Cronaca

Ora tra Emiliano e Renzi è pace fatta?

Dopo mesi di “gelo” tra il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ed il premier nonché segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi, potrebbe scoppiare la “pace”. Infatti, ad auspicarlo è sicuramente il Primo cittadino di Bari e sindaco metropolitano Antonio Decaro che in Puglia passa per essere l’esponente di punta dell’area renziana del Pd pugliese, ma che però non ha mai preso le distanze da Emiliano neppure quando polemiche e punti di frizione tra il governatore pugliese ed il premier hanno raggiunto livelli incandescenti, come nel caso dello corso mese di Aprile, quando sul referendum “No triv” Emiliano e Renzi erano agli antipodi. Ad ogni modo, l’incontro barese di oggi tra il Presidente della Regione Puglia ed il Capo del Governo anche se non sortisse gli effetti sperati da Decaro, sicuramente sortirà una contingente “tregua” tra i due esponenti istituzionali che, dopo mesi di polemiche a distanza, in occasione della cerimonia di apertura dell’Ottantesima edizione della Fiera del Levante sottoscriveranno il tanto decantato “Patto per la Puglia”. Un’intesa, questa, che rientrando nel Masterplan per il Sud del governo Renzi, consentirà alla Puglia di accedere nei prossimi anni a risorse straordinarie, per finanziare un elenco predefinito di opere e progetti con un ammontare complessivo di oltre due miliardi di Euro. L’appuntamento per la firma del Patto è sempre alla Fiera del Levante, ma alla fine della cerimonia inaugurale. Incontro, quest’ultimo, che si verifica con circa quattro mesi di ritardo rispetto a quanto annunciato dal premier Renzi lo scorso metà Maggio, in occasione della sottoscrizione con Decaro del “Patto per la Città metropolitana di Bari”. Infatti, in quell’occasione, come si ricorderà, fu lo stesso presidente del Consiglio ad annunciare che entro 15 giorni sarebbe stato possibile siglare l’intesa con la Regione Puglia. Il ritardo, secondo quanto è dato sapere ufficialmente, è dovuto alle modifiche che si sono rese necessarie in seguito alla riduzione, denunciata dalla Regione Puglia, delle risorse previste dal “Patto per il Sud”. La Puglia, infatti, inizialmente aveva presentato un elenco di opere per sei miliardi di Euro, ma ha dovuto poi ridimensionare tale elenco, selezionando tra opere e progetti indicati soltanto alcuni, in quanto l’importo complessivo messo a disposizione dal governo Renzi è stato di circa due terzi in meno al fabbisogno indicato dalla Regione. Tuttavia, ai poco più di due miliardi assegnati dal “Patto per il Sud”, alla Puglia è stato previsto un altro finanziamento di 1,4 miliardi di Euro derivanti dallo sblocco, agli inizi dello scorso Agosto, da parte del Cipe, di circa 15 miliardi di risorse finanziarie del Fsc (Fondo di sviluppo e coesione). E per questo che Emiliano ora ha detto di essere tutto sommato soddisfatto del risultato raggiunto, perché in questa maniera ci si avvicina alla cifra necessaria alla Puglia a finanziare l’elenco di opere e interventi inizialmente previsti. Tra questi ci sono infrastrutture e trasporti, occupazione, inclusione sociale e ambiente. Infatti, come si ricorderà, gli attriti tra Governo nazionale e Regione Puglia sul “Patto per il Sud” erano cominciati diversi mesi fa proprio sulle cifre messe a disposizione da Renzi per il rilancio dell’economia nelle regioni meridionali. E lo scorso 26 aprile fu il governatore pugliese a scrivere a Renzi per comunicargli di ritenere “prive di giustificazione e lesive dei diritti della Puglia” sia “lo strumento di attuazione del Patto”, cioè il Contratto istituzionale di sviluppo, ma “soprattutto la dotazione finanziaria” complessiva del Masterplan. Emiliano in quell’occasione ricordò a Renzi che le risorse previste per il Patto per il Sud, e quindi per le Regioni del Mezzogiorno, erano inizialmente l’80% dei 54,8 miliardi del Fondo europeo di sviluppo e coesione 2014-2020. E sempre Emiliano rivelava che successivamente, senza che venisse comunicato in maniera formale, e “al netto di una serie di prelievi effettuati dal Governo”, il fondo complessivo veniva ridotto dapprima “a 38,8 miliardi e poi a 12,9 miliardi”. Quindi, un “importo significativamente inferiore a quello che avrebbe dovuto essere”. Emiliano, inoltre, ebbe a criticare il Contratto istituzionale di sviluppo, improntato “ad accelerare la spesa di risorse pubbliche in situazioni di incapacità di spesa da parte degli enti attuatori”. Mentre, a dire dello stesso Emiliano, la “Puglia rappresenta una sicura eccellenza, avendo speso nella scorsa programmazione il 100% dei fondi Fesr e, al netto della certificazione ancora in corso, circa il 100% anche del Fse”. Tutte considerazioni, queste, che difficilmente ora Emiliano ricorderà a Renzi nel suo discorso inaugurale della Fiera del Levante, a meno che non intende riaprire nuove ed ulteriori polemiche con il Governo e, in particolare, con Renzi. Ma è probabile che Emiliano in questa occasione non si lascerà prendere la mano, per cui accoglierà Renzi a braccia aperte, lasciando dietro le passate polemiche, perché il vero obiettivo del governatore pugliese non dovrebbe essere di certo quello di aprire fronti ormai chiusi, ma verosimilmente di crearne di nuovi, su cui puntare per alzare la posta in gioco con il Governo e nel partito di cui fa parte Renzi. Ed anche Emiliano. 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 10 Settembre 2016

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