Cronaca

Operatori socio-sanitari, in trincea con la pandemia e ora senza contratto

Torna ad agitarsi l’aria attorno alla delicata vertenza degli operatori socio-sanitari pugliesi, con una quarantina di loro che potrebbero restarsene a casa, dopo tre anni di onorato servizio nelle nostre corsie di ospedale. Ma andiamo per ordine. A chiedere spiegazioni direttamente al presidente pugliese Emiliano con una nota scritta, è stato ieri il consigliere Paolo Pagliaro, capogruppo “”La Puglia Domani””. “L’ultima beffa di Emiliano agli operatori socio-sanitari precari riguarda trentanove stabilizzandi, che pur avendo maturato i trentasei mesi di servizio continuativo necessari per l’assunzione, vedono a rischio non solo questo agognato traguardo, ma addirittura il posto di lavoro””, scrive Pagliaro. Il quale calca la mano e giustamente parla, anzi scrive di “”situazione paradossale, che grida vendetta””. Questi operatori sociosanitari, che da tre anni lavorano nella sanità pubblica, hanno finalmente raggiunto i requisiti previsti dalla legge Madia. In attesa della stabilizzazione ormai conquistata, hanno chiesto la proroga dei contratti in scadenza a fine mese, ma dai sindacati giungono notizie allarmanti: pare che il presidente Emiliano non voglia rinnovare i contratti a termine, lasciando in mezzo a una strada quasi quaranta nuclei famigliari. Insomma, il baratro della disoccupazione si prospetta come l’amara ricompensa per tutti gli anni di lavoro e formazione maturati da questi operatori della sanità pugliese, pur avendo prestato un servizio irrinunciabile per il servizio sanitario regionale. “”Tempo e fatica che rischiano di andare sprecati, così come l’investimento della Regione su questo capitale umano in termini di formazione e vaccini. Tutto questo con denaro pubblico, per poi lasciarli a casa. Ma com’è possibile una tale miopia?””, si chiede ancora il consigliere Pagliaro. Evidentemente il governatore ha perso di vista la realtà, nonostante la situazione sanitaria drammatica in cui la Puglia versa anche per colpa di una gestione inadeguata della pandemia. Con la regione in zona rossa si sceglie di rinunciare a personale qualificato ed esperto. Una follia di cui ora è stato chiesto a Emiliano per iscritto di dar conto. E sul mancato rinnovo del contratto degli operatori socio-sanitari che prestano servizio nella nostra Regione hanno già scritto formalmente al presidente della Giunta, all’assessore alla Salute e a tutti i direttori delle Asl pugliesi diverse sigle sindacali, denunciando anche loro il ‘totale disinteresse’ della Regione nei confronti di chi ha prestato servizio, soprattutto durante l’emergenza pandemica, mettendo a rischio la propria salute e quella dei propri cari. Gli operatori socio-sanitari, assieme ai medici ed agli infermieri, hanno infatti garantito il servizio, sopperendo spesso alle gravi mancanze del nostro sistema dovute a scelte regionali e nazionali talvolta discutibili. La Regione Puglia ha certamente il diritto di scegliere che tipo di assunzioni o stabilizzazioni effettuare secondo quelli che sono i requisiti disposti dall’art. 20 del Decreto Legislativo n. 75, 25 maggio 2017, ma non si può non considerare le gravi ripercussioni che le tali scelte producono nella vita delle persone. Il Decreto Legge di cui sopra, al fine di superare il precariato, prevede di ridurre il ricorso ai contratti a termine valorizzando la professionalità acquisita dal personale con rapporto di lavoro a tempo determinato e, inoltre, bandendo procedure concorsuali riservate, ferma restando la garanzia dell’adeguato accesso dall’esterno e previa indicazione della relativa copertura finanziaria. Eppoi, come si può dar loro notizia del non rinnovo di contratto solo tre giorni prima della scadenza? Per una decisione da censurare anche e soprattutto dal punto di vista morale,

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 16 Marzo 2021

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