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Ora anche Beppe Grillo polemizza con Emiliano…

Non si placano le polemiche tra il ‘Movimento 5 Stelle’ ed il neo presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Anzi, all’indomani della decisione a sorpresa di quest’ultimo di nominare nella sua giunta ben tre consiglieri regionali del M5S, Antonella Laricchia all’Ambiente, Rosa Barone all’Agricoltura e Viviana Guarini alle Risorse umane, il clima politico tra il maggior gruppo di opposizione alla Regione ed il nuovo governatore pugliese si infiamma ancora di più, tanto che financo il leader del Movimento pentastellato, Beppe Grillo, interviene con un post sul proprio blog, per commentare la vicenda pugliese di nomina di tre consiglieri “grillini” nell’esecutivo regionale contro la loro volontà. “Emiliano satanasso” riporta nel titolo il post di Grillo. E poi: “No a incarichi politici nella giunta – scrive il comico genovese sul blog –  Sì a incarichi di garanzia (peraltro dovuti)”. E, continuando, aggiunge: “Gli assessorati Emiliano li dia ai suoi pari nel Pd, il M5S farà un’opposizione durissima. Questa è politica, Emiliano, non i tuoi giochetti di palazzo”. Un colpo a testa bassa contro il governatore della Puglia che meno di 24 ore prima ha tentato con un colpo di teatro di coinvolgere l’opposizione grillina nella gestione della Regione in tre settori molto delicati per l’Ente, come l’Ambiente (vedi questione Ilva di Taranto, perforazioni petrolifere in Adriatico, discariche e Tap per l’approdo di San Foca a Melendugno), l’Agricoltura per la Xylella ed il Personale per il funzionamento della macchina burocratica regionale. Intanto, nella mattinata le tre consigliere pugliesi dei “5 Stelle” scelte da Emiliano per la giunta hanno provveduto a formalizzare il gran rifiuto, depositando all’Ufficio protocollo della Regione un atto di diffida contro il governatore per ribadire il declino all’offerta e la loro disponibilità a ricoprire quei “ruoli di garanzia e controllo che – scrivono le tre grilline nella diffida – spettano all’opposizione, dalla Presidenza del Consiglio alla Presidenza di alcune commissioni tra cui Ambiente e Bilancio” e per i quali attenderanno alla prova dei voti Emiliano e la sua maggioranza. Infatti, Laricchia, Barone e Guarini hanno giustificato la loro indisponibilità a ricoprire quegli incarichi nella giunta, perché non intendono “operare secondo le direttive impartite dal Presidente della Regione” cosi come prevede l’art. 43, comma 3, dello Statuto della Regione Puglia. Vincolo, questo, ritenuto assolutamente illogico dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, che si sentono scelti dagli elettori pugliesi come prima forza di opposizione al governo Emiliano, di cui non riconoscono assolutamente la linea politica. In fine, nella diffida notificata al presidente Emiliano le tre penta stellate lo hanno invitato “ad occuparsi seriamente delle problematiche della Regione con qualche atto concreto e a non perdere e a non far perdere ulteriore tempo con queste ‘iniziative mediatiche’ che dopo un mese – a loro dire –  “risultano anche un po’ stucchevoli, a chi già da tempo sta lavorando con i cittadini per risolvere i numerosi problemi seri e urgenti della Puglia e dei pugliesi”. Ed Emiliano, commentando il rifiuto ad entrare in giunta dei ‘5 Stelle’ pugliesi, ha detto: “Ho sentito di voci relative ad una diffida nei miei confronti, come se il mio fosse un gesto di stalking politico, ma naturalmente non era questa la mia intenzione”. E, proseguendo col commento, ha aggiunto: “Sono un magistrato di Cassazione e francamente non pensavo che chiamare qualcuno a far parte di una giunta regionale potesse essere oggetto di una diffida”. Poi spiga: “La mia era una proposta che comportava oneri e onori” ed auspica: “ora spero di incontrare presto gli esponenti del Movimento 5 Stelle, se non altro per esaminare e confrontare i rispettivi programmi di governo regionale”. In termini generali, ha detto in fine Emiliano: “sono convinto che la contrapposizione politica tra Pd e M5S faccia male alla Puglia e all’Italia”. A non condividere il rifiuto dei “5 Stelle” è anche il portavoce nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, che in una nota dichiara: “Spero che il M5S ci ripensi e accetti proposta di entrare in giunta in Puglia. Io penso che rifiutando gli incarichi di assessore il M5S abbia commesso un errore perché quella sarebbe stata un’occasione per affrontare le gravissime emergenze ambientali e dell’agricoltura come Taranto, Brindisi o la Xylella nel Salento”. “Il M5S – osserva ancora Bonelli – si sarebbe potuto occupare dei controlli all’Eni di Taranto, Cementir, chiedere riapertura Aia, lavorare per una conversione modello Bilbao a Taranto, per un 
piano energetico senza carbone e quindi convertire al solare Brindisi, affrontare Templa Rossa, il tema degli scarichi fognari a mare, un piano rifiuti senza inceneritori”. E il leader dei Verdi conclude: “Emiliano sarebbe stato messo alla prova e se avesse bloccato i provvedimenti degli assessori del M5S questi avrebbero potuto dimettersi, ma solo in quel momento e  spiegando il perché”. Ad evidenziare già una prima contraddizione del neo governatore Emiliano è invece l’ex consigliere regionale barese di Sel Michele Losappio che, in una nota critica sulla nomina di Salvatore Negro (Udc) ad assessore al Welfare, rileva: “Il consigliere Negro ha ricevuto dal residente Emiliano anche la delega alle Pari opportunità. Siamo dunque su scherzi a parte. E’ infatti noto a tutti che Negro è stato il più tenace e convinto affossatore delle due leggi sulla parità di genere nel (ndr – precedente) Consiglio: quella di iniziativa popolare del movimento delle donne e la più recente legge elettorale”. E ricorda Losappio: “La loro bocciatura nel voto segreto di Pd e Fi è stata sempre apertamente rivendicata da Negro come un successo, e non è un caso che fu proprio lui a chiedere in Aula il voto segreto nella prima votazione. Oggi gli viene attribuita questa delega, forse anche per le sue posizioni clericali sulla famiglia che presumibilmente lo porteranno a 
cercare di modificare l’innovativa legge della nostra Regione voluta da Vendola e dalla Gentile”. E l’ex esponente regionale vendoliano conclude: “C’è da chiedersi chi sulla parità di genere abbia cambiato idea, Negro o Emiliano!”. Ma siamo appena all’inizio della Legislatura regionale targata Emiliano e di interrogativi analoghi nel prosieguo, forse, se ne potranno porre parecchi. E non solo in tema di Pari opportunità.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 8 Luglio 2015

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