Cronaca

Nuovo mercato ortofrutticolo: otto anni passati invano

 

L’idea di costruire alle porte di Bari un nuovo mercato ortofrutticolo all’ingrosso, per liberare l’area di via Caracciolo, ormai in piana zona urbana, risale alla fine degli anni Ottanta, quando il Primo cittadino del capoluogo era il socialista Franco De Lucia. Il primo progetto, però, risale a metà degli anni Novanta, ma l’effettivo avvio per realizzare la nuova struttura mercatale di  commercializzazione all’ingrosso di prodotti agricoli avvenne nel 2006, quando alla guida della Camera di commercio barese era ritornato Luigi Farace ed al Comune era sindaco già da due anni Michele Emiliano. Da allora sono trascorsi quasi otto anni, ma il megamercato agroalimentare che a Bari dovrebbe prendere il posto del vecchio mercato all’ingrosso di via Caracciolo è tuttora incompleto e, soprattutto, vuoto. Stiamo parlando del Maab, la struttura realizzata alle porte di Bari, a ridosso della statale 100 per Taranto, nelle vicinanze del quartiere Mungivacca. Un’opera realizzata da un apposito Consorzio costituito per l’82% del capitale dalla Cdc, per un 16% dal Comune e per il restante 2% da una cooperativa di operatori del settore. La struttura del Maab finora è costata al Consorzio oltre ventimilioni di Euro, di cui circa cinque milioni rivenienti da un finanziamento europeo già interamente erogato. Sta di fatto che, nonostante il Maab (Mercato agroalimentare barese) non sia stato ancora completato, i costi di realizzazione sono inspiegabilmente lievitati a dismisura rispetto a quanto a suo tempo preventivato. E, per giunta, l’opera si presenta già come una probabile cattedrale nel deserto, poiché i costi di gestione e, quindi, conseguentemente di occupazione per gli operatori del settore sarebbero, nell’attuale situazione economica, praticamente  insostenibili. Infatti, gli intermediari che attualmente operano nel vecchio mercato di via Caracciolo pagano al Comune un canone che, a seconda della consistenza del box utilizzato, varia tra i trecento ed i mille euro mensili, mentre nella nuova struttura del Maab di via Amendola l’affitto sarebbe addirittura decuplicato. “Un costo – rileva uno degli operatori storici del mercato di via Caracciolo, Silvestro Dentico – che è proibitivo da sostenere per quasi tutti noi piazzisti, che lavoriamo a provvigione sulle vendite di ortofrutta che giunge sul mercato all’ingrosso direttamente dai produttori agricoli locali, o dai commercianti che l’acquistano sul campo, la lavorano e provvedono alla destinazione fino ai nostri box”. E, inoltre, spiega Dentico: “Come possibile pensare che noi piccoli operatori possiamo farci carico per un box di un canone di fitto  che nella nuova struttura di via Amendola si aggirerebbe intorno ai 4 o 5mila euro al mese”. Infatti, la lievitazione delle spese di struttura per i circa 50 operatori del mercato di via Caracciolo lieviterebbero enormemente. E già ora che i canoni corrisposti al Comune non sono elevati, per alcuni di loro, a volte, è un problema visto il calo delle transazioni giornaliere di prodotti, a causa della crisi economica, che provoca vistosi cali anche nei consumi alimentari delle famiglie. Infatti, rileva sempre Dentico, dei 52 piazzisti baresi, che  fino a qualche tempo fa operavano nel mercato di via Caracciolo, una decina hanno chiuso i battenti a causa della crisi ed altri rischiano di cessare definitivamente l’attività, se non ci sarà una ripresa a breve dei consumi. Ma la cosa ancora più paradossale, per chi pensa di mettere in esercizio il Maab di via Amendola, spostando tutti gli operatori presenti nella struttura comunale di via Caracciolo, è che i box attualmente disponibili sono addirittura un terzo di quelli necessari a soddisfare il numero di piazzisti. Insomma, una struttura, quella del Maab, pensata forse solo più valorizzare più certi suoli che valorizzare 0i prodotti alimentari del suolo.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 18 Giugno 2013

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