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“Oltre 7mila vaccinati fuori lista fra dicembre e gennaio”

La Puglia insieme alla Sardegna ed alla Valle D’Aosta resteranno ancora in “fascia rossa”, mentre – stante ad alcune indiscrezioni – l’orientamento della cabina di regia nazionale all’emergenza pandemica, composta – come è noto – dagli esperti dell’ Iss (Istituto superiore di sanità) e Ministero della Salute, sulla base dei dati di quest’ultima settimana financo la Campania si appresterebbe a virare da rosso ad arancione, raggiungendo così tutte le altre regioni italiane già presenti nella fascia a minor rischio, anche se ben 13 di queste sarebbero potute passare già in fascia gialla, qualora tale fascia non fosse stata temporaneamente cancellata. Puglia e Val d’Aosta, pur avendo un indice Rt di contagio inferiore ad 1,25, rimangono in rosso per l’alta incidenza di contagiati covid, che risulta ancora superiore alla soglia massima prevista dei 250 casi settimanali su centomila abitanti, mentre la Sardegna, pur avendo già un numero di contagianti leggermente inferiore a 250 casi per 100mila abitanti, deve aspettare almeno un’altra settimana per raggiungere un Rt sotto quota 1,25. Obiettivo, questo, già raggiunto invece dalla Campania, che aspira alla zona arancione, con Rt e incidenza tornati (non di molto)
sotto soglia. Valori da potenziale zona gialla sono stati registrati per Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Umbria e Veneto, che dovranno comunque aspettare le decisioni governative delle prossime settimane per un eventuale ripristino della fascia di rischio più basso. In Puglia, in questo momento, abbiamo un Rt inferiore a 1, per esattezza 0,89, ed una incidenza di contagi che si aggirerebbe sulla soglia dei 250 ogni 100mila abitanti. Parametri, questi, che hanno indotto il commissario pugliese del partito di Matteo Salvini, il senatore brindisino Roberto Marti della Lega, a chiedere formalmente che la nostra   regione non rimanga rossa, come pare, invece, sia intenzione del ministro della Sanità, Roberto Speranza. “Da lunedì la Puglia deve tornare arancione, – ha affermato Marti – in modo tale che commercianti e parrucchieri possano tornare ad aprire e lavorare rispettando le regole anti contagio”, perché – secondo l’esponente leghista pugliese di Palazzo Madama – “questi uomini e queste donne non possono pagare ancora sulla propria pelle gli errori di Lopalco, in quanto l’unico dato negativo ad oggi presente in Puglia riguarda gli ospedali, per il quale in “zona rossa” andrebbe messo solo l’assessore alla sanità Lopalco, che ha dimostrato di non essere adeguato a gestire una simile sfida”. Infatti, il dato ostativo per il quale il ministro Speranza non sarebbe favorevole al passaggio a breve della Puglia in zona arancione è dato dall’ancora alta percentuale di ricoverati per covid in terapia intensiva che sarebbe al di sopra del 40% dei posti disponibili e, quindi, ancora di gran lunga superiore alla soglia di sicurezza fissata dal Ministero che è del 30%. E mentre la Puglia resta ancora una maglia nera per la situazione di intasamento delle terapie intensive per pazienti covid, per cui è giustificata, da parte del ministro Speranza, la permanenza in zona rossa della nostra regione, il  presidente della I Commissione permanente (Bilancio) del Consiglio regionale, Fabiano Amati del Pd, avendo finalmente ottenuto gli elenchi dei vaccinati richiesti per le verifiche sui presunti “furbetti”, ha dichiarato: “L’imitando l’osservazione al periodo dicembre-gennaio risultano 7.305 vaccinazioni anomale, prescindendo dagli operatori sanitari su cui c’è bisogno di approfondimento perché cresciuti a dismisura”. Infatti, secondo Amati, tra il 27 dicembre 2020 (ndr – data di inizio delle vaccinazioni anti-covid) ed 31.01.2021, “risultano ammessi al beneficio della vaccinazione 6.593 operatori non sanitari in Rsa, 389 persone prive di indicazioni sulla categoria professionale di appartenenza, 243 persone adibite ad altre attività lavorative a rischio, cioè diversa da quella di operatore sanitario in strutture ospedaliere o Rsa e 14 persone con attività a contatto con animali”. Dati, questi, “decisamente anomali” per il presidente della Commissione Bilancio della Regione Puglia. Inoltre, ha affermato ancora Amati, sino al 12 aprile ci sono anche 66 minorenni vaccinati, di cui “23 per appartenenza a categoria non specificata, 34 alla categoria degli operatori sanitari, 5 operatori sanitari in Rsa, 3 operatori scolastici ed 1 forze di Polizia”. Mentre per la consigliera Antonella Laricchia del M5S è necessaria massima trasparenza anche per il reclutamento del personale in quiescenza avviato dalla Regione Puglia con un avviso pubblicato lo scorso 3 marzo, per far fonte all’urgenza della campagna vaccinale. Infatti, Laricchia con una nota inviata al direttore generale della Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, ha chiesto chiarimenti sulla “procedura d’urgenza volta ad acquisire manifestazioni di interesse per il conferimento di incarichi in regime di lavoro autonomo, anche di co.co.co., in relazione alle necessità sanitarie ed assistenziali conseguenti all’emergenza sanitaria covid-19 e campagna vaccinale” in provincia di Bari. Elenchi, questi, su cui l’esponente pentastellata ritiene ci debba essere massima trasparenza. Perciò Laricchia ha chiesto di conoscere il numero di domande pervenute, per profilo e disciplina, e quali siano i criteri in base ai quali sia avvenuta o avviene la compilazione degli elenchi e, quindi, degli operatori sanitari selezionati. “La campagna vaccinale – ha affermato Laricchia – ha purtroppo mostrato diverse lacune, tanto da portare di fatto al ‘commissariamento’ dell’assessore Lopalco”. E per questo ha ritenuto necessario che “ogni aspetto sia vagliato con attenzione, compreso quello che riguarda il reclutamento del personale in pensione”. Commissariamento che invece – a detta del Capogruppo di “Con Emiliano” in Consiglio regionale, Gianfranco Lopane – non ci sarebbe stato per l’assessore Lopalco. Infatti, con una nota Lopane ha dichiarato: “Davvero audace travisare un riassetto organizzativo con fantasiose ricostruzioni che riguardano Pier Luigi Lopalco: nessun commissariamento, era e resta a pieno titolo il nostro assessore regionale alla Sanità”. Per il  Capogruppo di “Con Emiliano”- “l’equivoco è stato innescato da una parziale riorganizzazione del piano vaccinale”, mentre in realtà “si tratta semplicemente di un rafforzamento del coordinamento, affidato al responsabile della Protezione civile pugliese, Mario Lerario, per migliorare la logistica e garantire una comunicazione più puntuale dei dati”, perché “l’obiettivo era e resta quello di vaccinare il più ampio numero di pugliesi, rispettando i target prestabiliti e cercando di farlo con meno disagi possibili”.Però, prescindendo dalla polemica e dalla propaganda politica, resta il dato incontrovertibile che l’assessore pugliese alla Sanità, Lopalco, con l’affidamento a Lerario della organizzazione del piano vaccinale anti-covid, di fatto è stato esautorato dalla gestione sanitaria di detto piano. E, quindi, se tecnicamente non è un commissariamento “ad acta” di un settore di competenza prettamente sanitario, cosa è effettivamente che dir si voglia? Di certo lo si può interpretare e definire come meglio si crede. Ma resta pur sempre il fatto paradossale che l’assessore alla Sanità in Puglia, da qualche giorno, non si occupa più di vaccinazioni.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Aprile 2021

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