Cultura e Spettacoli

‘O Crux, ave’, meditazione pasquale in musica

Considerata la sorella minore del Natale, guardando le cose con la miopia dell’uomo della strada, la Pasqua viene ‘consumata’ con sciatteria persino maggiore. Questa festa meriterebbe invece tutt’altro approccio, specie alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina, punta d’iceberg d’un malcontento globale che trova voce – si calcola – in una quarantina di conflitti distribuiti un po’ in tutto il mondo e di cui si tace poiché giudicati ‘minori’. E’ il caso dunque di accostarsi al mistero della Resurrezione con tutt’altro spirito. A dar man forte in tal senso alla Chiesa sono pure numerose associazioni culturali. Fra queste segnaliamo il Coro Dilectamusica. Sorta a Bari nel 1993, questa associazione corale ha ripetutamente preso parte a eventi di prestigio, il prossimo dei quali sarà la partecipazione all’edizione Notti Sacre 2022. Intanto Dilectamusica ha dato vita ‘O Crux, ave – meditazione musicale in preparazione alla Santa Pasqua’, un trittico di appuntamenti che, dopo i successi di Capurso e Bari, si appresta a toccare Bitetto. Appuntamento domani, mercoledì 13 aprile, al Santuario del Beato Giacomo di Bitetto alle 20:00. Sarà l’occasione, per chi non l’abbia già fatto, di visitare questo tempio nel quale si conserva, pressoché intatto, il corpo di Giacomo Varigez, più noto come Beato Giacomo Illirico da Bitetto, un francescano nato a Zara nella prima metà del XIII secolo e giunto in Puglia all’età di diciotto anni ; Varigez esercitò il suo ministero fra Bari, Cassano, Conversano e Bitetto, città, quest’ultima, dove rimase sino alla morte, avvenuta il 27 aprile 1496. Il programma di ‘O Crux, ave’ prevede musiche di Bach, Grieg, Sanseverino-Gramegna, Perosi, Haendel e di due compositori pugliesi contemporanei : Vito Paternoster e Massimo De Lillo. Esecuzioni affidate a Dilectamusica e al M°  Carlo Maria Barile (organo). Direzione : Vincenzo Damiani. Ingresso libero, nel rispetto della normativa anti Covid. – Nell’immagine, ‘L’Ultima Cena’ di Leonardo. Conservato nel refettorio del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano, questo celeberrimo affresco è stato oggetto del più lungo restauro della storia, durato dal 1978 al 1999 con le tecniche più all’avanguardia del settore (in oltre 17 anni, l’Olivetti, la società finanziatrice del progetto dal 1982 al 1999, sostenne per il restauro un costo di circa 7 miliardi di lire). Un restauro con cui si è cercato di mettere fine ai guasti arrecati nei secoli al dipinto dall’incompatibilità della tecnica utilizzata con l’umidità della parete retrostante, esposta a nord (che è il punto cardinale più facilmente attaccabile dalla condensa) e confinante con le cucine del convento, interessate da frequenti sbalzi di temperatura ; lo stesso refettorio era poi esposto ai vapori dei cibi distribuiti. Per capire quanto siano stati devastanti i danni basta confrontare l’originale con una delle numerose copie dell’opera, come quella del Giampietrino. Il risultato è che in molti casi gli apostoli che vediamo oggi non sono più quelli dipinti da Leonardo : la testa di Pietro era piegata indietro e vista di scorcio. Giuda, originariamente posizionato in ‘profìl perdu’, ora si presenta rigirato, collocato in netto profilo. Andrea, in precedenza quasi di profilo, è adesso di tre quarti. La testa di Giacomo Minore è interamente opera del restauratore… Pure il soffitto della scatola prospettica non è l’originale dipinto da Leonardo ma frutto di un totale rifacimento settecentesco. Nell’aprile 2017 è stato annunciato un progetto di restauro ambientale per l’igienizzazione del microclima del Cenacolo. Il progetto sarà finanziato per un milione di euro da Eataly e per 1,2 milioni da fondi statali.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 12 Aprile 2022

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