“Old Fools”, istantanea di coppia attraverso il prisma della memoria
Dal 2 al 4 dicembre in Vallisa a Bari per la stagione Teatro Studio di Diaghilev
È il delicato ritratto di una relazione di coppia che vive la sua parabola senile attraverso il prisma della memoria, il testo «Old Fools» del drammaturgo britannico Tristan Bernays, autore nel 2018 di un testo commovente capace di fotografare come un’istantanea la storia d’amore segnata dall’Alzheimer di uno dei due protagonisti. Messo in scena nella traduzione di Noemi Abe da Marianna de Pinto e Marco Grossi per la regia di Silvio Peroni, coprodotto da Compagnia Malalingua e Festival Trame Contemporanee con le scene di Riccardo Mastrapasqua e i costumi di Monica De Giuseppe, lo spettacolo viene rappresentato nell’auditorium Vallisa di Bari dal 2 al 4 dicembre (sempre alle ore 20). Le tre recite rientrano nella stagione Teatro Studio 2024-25 della Compagnia Diaghilev che, con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Puglia e Comune di Bari, continua ad esplorare la nuova drammaturgia accanto ai grandi classici, come sta facendo in questi giorni con le ultime repliche di «Trachinie» di Sofocle in scena fino all’1 dicembre con la regia di Walter Pagliaro e l’interpretazione da protagonista di Micaela Esdra.
I due interpreti di «Old Fools» indossano i panni di Tom e Viv, presentando al pubblico la storia del loro amore e della loro vita insieme, dalla prima scintilla fino all’ultimo ricordo. Ma una storia non deve essere per forza raccontata in quest’ordine. La narrazione, come una danza senza soluzione di continuità, mescola e confonde il tempo. Per cui, partendo dal primo incontro, il pubblico ritrova i due protagonisti già in età senile un istante dopo, per poi vederlo appena sposati o, ancora più indietro nel tempo, al loro secondo appuntamento, come alle prese con la crescita di un figlio o la volontà di tenere unita la loro relazione.
L’asimmetria temporale, più simile alla dinamica della memoria e del ricordo, sembra avere qualcosa a che fare con la costante ricerca di significato e di senso che ognuno porta avanti nella propria vita, ma anche con le fragili risposte che, di volta in volta, riusciamo a trovare, anche se solo per brevi istanti, per poi perderci nuovamente, proprio come in una danza intima con noi stessi.
Ma il tempo collassa quando Tom e Viv scoprono che uno dei due soffre di Alzheimer, malattia che porterà alla decostruzione dell’identità di coppia, la cui infinita danza sarà alterata dalle musiche di Olivieri Forni improvvisamente dissonanti ma, non per questo, risulterà meno imprevedibile, magnetica e appassionante, nonostante la storia semplice e fortemente empatica costruita da Tristan Bernays, nella quale gli spettatori potranno trovare luoghi inaspettati di rispecchiamento profondo, in una ritualità potente come solo quella teatrale è in grado di esprimere.
Pubblicato il 28 Novembre 2024