Cronaca

Oltre ai danni, ora anche la ‘beffa’ per gli olivicoltori pugliesi

Oltre ai danni per la gelata del 2018, per la Xylella, che dal sud Salento è giunta alle porte della provincia di Bari, e per il Psr (2014-2020), che in Puglia ancora non “decolla” a causa del ritardo della Regione, ora anche la beffa del Governo “giallo-verde” che ha disatteso tutte le promesse fatte agli inizi di questo mese, prima attraverso il sottosegretario Franco Manzato e successivamente con il ministro alle Politiche agricole, Gianmarco Centinaio, e diversi esponenti parlamentari locali di maggioranza, sull’inserimento nel “Decreto semplificazioni” dello stato di calamità naturale per le gelate 2018 che hanno azzerato la produzione olivicola in Puglia, polmone dell’olivicoltura nazionale. Infatti, con una nota il portavoce dei “gilet arancioni”, Onofrio Spagnoletti Zeuli, ha affermato: “Siamo stati illusi e traditi dal governo e da tutti quei parlamentari che ci hanno dato in questi giorni ampie rassicurazioni su testi blindati e sciocchezze varie: siamo molto arrabbiati, ma non perdiamo la determinazione per portare avanti la nostra protesta per garantire gli interessi di migliaia di olivicoltori pugliesi e delle loro famiglie”. Perché – ha spiegato Spagnoletti Zeuli – “Sono venuti meno alla stretta di mano che per noi agricoltori vale più di un atto notarile”, aggiungendo: “abbiamo probabilmente l’unica colpa di essere agricoltori del Sud, fossimo stati veneti o lombardi non credo avremmo assistito a questo scempio politico, tecnico e istituzionale, fatto di menefreghismo e tanta incompetenza”. E per questo i “gilet arancioni” pugliesi, come annunciato da tempo, sono pronti ad invadere Romaa testa alta per difendere la dignità dell’agricoltura e dell’olivicoltura nostrana. Il portavoce dei ‘gilet arancioni’ ha poi ricordato che giovedì 31c.m. avrebbero dovuto incontrare a Bari il ministro Centinaio, che invece ha annullato la sua visita pugliese e, quindi, ora per i rappresentanti del movimento l’appuntamento in pari data sarà a Ruvo di Puglia, insieme agli agricoltori, ai sindaci, ai rappresentanti dei sindacati che già hanno partecipato alla manifestazione del 7 gennaio a Bari, per pianificare nel dettaglio tutte le prossime iniziative di protesta. “Salvare l’olivicoltura pugliese, visto il volume e visto il valore produttivo, significa salvare l’olivicoltura italiana” – ha sottolineato Spagnoletti Zeuli, che ha concluso: “Il tempo è scaduto, non ci fidiamo più di questa classe politica così disattenta e incapace di salvaguardare il patrimonio olivicolo ed i protagonisti veri di uno dei settori agricoli ed economici più importanti del Made in Italy”. A porre alcune domande retoriche sul comparto agricolo pugliese, a seguito dell’ancora mancata dichiarazione dello stato di calamità per la gelata del 2018, è il capogruppo di Forza Italia alla Regione, Nino Marmo, che si chiede: “Chi ristorerà i nostri agricoltori? Il governo giallo-verde si rende conto che la Puglia è una regione a trazione agricola e che abbandonare gli operatori in un momento di tale difficoltà significa colpire al cuore un settore identitario per l’economia nostrana?”, sollecitando, ancora una volta il Governo, affinché approvi un provvedimento esclusivamente per le gelate. E questo per Marmo, infatti, “è un dovere morale per la politica, perché è vero che si tratta di un’emergenza per la Puglia, ma è altrettanto evidente che sia una circostanza tanto drammatica da rappresentare una questione di interesse nazionale”. A definire il mancato inserimento dello stato di calamità da parte del Governo“ennesimo schiaffo al mondo dell’agricoltura pugliese ed al Sud” è stato il responsabile del dipartimento Mezzogiorno del partito di Giorgia Meloni, Marcello Gemmato, che ha poi affermato: “Ad un governo a trazione settentrionale, che crede di aver indennizzato il Sud con il reddito di cittadinanza, rispondiamo che il popolo pugliese non vuole assistenzialismo e metadone di Stato, ma atti concreti a supporto dell’economia reale”, chiedendo di difendere l’agricoltura, asse portante dell’economia pugliese. Un’agricoltura che, per consigliere regionale dell’opposizione di centrodestra Giannicola De Leonardis, “è già penalizzata da un esecutivo regionale i cui limiti evidenti sono stati sottolineati dallo stesso assessore al ramo al momento delle dimissioni (poi rientrate)”. “Così – ha evidenziato De Leonardis – viene messa definitivamente in ginocchio, con il colpevole assenso del presunto ‘Governo del Popolo’, che da pochi mesi all’opera sta collezionando un disastro dopo l’altro e ritrattando tutti gli impegni assunti in campagna elettorale, in particolare con i pugliesi. E a farne le spese stavolta è l’olivicoltura, vittima di calamità ed emergenze, e di una politica miope, cinica e attenta solo alla realtà virtuale dei social”. Intanto,da mesi il bando che avrebbe attivato l’unico strumento già pronto all’uso dal mondo olivicolo pugliese, grazie alla legge approvata in fase di assestamento di bilancio, è tuttora ‘gelato’. A denunciare questa vana attesa degli agricoltori locali per l’unico strumento concreto già finanziato dalla Regione è il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, che dopo aver fatto presente tale inadempienza ha  dichiarato: “Piuttosto che scaricare le responsabilità sui livelli nazionali per ritardi o mancanze, l’Assessore all’Agricoltura regionale si riappropriasse della sua centralità istituzionale delle responsabilità e della aderenza delle parole ai fatti”. Fatti che – come è noto – quando trattasi di Agricoltura, specialmente meridionale, chissà perché, tardano sempre ad arrivare. Eppure ora il premier del Governo “giallo-verde”, Giuseppe Conte, è un pugliese. Ma, forse, neppure tale circostanza da sola è più sufficiente per risollevare le sorti del mondo agricolo meridionale e, più in particolare, locale.

 

 

Giuseppe Palella

 

 

 


Pubblicato il 30 Gennaio 2019

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