Cronaca

Oggi il nuovo Consiglio, mentre Emiliano continua a nominare consulenti

Oggi pomeriggio saranno proclamati ufficialmente i 50 eletti al Consiglio regionale della Puglia da parte della Corte d’Appello di Bari. L’ufficializzazione dei nomi dei consiglieri segue di una settimana la proclamazione di Michele Emiliano a presidente della Regione, perché solo ieri l’Ufficio centrale elettorale ha completato le operazioni di verifica dei verbali di tutte le 4006 sezioni elettorali pugliesi. Quindi, entro 10 giorno (tanto prevede lo Statuto regionale) il neo governatore dovrà formare l’organigramma dell’esecutivo di governo della Regione. Intanto Emiliano, dopo le prime due nomine fiduciarie effettuate martedì mattina con l’indicazione del capo di Gabinetto della presidenza e del suo addetto stampa personale, ieri ha proceduto a nominare altri due stretti suoi collaboratori, Giovanni Procacci e Titti De Simone, il primo come consigliere del presidente per i rapporti con il Consiglio regionale e per i rapporti interni ed internazionali e la seconda come consigliere per l’attuazione del programma di governo. Nomine, queste, che saranno perfezionate con la sottoscrizione dei rispettivi contratti di consulenza, di cui però non sono stati resi noti i relativi cisti a carico della Regione. Così come non sono ancora noti i costi che i contribuenti pugliesi, attraverso la Regione, affronteranno per le prime due nomine di Emiliano. Ma siamo solo agli inizi di una lunga serie di altri incarichi che il neo governatore pugliese farà all’interno dell’Ente per riempire tutte le caselle rimaste vuote di nomi il cui mandato è scaduto in concomitanza alla decadenza del governatore uscente Nichi Vendola e che, quindi, dovranno essere nuovamente riempite con la nomina da parte di Emiliano di personaggi a lui graditi. Però, le caselle più importanti e significative da riempire nei prossimi 10 giorni sono sicuramente quelle della nuova giunta regionale che, secondo quanto dichiarato a caldo da Emiliano, dovrebbe per il momento essere limitata a soli sette posti, di cui cinque da far occupare ad altrettanti consiglieri di maggioranza e due da donne esterne al consiglio, ma sempre in rappresentanza delle forze politiche della coalizione che sosterrà il governatore nell’Aula di via Capruzzi. In realtà, non è detto che alla fine Emiliano si limiti a nominare solo sette assessori, perché già il suo partito, il Pd, nel corso della consultazione di martedì scorso ha espresso qualche perplessità sulla ‘non completamento’ dell’organigramma di giunta, sia perché potrebbe non garantire la rappresentatività territoriale di tutte le sei province pugliesi, sia perché in tal modo potrebbe riversarsi un peso di potere eccessivo sull’apparato burocratico regionale. E ciò anche se Emiliano, per evitarlo, avrebbe già assicurato il Pd di un rafforzamento degli Uffici di presidenza. Ma il vero nodo da sciogliere per il neo governatore sarà la scelta dei nomi da portare in giunta. Infatti, Emiliano sa bene che per garantirsi una certa tranquillità nell’Aula regionale non dovrà scontentare troppo i partiti della maggioranza presenti in consiglio o, forse meglio, le diverse anime politiche che devono sostenerlo concretamente nell’attività di governo della Regione. Opera, questa, certamente non facile per un governatore la cui coalizione elettorale abbraccia forze politiche che vanno dalla sinistra ‘vendoliana’ fino al centro ultra moderato degli ex democristiani dell’Udc. Infatti, su questo fronte già c’è qualche mal di pancia che riguarderebbe la scelta per il nome della vice presidenza della giunta. Ed a fare la prima mossa per rivendicare un marcamento più filo centrista della nuova amministrazione regionale è proprio l’Udc che, con una nota del coordinatore regionale Salvatore Ruggeri, diffusa subito dopo l’audizione di martedì scorso, ha rilevato: “L’incontro di ieri ci ha lasciati soddisfatti e si è svolto in piena sintonia con quelle motivazioni che ci avevano portato già a novembre scorso con il presidente Emiliano ad un’alleanza di centro-sinistra, realizzata per dare vita ad una nuova amministrazione che andasse oltre quella di ‘sinistra’ del governo Vendola, coerente con quanto sta avvenendo nel governo nazionale. Non riusciamo perciò a comprendere i tentativi di sminuire il ruolo politico dei centristi, soprattutto in considerazione del fatto che già alla fine della scorsa legislatura anche il presidente Vendola aveva allargato la sua Giunta al centro con un esponente di centro-destra”. Ma al di là dei compiacimenti per l’esito dell’incontro con il neo governatore, Ruggeri va oltre ed osserva: “il centro-sinistra classico, tanto caro a qualche autorevole esponente dell’attuale maggioranza, pur vincendo per la terza volta in Puglia, ha sempre perso la competizione delle politiche nella nostra regione, relegandola in una posizione marginale a livello nazionale. Per tali ragioni ci sentiamo in sintonia con il progetto del presidente Emiliano di allargare la coalizione al centro e siamo certi che il ruolo dei Popolari non sarà marginale nella legislatura che sta per aprirsi”. Come dire, se in Puglia è in corso la sperimentazione di una nuova formula di governo del centrosinistra classico, allora in prospettiva non si può non  tener conto di chi, come l’Udc, rappresenta l’ala destra della coalizione. Infatti, il coordinatore pugliese dell’Udc aggiunge:   “A tal proposito ribadiamo di avere consegnato al presidente la disponibilità per l’ingresso in giunta dei nostri due consiglieri uscenti, privilegiando in tal modo l’impegno e l’esperienza maturata negli ultimi cinque anni”. Anzi, a conclusione del comunicato, Ruggeri è ancor più esplicito nel  formulare la richiesta: “Quanto alla vicepresidenza, ribadiamo di non avere accampato alcuna pretesa ma, sempre nel rispetto delle prerogative del presidente, ci permettiamo di osservare che sarebbe inopportuno che tutte le massime cariche istituzionali (presidenza, vice presidenza della Giunta e presidenza del Consiglio), siano appannaggio solamente dei partiti di sinistra”. In altri termini, è la rivendicazione di un preciso ruolo politico. Però, Emiliano sa pure che i ‘vendoliani’ hanno ottenuto i loro 4 seggi in consiglio regionale da soli, mentre i 3 seggi dell’Udc sono il risultato dell’unione di più soggetti politici, i ‘Popolari’ per l’appunto, senza dei quali probabilmente l’Udc non sarebbe riuscita neppure ad entrare in consiglio regionale. E, quindi, verosimilmente si regolerà di conseguenza.      

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 2 Luglio 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio