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“Obbligo alla vaccinazione anti Covid per gli operatori sanitari pugliesi”

Il presidente della commissione regionale Bilancio e Programmazione, Fabiano Amati del Pd, ha presentato una proposta di legge per vaccinare al Covid gli operatori sanitari, in coerenza e conformità alla normativa regionale pugliese introdotta nella scorsa legislatura con L.R. n.27 del 19 giugno 2018. Norma, quest’ultima, – come ricordato in una nota dallo stesso Amati – dichiarata legittima dalla Corte costituzionale e inserita tra i prodotti legislativi più rari tra quelli vigenti in materia su tutto il territorio nazionale. Infatti, ha affermato Amati: “L’approvazione rapida di detta proposta di legge determinerebbe un grosso aiuto, anche educativo, per procedere con determinazione sul lungo percorso utile a conseguire al più presto gli effetti della massima copertura vaccinale, che le leggi statali eccezionali e d’emergenza suggeriscono senza alcun dubbio o remora”. Il consigliere proponente nel commentare tale sua iniziativa legislativa ha spiegato: “La pandemia da Corinavirus-19 e la relativa produzione del vaccino, dotato della prova scientifica di efficacia così come accertato dalle autorità di regolazione, hanno riproposto antichi problemi sulle migliori modalità per conseguire, con idonea copertura vaccinale, il raggiungimento dell’immunità di comunità e realizzare – attraverso la vaccinazione degli operatori sanitari – standard di maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro, in favore degli stessi operatori sanitari, dei loro colleghi, dei pazienti e dei loro familiari”.  E, proseguendo, Amati ha chiarito che “la vigente legge regionale riguarda la prevenzione e il controllo della trasmissione delle infezioni occupazionali e degli agenti infettivi ai pazienti, ai loro familiari, agli altri operatori e alla collettività, e individua i reparti dove consentire l’accesso ai soli operatori che si siano attenuti alle indicazioni del Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) vigente per i soggetti a rischio per esposizione professionale. In particolare, le vaccinazioni tassativamente indicate per i soggetti a rischio per esposizione professionale sono quelle contro epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella, difterite, tetano, pertosse, influenza e tubercolosi”. Quindi, ha affermato il presidente della Commissione Bilancio della Regione Puglia, mancando “nel corpo normativo vigente una previsione in grado di estendere la medesima disciplina di sicurezza per prevenire il contagio con altre malattie di tipo infettivo, o addirittura pandemico”, come nel caso del Covid 19, “per colmare tale lacuna – ha sottolineato Amati – ho presentato una proposta di legge, coerente con la sentenza della Corte Costituzionale n. 137/2019”. Infatti, – ha rilevato ancora Amati – “poiché la legislazione regionale non può avere ad oggetto la regolazione degli obblighi vaccinali (ndr – perché di competenza statale), ma l’accesso ai reparti degli istituti di cura” con finalità in buona sostanza di prevenire le epidemie in ambito nosocomiale, per rimanere all’interno delle competenze regionali, la proposta presentata è stata formulata in maniera tale da rimanere nell’ambito del Pnpv vigente. L’iniziativa legislativa del consigliere regionale di maggioranza Amati non è tuttavia sufficiente a far cessare le polemiche in atto con l’assessore alla Sanità pugliese, il professor Pierluigi Lopalco, da parte l’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale, in particolare del capogruppo di “Fratelli d’Italia”, Ignazio Zullo, che da settimane ormai interviene quasi quotidianamente sull’argomento Covid, a commento delle iniziative del neo responsabile della Sanità pugliese, forse più da medico che come politico. Infatti Zullo, con riferimento alla recente dichiarazione di Lopalco ai media, in cui il neo assessore ha sostenuto che “esistono medici che svolgono la libera professione”, ricordando – ad esempio  – i  medici del Lavoro,  preziosi per le aziende in tempo di pandemia o gli odontoiatri, ma anche quelli in pensione che continuano a svolgere la loro attività spesso come volontari, si chiede con evidente ironia e stupore “perché non è stata  prevista subito anche per loro la vaccinazione anti-Covid ?” Quindi, ha poi esclamato il capogruppo di Fdi, “il collega Lopalco prima di fare la lista dei buoni e i cattivi, di quelli degni e indegni, da assessore alla Sanità assicuri a tutti i medici pugliesi la vaccinazione, faccia il suo nuovo lavoro di ‘politico’ con la stessa dignità e coerenza che richiede ai suoi colleghi”. Ma Zullo, con altra nota, ha anche denunciato la scarsa tempestività da mesi della Regione Puglia nell’adottare misure fondamentali per combattere e contrastare il diffondersi della pandemia. Infatti, ha dichiarato a tal proposito il capogruppo del partito di Giorgia Meloni nell’Assemblea pugliese, “l’ultima conferma a questa tesi è la proroga all’11 gennaio del protocollo d’intesa con i medici di base per i tamponi”, ricordando poi che “nel corso di questi mesi la Puglia è stata l’ultima per l’istituzione delle Usca (ndr – Unità sanitarie di continuità assistenziale), per l’effettuazione di tamponi antigenici, per un’efficiente assistenza domiciliare, per la previsione di posti letto di terapia intensiva (tant’è che si stanno ancora allestendo alla Fiera del Levante e al Policlinico di Bari)”. “Senza contare – ha ironizzato Zullo – che un milione di pugliesi probabilmente faranno prima il vaccino anti-Covid che quello anti-influenzale”.Per poi concludere che “siamo la Regione del sempre dopo” e “mai del prima”. Quindi, “mai della prevenzione o delle soluzioni immediate” ha ribadito Zullo, che ha puro rilevato che “in una cosa” però “primeggiamo e siamo tempestivi”. Ossia, il fatto per cui “l’assessore alla Sanità pugliese Pierluigi Lopalco è l’esperto Covid più presente nei salotti televisivi”, visto che lo stesso Lopalco per Zullo probabilmente “passa più tempo sotto i riflettori che nelle strutture sanitarie”. Di certo, però, se la Puglia in questi giorni ha un record negativo di entrate in terapia intensiva e di morti per Covid, è perché sicuramente qualcosa non sta funzionando come dovrebbe nella gestione della Sanità di questa nostra regione. E la scarsa ‘tempestività’ – come ha denunciato Zullo in primis da medico, oltre che da esponente politico regionale, potrebbe essere molto verosimilmente uno dei fattori che concorre a tale primato.

 

Giuseppe Paella


Pubblicato il 30 Dicembre 2020

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