Orlando e la megera di Gravina
Eretto in epoca normanna, svolse la sua funzione sino al 1731, anno in cui un sisma lo danneggiò gravemente. Abbandonato, andò presto in rovina. Ne avanzano tratti delle mura e resti di alcuni ambienti. Castel Garagnone è il meno noto dei manieri pugliesi. Prende nome dalla contrada in cui si leva lo sperone roccioso in cima al quale, a seicento metri d’altezza, una volta svettava questo maniero. Sembra che a favorire la non facile costruzione di quel castello abbia contribuito il fatto che quella cima si presentasse insolitamente piatta e livellata. Tale anomalia si spiega con la leggenda di Orlando e della strega di Gravina (fonte : Il Brigante News). Venuto in Italia per combattere i Longobardi, avversari del suo re, Carlo Magno, il prode paladino si ritrovò ad attraversare l’Alta Murgia. Preceduto dalla sua fama, l’eroe cristiano venne ripetutamente avvicinato della gente del posto con la preghiera di mettere fine alla tirannia della strega di Gravina. Mosso a pietà, il Paladino volle sfidare a duello la strega. Ma questa preferì mandargli contro il figlio. Luogo dello scontro : l’allora scabra vetta di Garagnone. All’ora del duello la megera si arrampicò in cima al campanile della cattedrale di Gravina per osservare di lontano il duello e ammaliare coi suoi artifici il paladino. Ne ebbe buon risultato perché, nonostante ogni sforzo, Orlando, che era come intorpidito, non riusciva ad avere ragione dell’avversario, intanto che gli zoccoli dei cavalli consumavano quel suolo irregolare ed aspro, irto di spuntoni rocciosi fino a spianarlo (ed ecco spiegata l’anomalia della livellata cima del Garagnone). A sera, sfinito e amareggiato, Orlando abbandonò il campo tra il giubilo dell’avversario e della strega. La delusione del paladino fu tale da spingerlo a prendersela con la sua spada, la mitica Durlindana, che cercò di fracassare sulla roccia. E invece la spada fatata uscì intatta dal tremendo impatto, nel quale la roccia rimediò un segno vistoso. Finalmente l’eroe comprese: un incantesimo aveva avuto ragione di lui. Oh, ma ciò sarebbe durato poco! Tornò indietro, colse di sorpresa il figlio della strega e lo infilzò. Sconfitta, la strega dovette abbandonare per sempre il territorio. Era finalmente arrivato il momento del meritato riposo. ma il povero cavallo di Orlando, stremato dalla lotta reclamava acqua. Non vedendone attorno, si mise a battere furiosamente con gli zoccoli sulla roccia. Si aprì una crepa da cui sgorgò acqua limpidissima… Ancora oggi quella fonte è detta Fontana D’Ogna per il fatto d’essere stata portata alla luce da un colpo d’unghia (lo zoccolo del cavallo).
Italo Interesse
Pubblicato il 26 Giugno 2019