Cultura e Spettacoli

Oltre la porta, qualcosa

Due amiche legate da profonda amicizia e da un forte sodalizio politico s’imbarcano in un tour per paesetti lucani poco prima della designazione di Matera a Capitale europea della cultura. Ne fanno ritorno grondanti emozioni : Cristina (De Vita) con gli occhi pieni di immagini, Silvana (Pasanisi) con la lingua gonfia di parole. E’ il caso di lasciar decantare tanto grumo di emozioni ? Si domandano. No, non è il caso, si rispondono. Allora mettono mano al progetto di un’agile pubblicazione che affianchi versi e scatti fotografici. Tre anni dopo vede la luce, ‘Ventiquattro linee guida – miraggi verticali” (Antonio Dellisanti Editore), che, finito di stampare lo scorso dicembre, è ora negli scaffali delle librerie ; la grafica di copertina di copertina reca la firma del Prof. Armando Stellini, la grafica degli interni è di Marcella Signorile. De Vita e Pasanisi si integrano : prestandosi sguardo e lingua, fanno sì che a lasciarsi prendere dalle seduzioni sia una sola persona, la stessa donna. Ventiquattro in tutto i click, come il titolo dell’opera anticipa, clik che fuggono le facili vedute, le ultime donne vestite di nero e il luogo comune della pietra a secco. Concentrandosi invece sul ‘dettaglio’ di porte per lo più chiuse e dietro le quali è lecito immaginare tutto, questi scatti fotografici per il fatto di scorrere in parallelo ad altrettante liriche imprimono l’idea di un’emozione condivisa mano nella mano, in un silenzio rispettoso. Se esiste ancora un Mezzogiorno contadino e da contr’ora, eccolo servito, immerso in un’atmosfera torrida che è in sé un elogio della lentezza. Rappresentazione involontaria di una civiltà (contadina) scomparsa nel fumo del passato, queste porte chiuse si levano mute, sobrie e dignitose come lapidi, come ingressi di rustici cenotafi. Non importa se siamo a Pietrapertosa, Sasso di Castalda, Terranova di Pollino o in un altro dei tanti paesetti arroccati su un cucuzzolo e tenuti in vita dall’ostinazione di pro-loco, ristoratori e di un pugno di anziani. Qui fra le righe è in rassegna un Mezzogiorno arcaico, più remoto delle penne di Carlo Levi, di Vittorio Bodini o di Ignazio Butitta. Tale prepotente richiamo accende la parola di Silvana Pasanisi : “Questa è la terra antica dei Santi andati perduti”, terra di “fierezza persa”, questo “sud senza tramonti, ma di albe e scirocchi pieni” dove vivono “la schiuma di tufo” e “il buono della polvere” e dove una volta vorticava una “giostra delle memoria” su cui “l’orologio del tempo è passato”… A tanto campionario di ‘reperti’ la coautrice offre con atteggiamento devoto questa “raccolta di parole e caos primordiale”. Nell’insieme, una lettura piacevole, cui può solo rimproverarsi la brevità.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 24 Febbraio 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio