Cultura e Spettacoli

Offerte votive, sfarzo e cattivo gusto

Sono migliaia e migliaia nel mondo i santuari mariani e non. Soltanto in Italia arrivano a più di quattromila. Anche la Puglia ne abbonda: ben duecentodue

Intesi come luoghi di venerazione e pellegrinaggio e in cui si celebra il culto regolamentato di una divinità, i santuari sono antichi come il mondo. I più remoti, infatti, risalgono al neolitico. Col cristianesimo questi siti religiosi assunsero  dimensioni maiuscole. Sono migliaia e migliaia nel mondo i santuari mariani e non. Soltanto in Italia arrivano a più di quattromila. Anche la Puglia ne abbonda: ben duecentodue. Ad accomunare questi luoghi di devozione è la presenza di locali appositi preposti ad accogliere gli ex voto. Da noi, in un passato nemmeno così remoto (parliamo della prima metà del Novecento), quando il sentimento devozionale era più vasto e genuino, chi voleva ingraziarsi il Cielo o, soprattutto, voleva ringraziarlo, ricorreva a doni, anche sfarzosi. Tali doni avevano per lo più valenza simbolica. Ad esempio, chi – previa ‘formale’ richiesta di grazia – era sopravvissuto ad un infarto, alla tubercolosi, al rischio della perdita della vista o della deambulazione poteva incaricare un orafo di riprodurre in placchette in metallo pregiato cuori, polmoni, occhi, gambe (vedi immagine). Chi invece era scampato a naufragi, incidenti stradali, guerre, incendi e altre calamità, se riteneva che solo un intervento ‘superiore’ gli aveva salvato la vita, dava incarico a pittori di riprodurre la scena della mancata tragedia. In questo caso l’opera era collocata nel Santuario della tale Madonna o del tale Santo di cui il beneficato era già devoto. Non mancavano estemporanee espressioni di gratitudine come modellini di navi, stampelle, volanti d’autovettura, ricami, corone nuziali… Tra gli ex voto, poi, potevano trovare posto pure tavolette votive, collane, bracciali, anelli e altri ornamenti preziosi. Ma gli ex voto non vanno più ; da essere un tempo ostentati in cappelle riservate, adesso (salvo poche eccezioni) trovano posto nelle sacrestie o in altri locali riservati. Oggi il fedele in ‘debito’ preferisce mettere mano al portafogli, nel senso che per esempio sborsa una cifra per essere tra i portatori del personale Santo protettore in processione, oppure ripiega sul finanziamento del restauro di un crocifisso ligneo, di un altare, di un organo a canne. Meglio così. ‘Immobilizzato’ in metallo prezioso, il denaro non rende nulla. Quale vantaggio possono cavarne i bisognosi? (Santi e Madonne concorderebbero) Senza contare che già mettere al sicuro tesoretti in oro, argento e pietre preziose ha il suo costo. Né si può fare di queste raccolte un’attrazione turistica tale da giustificare un ticket. Gli ex voto, talora pacchiani, talora ingenui, solo di rado rasentano l’arte. Al più si potrebbe raccogliere in un Museo ad hoc i ‘pezzi’ più rappresentativi prelevati dai tanti Santuari distribuiti sul territorio nazionale. Ma avrebbe senso spostare cose che conservano un senso solo se radicate al proprio habitat religioso?

Italo Interesse


Pubblicato il 7 Marzo 2023

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