Oncologico: silenziate anche le ‘audizioni’ in Commissione del direttore e del comitato
“Due pesi e due misure per le audizioni rispettivamente del Direttore Generale e dei membri del Comitato di Indirizzo e Verifica (CIV) dell’Oncologico – questa la denuncia dei consiglieri pentastellati Mario Conca e Marco Galante. I quali hanno anche precisato che nella prima audizione sono state vietate le domande da parte dei Consiglieri Regionali che nella seconda sono state invece consentite. Fatto sta che la pubblicazione delle relazioni fa riflettere sul timore reverenziale che la classe politica sembra provare per il Direttore Generale Prof. Quaranta: la relazione di questi infatti è stata pubblicata tre ore dopo l’audizione mentre le due relazioni del Civ (tra cui, quella con le pesanti dichiarazioni della Dott.ssa Vasti) a distanza di nove giorni ancora non sono state pubblicate”. Come mai? Mistero. La verità è tutto ciò la dice lunga sulla disparità di trattamento che secondo i consiglieri 5 stelle è “incomprensibile” e che li ha portati a richiedere l’immediata pubblicazione delle relazioni del Comitato di indirizzo e verifica sul portale del Consiglio. “Un Consiglio che dovrebbe rimanere imparziale – proseguono i pentastellati – ma che sembra invece voler proteggere le stesse persone per cui all’unanimità ha chiesto solo un mese fa le dimissioni”. A pagarne sono pazienti e personale: attraverso una delibera di pochi giorni fa infatti, improvvisamente, la dirigenza ha giudicato una fascia di anzianità attiva dal 2010 arbitraria deliberando, prima del parere della Corte dei Conti, una riduzione di stipendio per un gran numero di operatori sanitari tra cui, il padre della consigliera Antonella Laricchia. “Altro che conflitto di interesse – dichiarano Marco Galante e Mario Conca – nonostante sapessimo che un parente prossimo di un nostro consigliere ne avrebbe guadagnato solo problemi, come infatti è stato, con lo spirito di giustizia che anima il nostro gruppo politico, abbiamo deciso di andare avanti con le nostre denunce. Nè la Laricchia né tantomeno noi ci siamo fatti fermare, nè ci faremo mai fermare, da questioni personali. Queste sono pratiche che appartengono ad altri partiti, noi siamo qui per fare gli interessi di tutti i cittadini pugliesi. Speriamo che chi ha avuto l’ardire di provare ad infangare il nostro percorso politico oggi trovi il coraggio di chiedere scusa”. Ma che cosa sta succedendo all’Istituto Oncologico di Bari? Negli ultimi tre anni, le scelte della direzione generale dell’Oncologico di Bari, probabilmente finalizzate alla fusione del Giovanni Paolo II con il Policlinico di Bari, voce sempre più insistente nell’ambiente dell’Oncologico stesso, hanno sfigurato l’organizzazione dell’IRCCS ‘Giovanni Paolo II’ andando a ledere i suoi connotati scientifici che rappresentano un’eccellenza, da più parti riconosciuta.
L’Istituto svolge sia attività di ricerca, finanziata con fondi ministeriali, che attività di ricovero, appannaggio della Regione. I fondi stanziati per ognuna delle due sfere non possono interferire tra di essi. A rafforzare l’ipotesi di un tentativo di fondere le due realtà, vi è anche il fatto che il direttore Generale, il Prof. Emerito Antonio Quaranta, è stato in passato direttore dell’istituto universitario ORL del Policlinico di Bari e Preside emerito della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bari.
“Secondo il Report redatto dall’OECI, Organisation of European Cancer Institutes, che ha accreditato l’Istituto fino al 2020 quale “Comprensive Cancer Center”, l’Istituto può vantare nella Radiodiagnostica ad indirizzo Interventistica, con la sua articolazione interna di Oncologia Medica Integrata un unicum nel panorama europeo, valutazione poi confermata dal Dott. Gianmaria Fiorentini, Coordinatore IGEVO, International Group of Endo-Vascular Oncology”
Ma dal 2012 con la nuova direzione generale, si è proceduto prima ad una riorganizzazione delle strutture che ha penalizzato le colonne portanti di tutto l’impianto diagnostico e terapeutico dell’Oncologia clinica e poi ad un utilizzo di fondi ministeriali per la ricerca per finanziare l’assistenza. Spicca tra le altre cose, il tentativo di acquistare un robot chirurgico con quei fondi, senza prima aver provveduto a fornire, come invece si dovrebbe fare, un progetto di ricerca.
La penalizzazione del settore scientifico è proseguita con la decisione di cambiare ben 5 direttori scientifici in soli tre anni. Al quinto Direttore Scientifico addirittura è toccato, poco prima del suo insediamento vedersi disporre, come denunciato da una nota sindacale, una precipitosa rimodulazione strutturale degli uffici amministrativi (sono tuttora visibili nel giardino dell’Istituto ammassi di calcinacci e detriti di risulta da demolizione muraria giacenti da giorni) affinchè tutti gli ambienti storicamente dedicati alla direzione scientifica fossero trasferiti in altra sede, senza delibera o gara o autorizzazioni Asl.
Il tutto nel silenzio quasi unanime del CIV, Comitato di Ispezione e Verifica che deve effettuare attività di controllo sul Direttore Generale.
“Per questo” concludono i 5 Stelle “abbiamo depositato interrogazione al Presidente Emiliano che ha mantenuto, la delega alla Sanità, per chiedere quali iniziative intende adottare proprio nei confronti del CIV, che non ha svolto il suo dovere, salvo per qualche voce fuori dal coro. Gli abbiamo chiesto anche di mettere in campo iniziative per tutelare questa eccellenza non solo pugliese ma europea che abbiamo a Bari e di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi”. Ma all’interrogazione non ha ancora risposto nessuno, tanto per gradire…
Antonio De Luigi
Pubblicato il 31 Ottobre 2015