelle due unità è possibile più contare. A parte che il presidio emergenziale è stato trasferito in centro, ma senza migliorarne la situazione ancora precaria. “In queste condizioni diventa impossibile effettuare interventi di soccorso avanzato in maniera corretta ed efficace”, chiosavano i due sindacalisti Cgil. Che non ebbero esitazioni a puntare il mirino sulla mancata fornitura a personale medico e paramedico (quest’ultimo se almeno ora ci fosse…)  dell’abbigliamento ad “alta visibilità” necessario quando si tratta di intervenire di notte, specialmente nelle extraurbane, limitandosi a fornire, per ciascun medico, solo un giaccone, peraltro ingombrante ed utilizzabile soltanto durante la brutta stagione. Ma a peggiorare la situazione non sono soltanto le carenze logistiche, bensi’ anche l’istituzione di turni di lavoro a casaccio, istituendo turni di reperibilità che disattendono palesemente quanto previsto dal DPR 270/2000, come osservano ancora gli addetti ai lavori. Che non dimenticano nel loro “cajeur de doleance” le postazioni del 118 allocate in locali sporchi (la pulizia nei locali del Di Venere non viene mai eseguita) e privi di targhe identificative, spesso ubicati in stradine strette e di difficile tansitabilità. “E’ successo spesso che le auto di passaggio private bloccassero o rallentassero gli automezzi di soccorso, ma nessuno e’ intervenuto per migliorare la situazione”, si sfogano i sindacalisti. Che al Direttore dell’Agenzia Regionale ed ai futuri Presidente ed Assessore alla Sanità della Regione Puglia ricordano anche che quasi tutte le postazioni “118” baresi sono sprovviste di attrezzature per conservare e trasportare i farmaci, come l’anno scorso quando alcune medicine si “cristallizzarono” a causa dl freddo, mentre la prossima estate altri farmaci potrebbero risultare degradati, cioe’ avariati e quindi da buttare. Ma non basta. Nonostante le promesse e gli impegni del Governatore e dell’ex Assessore Alberto Tedesco, molte autoambulanze sono ancora prive di adeguate attrezzature sanitarie (suturimetro, kit per tracheotomia, tubi endolaringei, etc) mentre altre volte e’ capitato che nessuno riparasse quelle usurate. Inutile dire che alla carenza di mezzi e quant’altro, per gli operatori del 118 in Puglia ancora non è mai esistita alcuna organizzazione di corsi d aggiornamento professionale: il personale in servizio, quando sarà e se sarà, insomma, potrà’ fare da se’… o niente. E cosi’, mentre alcuni responsabili del Settore ritengono che la situazione possa rimanere immutata ed andare avanti così aspettando improbabili miglioramenti, c’è chi ai vertici sanitari regionali ha chiesto da tempo un incontro per risolvere i tanti nodi al pettine. Prima che si senta parlare di altri morti a causa della mancanza di un infermiere professionale…anzi, no, di un’autoambulanza del Servizio 118 a Bari che sia davvero…un’autoambulanza!

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 10 Maggio 2014

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