Cronaca

Nuovo tormentone rap: “La colpa è di Decaro”… o dei baresi che lo votano?

Dopo il goliardico titolo carnascialesco del “Gran Cornuto 2019”, conferito lo scorso giovedì grasso a Putignano con tanto di diploma ed annesse mega corna ad Antonio Decaro, che ha accettato divertito, il sindaco di Bari, rispolverando una inaspettata verve, ironizza su sé stesso con un riuscito filmato ed in cui, a mo’ di mantra, l’attore barese Renato Ciardo canta anche con ricercate inflessioni dialettali il tormentone (che di melodico, per la verità, ha ben poco), asserendo che all’origine di tutte le “inadempienze” baresi, la “colpa è di Decaro”.  Nel video, della durata di circa quattro minuti, ben realizzato anche a livello di regia, la cui unica pecca è l’assenza di Emiliano che balla la lap dance, compare anche il Primo Cittadino in veste di cantante, il quale, con pose studiate, stigmatizza i limiti del suo operato amministrativo, addossandosi tutte le responsabilità possibili: la “colpa è di Decaro”, giusto per intenderci. I baresi, per la verità, sono già abituati alle sue performance canore, vedendolo cantare nei teatri e sul palco per la festa di fine anno, un novello Nerone senza cetra, dalla voce oltremodo stimolante… Dunque Decaro, in vista delle prossime Amministrative di fine maggio, si lancia nell’agone politico sfidando i suoi competitor nel modo più originale e, si vuole, più intelligente possibile, visto che l’orecchiabile canzonetta in questione è già diventata un tormentone ed impazza sui social. Una pensata sui generis fantasiosa che, al di là dell’ilarità che provoca, non dovrebbe influire più di tanto sulla sua rielezione, che noi già da tempo diamo anticipatamente per scontata, nonostante qualche recente sondaggio empirico. Le ragioni di questa sua riconferma sono ovviamente complesse ed articolate, e sarebbero sostanzialmente da ricercare nel sostegno da parte delle lobby, a partire dai palazzinari, interessate alla realizzazione delle grandi opere ed infrastrutture che, come già ampiamente scritto in articoli precedenti, saranno realizzate nei prossimi anni a Bari. Ovviamente tutto lecito e legale, ma, come insegna la storia amministrativa di Bari degli ultimi cinquant’anni, non si diventa sindaci senza l’appoggio dei “signori del mattone”, e Decaro non dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, fare eccezione. Chi, nonostante l’esperienza amministrativa maturata, non ha ancora capito o percepito queste dinamiche e meccanismi “carsici”, appare un romantico illuso… Se per assurdo il buon Decaro non dovesse essere rieletto, almeno ha un futuro come attore caratterista e cantante, forse pronto per il prossimo Sanremo.

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 5 Marzo 2019

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