Omero assicurava, non ispezionava…
Disse una volta Monicelli : “La commedia all’italiana è questo: trattare con termini comici, divertenti, ironici, umoristici degli argomenti che sono invece drammatici. È questo che distingue la commedia all’italiana da tutte le altre commedie…” Alla luce di questa considerazione, scorrendo i titoli dei film che meglio hanno rappresentato questo genere, il concetto di commedia all’italiana sembra meglio applicarsi a quelle pellicole in cui il tema dell’ultima guerra si apre ad acute frecciate al Regime (Tutti a casa, Il Federale, I due Marescialli…) In qualche altra pellicola il tema della guerra latita a tutto vantaggio degli strali contro i fascisti. E’ questo il caso di ‘Anni ruggenti’, un film diretto nel 1962 da Luigi Zampa e interpretato da un cast d’eccezione : Nino Manfredi, Gino Cervi, Michèle Mercier, Gastone Moschin, Salvo Randone, Mario Pisu, Angela Luce, Dolores Palumbo … A parte alcuni ciak ai Sassi di Matera, il film fu girato interamente in Puglia, fra Ostuni, Alberobello e Altamura. Liberamente ispirato alla commedia ‘L’ispettore generale di Nikolaj Gogol’., ‘Gli anni ruggenti’ racconta la storia di Omero Battifiori, un giovane assicuratore e convinto fascista il quale, inviato per ragioni di lavoro in un comune pugliese, viene scambiato al suo arrivo per un ispettore del Partito atteso da Roma per un’ispezione politico-amministrativa. I vertici locali del partito, convinti che l’ispezione voglia fare luce sulla malefatte con cui essi si sono arricchiti a scapito delle casse comunali e della povera gente studiano con modi melliflui di ammansire l’assicuratore, non ancora consapevole della scambio di persona. Quando l’equivoco si chiarisce, Omero riparte deluso, ma arricchito di una nuova consapevolezza sulla realtà del fascismo. Nello stesso momento arriva da Roma il vero ispettore, il quale subito si rivela della medesima pasta degli amministratori locali… Scritto a sei mani dallo stesso Zampa, da Ruggero Maccari ed Ettore Scola, ‘Gli anni ruggenti’ si distingue per l’equilibrio tra la forte carica ironico-satirica e una certa eleganza e gravità di base. Con mano intelligente e impietosa Zampa illustra il fascismo di periferia, quello della provincia lontana dalla capitale, ovvero l’adesione al potere che avviene in misura non reboante, trionfalistica ed esaltata, bensì micro-borghese, vile e patetica, falsa e miserabile. ‘Gli anni ruggenti’ avrebbe meritato incassi maggiori e maggiore attenzione da parte della critica. Dovette contentarsi della ‘Vela d’argento’ al Festival di Locarno del 1962.
Italo Interesse
Pubblicato il 10 Luglio 2018