Cronaca

Oggi la Commissione deciderà se incrementare le importazioni di olio tunisino

Oggi la Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento di Bruxelles discuterà e voterà il parere all’introduzione, tra le misure commerciali a favore della Repubblica tunisina, dell’autorizzazione all’ulteriore importazione in territorio europeo di ben 35mila tonnellate di olio di oliva extra vergine tunisino. Una misura, quest’ultima, che così come proposta, ossia senza alcun dazio doganale, se sarà favorevole potrebbe far crollare nel giro di poche settimane il prezzo di mercato interno dell’olio extra vergine italiano. Infatti, con la campagna olivicola in corso, la decisione della Ue di consentire l’importazione di olio d’oliva senza alcun dazio dal frontaliero Paese nord africano mette sicuramente a rischio l’equilibrio del mercato interno europeo, ed italiano in particolare, poiché l’Italia, avendo quest’anno una produzione particolarmente abbondante di olive (e quindi di olio), sicuramente subirebbe contraccolpi negativi più di altre realtà olivicole europee, quali Grecia, Spagna e Portogallo, dove l’annata olivicola in corso non è di produzione piena. E tale rischio è stato denunciato dalle Organizzazioni agricole nazionali già dallo scorso mese di settembre, quando è stata resa nota la notizia che, tra gli aiuti da concedere alla Tunisia, la Ue era intenzionata ad innalzare il tetto di importazione di olio d’oliva extra esente da dazio in territorio europeo. Un tetto che, come è noto, è regolato già da una precedente convenzione tra Tunisia ed Ue, che prevede l’ingresso in Europa di ben 570mila quintali di olio tunisino. Infatti, nel recente e rinnovato appello ai membri italiani della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, la sezione pugliese di una delle maggiori Organizzazioni agricole nazionali, Confagricoltura, ha dichiarato: “Tengano bene a mente il futuro del comparto olivicolo ed oleario italiano, asse portante dell’economia agricola nazionale, e pugliese in particolare, non lasciandosi sopraffare dai colleghi degli altri Paesi dell’Unione che non sarebbero danneggiati minimamente e direttamente da tale ulteriore incremento quantitativo di olio d’oliva extracomunitari”. Quello di oggi è l’ultimo atto in capo al Parlamento europeo su questo tema, prima che la proposta passi alla definitiva approvazione della Commissione di governo della Ue che, come è noto, decide definitivamente in materia.  Quindi, dopo la votazione odierna della Commissione parlamentare competente, la proposta unilaterale e a titolo temporaneo di importare un contingente di 35mila tonnellate di olio di oliva extra, in più rispetto agli attuali contingenti di import (ndr – 56.700 tonnellate per l’esattezza) consentiti dall’accordo euro-mediterraneo di associazione, entrato in vigore nel 1998. La proposta di aumentare il quantitativo di olio d’oliva extra importato dalla Tunisia è nata a seguito degli attentati terroristici del 26 giugno scorso a Sousse, per finalità di sostegno alla Tunisia nel delicato processo di transizione politica ed economica che sta attraversando. “Confagricoltura Puglia”, dopo aver allertato nei mesi scorsi tutti gli eurodeputati italiani sul tema, ora chiede con forza a tutti i membri italiani della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo di difendere una produzione olivicola d’eccellenza, qual è quella nazionale (e pugliese in particolare), votando contro tale progetto. Infatti, il presidente di “Confagricoltura Puglia”, Donato Rossi, nel commentare l’appello rivolto agli 11 esponenti italiani (Nicola Caputo, Paolo De Castro, Giulia Moi, Marco Zullo, Mara Bizzotto, Mario Borghezio, Gianluca Buonanno, Alberto Cirio, Rosa D’Amato, Michela Giuffreda, Dario Tamburrano) della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ha dichiarato: “Si tratta di una misura scellerata che rischia di mettere in ginocchio il comparto olivicolo nazionale “. Per cui “ci aspettiamo – ha affermato ancora Rossi – che gli eurodeputati italiani facciano la loro parte per difendere l’economia del nostro territorio”. E, con riferimento alle sia pur nobili motivazioni politiche che sono alla base della proposta, il presidente pugliese della più importante Associazione degli imprenditori agricoli italiani ha affermato: “Non capiamo perché il nobilissimo intento di sostenere economie in difficoltà debba passare sulla testa dei nostri imprenditori agricoli”. “Noi chiediamo agli eurodeputati italiani – dichiara inoltre Rossi nell’appello di Confagricoltura Puglia – di opporsi con tutte le forze a questa decisione”. E spiega: “Diversamente da quanto è stato affermato, quella che stiamo aprendo in questi giorni non è affatto un’annata di magra per la produzione olearia, in particolare per quella pugliese che sta per segnare buoni livelli di crescita quantitativa e qualitativa rispetto allo scorso anno. L’importazione di olio extraeuropeo rischia di vanificare quel margine di vantaggio sul quale le aziende produttrici fanno affidamento”. Da non dimenticare, peraltro, che come spiegato pure dalle stesse analisi di contesto che accompagnano il progetto di parere, la Tunisia e l’Unione europea sono sul punto di avviare i negoziati in vista di stabilire un accordo di libero scambio approfondito e completo (Aleac) che preveda la liberalizzazione degli scambi di prodotti agricoli fra le due aree. Quindi, secondo il presidente di “Confagricoltura Puglia” è giunto “il momento di far sentire la nostra voce”. Infatti, conclude Rossi, “non possiamo aspettare oltre, lamentandoci in seguito di aver subìto le decisioni assunte in sede europea. Decisioni assolutamente contestabili e detestabili”. Decisioni che, però, non è sicuramente sufficiente che vengano contestate alla Ue solo a livello di Organizzazioni sindacali agricole, ma che richiedono evidentemente una forte presa di posizione, in sede parlamentare, ma soprattutto di Commissione di governo dell’Europea, da parte del Governo italiano, attraverso il competente ministro alle Politiche agricole, Maurizio Martina. Diversamente, si assisterà ancora una volta ad una manfrina in cui i produttori olivicoli ed oleari italiani saranno nuovamente danneggiati da una decisione della Ue, senza alcuna concreta contropartita risarcitoria per coloro (i produttori olivicoli ed oleari italiani) che alla fine sono le uniche e vere “vittime” sacrificali di un provvedimento di solidarietà infra-nazionale, che in realtà si concretizza sulla pelle di una particolare e limitata categoria produttiva. Comparto, quello olivicolo ed oleario nazionale,  che già da anni è subisce le conseguenze negative di una politica agricola europea fatta a senso unico. Infatti, la nuova e recente riforma della Pac ha previsto ulteriori tagli al tradizionale aiuto integrativo comunitario previsto per gli olivicoltori. Un taglio che, come è noto, si aggira intono al 42% in meno rispetto alla quota già fissata con una precedente riforma. Quindi, se la Ue dovesse malauguratamente accogliere la proposta di aprire alla Tunisia le frontiere dei Paesi comunitari per l’ingresso di ulteriori 35mila tonnellate di olio d’oliva a condizioni agevolate, l’Italia sarà ancora una volta il Paese dell’Unione maggiormente danneggiato, facendo in agricoltura, per questo importante comparto economico nazionale, nuovamente ed ulteriormente la parte della cenerentola d’Europa.

 

Giuseppe Palella

   


Pubblicato il 1 Dicembre 2015

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