Cultura e Spettacoli

Oltremare… il nulla o la speranza?

Pochi ma buoni, avantieri in Cattedrale. Molto meglio che tanti e cattivi, come sabato scorso in Basilica. A San Nicola, sette giorni fa, davanti ad una folla strabocchevole Vito Signorile leggeva canti dell’Inferno in occasione dei suoi cinquant’anni di attività teatrale. Indecente il numero di cellulari in funzione. Fra trilli e spettatori che rispondeva senza schiodarsi dal posto c’è stato di che far rivoltare Dante nella tomba E in ultima analisi una Basilica è anche un luogo sacro… Qualcuno obbietterà che questi sono gli inconvenienti degli eventi a ingresso libero ; un biglietto d’ingresso anche simbolico è sufficiente a tenere lontani perdigiorno ed altri personaggi di scarsa sensibilità. Però anche avantieri si poteva entrare liberamente in Cattedrale, dove in cartellone era l’Orchestra Sinfonica Metropolitana di Bari diretta da Maurizio Colasanti. Eppure, con quale silenzio rapito la scarna platea ha seguito lo spettacolo. Ne hanno beneficiato tutti, a cominciare dal Direttore e dagli orchestrali che, messi nelle condizioni di onorare gli Autori in scaletta, si sono resi protagonisti di interpretazioni assolutamente limpide. Consensi dalla platea e, pensiamo, anche da quell’Altrove dove risiedono i vari Haydn, Glazunov e Cherubini (gli autori in programma). Ma consensi anche dagli autori viventi. Il programma della serata prevedeva infatti anche un lavoro del M° Cesare Valentini. Siciliano di nascita, fiorentino di adozione, Valentini si muove nel solco della musica d’avanguardia orientando il proprio interesse verso il suono, gli armonici e l’atonalità. Autore prolifico, si è messo in luce con opere di notevole spessore come ‘Rarefazioni di luce per orchestra d’archi’ e ‘Tempesta di primavera’. Due giorni fa Valentini ha presentato in prima assoluta ‘Oltremare’, una breve composizione ispirata dal fascino della striscia blu che all’orizzonte separa mare e cielo. E’ lì che muore il mare e comincia il cielo o è piuttosto il contrario? E oltre l’orizzonte cosa si nasconde, l’orrore del vuoto o la speranza?… Questi interrogativi strisciano fra le righe dello spartito. L’incipit felicemente descrittivo di ‘Oltremare’ rimanda a quel filone della musica da film in auge in Italia negli anni settanta e che ebbe per maestri, in particolare, Piovani, Ortolani, Cipriani e Trovajoli. Nello sviluppo successivo il taglio nostalgico di apertura cede il passo a un colore diverso, leggermente cupo e lacerato. Qui l’io sembra disgregarsi prima di ritrovare la sua identità in un’abile virata verso la ritmica di partenza. Il ritorno al tema iniziale prelude alla rasserenante svolta conclusiva. Una composizione davvero bella e che avrebbe meritato d’essere oggetto di un bis da parte di Colasanti e degli orchestrali. Invece nessun bis, nonostante qualche timida richiesta.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 10 Ottobre 2015

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