Cronaca

“Occorre vigilare attentamente sulle complicanze del vaccino”

Vaccini, eventuali controindicazioni, immunità di gregge, variante inglese del virus. Ecco i temi trattati in questa intervista rilasciata al Quotidiano dalla virologa e docente di igiene all’ Università di Bari prof. Dani De Vito. “Il 14 dicembre scorso il segretario inglese ha comunicato ufficialmente l’isolamento nei territori del sud del Regno Unito di una nuova variante del SARS-CoV-2 , denominata variante inglese  e designata  dai genetisti con la sigla B.1.1.7 per sottolineare le 17 mutazioni intervenute , di cui più della metà interessano i geni che codificano per le proteine Spike di aggancio alle nostre cellule. Tale variante circola in Europa dal mese di  novembre ,è stata isolata da campioni oro-faringei  anche in Italia ed  è caratterizzata da una diffusività maggiore del 70% rispetto alla variante Europea , mentre non sembra legarsi a patologie più gravi .A tale notizia si sovrappone l’isolamento di una nuova variante proveniente dal Sud Africa .Il virus del Covid  , come era stato previsto ampiamente , muta per adattarsi filogeneticamente alla specie umana e tutte queste varianti sono l’espressione del suo  adattamento biologico , ma non devono necessariamente accompagnarsi ad un aumento della patogenicità.”

Sono sicuri i vaccini oggi utilizzati?

“Nel frattempo alcune aziende biotecnologiche hanno terminato i trial clinici sui vaccini ottenendo le opportune certificazioni della loro efficacia e sicurezza prima dall’organo di controllo statunitense sugli alimenti e sui farmaci( FDA) poi dall’EMA in Europa e dall’AIFA in Italia ; i vaccini ,ora disponibili,  della Pfizer/Biontech e della Moderna utilizzano la stessa tecnologia dell’RNA messaggero del virus del Covid. Trattasi di piccole sequenze di acido ribonucleico che penetrate nelle nostre cellule, grazie ad un rivestimento lipidico, ci permettono di sintetizzare le proteine Spike del virus a cui il nostro sistema immunitario risponde con la formazione di anticorpi specifici. Tale tecnologia non è mai stata utilizzata in una formulazione vaccinale, anche se era  oggetto  di  studio da alcuni anni da parte di  aziende biotecnologiche che miravano alla preparazione di vaccini contro l’Ebola.”

Eventuali complicanze?

“Essendo un vaccino sperimentale occorre vigilare attentamente sulle complicanze che al momento sono rappresentate in una buona percentuale dei soggetti vaccinati da manifestazione di lieve -media intensità , come la cefalea, il dolore ed il gonfiore nella zona della vaccinazione , febbre e brividi, nausea , spossatezza,  dolori muscolari ed articolari  che si risolvono completamente nell’arco di 24-48 ore . Al momento attuale su 14 milioni di dosi vaccinali somministrate gli eventi avversi gravi come le manifestazioni anafilattiche sono state evidenziate nella percentuale dello 0.002 % nei soggetti con storia personale di allergia e in una percentuale molto più bassa nei soggetti non allergici. Le manifestazioni, legate ad alcuni adiuvanti usati dalle aziende, sconsiglierebbero quindi l’utilizzo nei soggetti con storia di allergia od il loro attento monitoraggio, dopo la somministrazione vaccinale, rigorosamente in ambiente ospedaliero.

Il vaccino non si può utilizzare in soggetti di età inferiore ai 16 anni e non è stato testato adeguatamente nelle donne in gravidanza”

Per l’immunità di gregge?

“Storicamente, l’immunità di gregge è un principio basato su un’osservazione degli anni ’30 secondo cui era sufficiente che il 55% della popolazione fosse immunizzato “dalla malattia”(per contagio naturale, non tramite profilassi), per evitare che questa si diffondesse ulteriormente e generasse il cosiddetto “effetto gregge”. Lo stesso concetto però, applicato all’immunità vaccino-mediata, si è rivelato inefficace. Negli anni quindi si sono gradualmente aumentate le soglie, perché si è osservato che il 55, 65, 75, 85% non era sufficiente a eradicare la malattia. Attualmente poiché la vaccinoprofilassi si effettua obbligatoriamente solo  nella età infantile si pone questa soglia ad almeno il  95-99%.Per quanto riguarda gli attuali  vaccini anti Covid  sappiamo che evitano la malattia nel 95% dei soggetti testati, ma non ne conosciamo la  capacità di evitare i contagi né tantomeno la reale  durata di questa immunità ; inoltre non essendo disponibili al momento vaccini utilizzabili  nei ragazzi al di sotto dei 16 anni ritengo che la immunità di gregge non potrà essere raggiunta nell’arco di qualche mese. Occorre, comunque, sottolineare che la pandemia sta causando  molti danni  sui sistemi sanitari, economici, politici e sociali di tutti i Paesi del Mondo ed al momento oltre a  terapie sperimentali , ad una diagnostica efficace ed ai sistemi di contenimento preventivi   non abbiamo altri mezzi per affrontarla e per sperare di uscirne definitivamente è necessario continuare ad  investire sullo studio di altri vaccini con la convinzione che le campagne di vaccinazione di massa  delle popolazioni  produrranno benefici in misura notevolmente superiore  ai rischi.”

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 13 Gennaio 2021

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