Primo Piano

Ospedale ‘Di Venere’: cantieri infiniti, degenti in sofferenza e reparti allo sbando

Cambia poco e niente nella sanità delle grandi promesse, in Puglia e in particolare a Bari-Carbonara, dove c’è un ospedale a misura di ammalato, centro di eccellenza e punto di riferimento per gran parte del territorio, ridotta a struttura fantasma, cantiere terno in barba a tutte le leggi dell’uomo e della coscienza. Ammesso che ancora ce ne sia una in un ospedale dove da almeno quattro anni sono stati aperti cantieri tra i viali e all’interno dei reparti in molti casi ancora in piena attività. Come testimoniano le nostre foto, proprio davanti a un reparto oncologico, ci sono una palizzata che delimita lavori infiniti con tanto di percorso obbligato e poi quelle maledette barriere architettoniche che l’altro giorno hanno costretto una povera donna in terapia chemioterapica a farsi portare a braccia. Uno spettacolo incedente per chi ancora amministra la sanità pubblica nell’Ospedale ‘Di Venere’, capace di chiudere gli occhi e fingere di non sapere. Eppure di interpellanze, interrogazioni e interviste anonime rivolte ai dipendenti e poi inutilmente girate al direttore Galasso sullo stato di degrado dell’ospedale alla periferia cittadina ce ne sono state una infinità, negli ultimi anni. Un fiume di inchiostro e denunce finite in chissà quale armadio chiuso a chiave. Invece Massimo Cassano, parlamentare del Ncd, è stato abbastanza breve. In un’interrogazione, infatti, Cassano ha chiesto direttamente al presidente della Regione, Nichi Vendola, e all’assessore alle politiche della salute di spiegare la logica che di fatto sta portando ad un notevole – e a suo parere, assurdo – ridimensionamento dell’ospedale ‘Di Venere’ di Bari/Carbonara, dove i servizi in fase di smantellamento sono l’Anatomia Patologica e il Centro Trasfusionale, entrambi ampiamente riconosciuti tra i più validi dell’intero Sud Italia. “”Prima ancora però un’infinita serie di reparti sono stati chiusi o notevolmente ridotti: medicina sociale, geriatria e psichiatria, accorpamento di chirurgia d’urgenza e chirurgia generale, dermatologia, riduzione di posti letto a ginecologia e neurochirurgia (punti di riferimento per i pazienti di tutta la Puglia), fisiopatologia respiratoria e pediatria. Una percorso che più che virtuoso appare segnato da intenti ben precisi: smontare pezzo per pezzo uno dei gioielli locali della sanità””, spiegava Cassano, seguito a ruota da tanti altri parlamentari e sindacalisti. In tanti hanno chiesto al presidente Vendola e all’assessore alla Salute le motivazioni per cui, ad esempio, un paziente ferito gravemente in un incidente avvenuto sulle strade di confine tra le province di Bari e Taranto sia stato trasportato in elicottero in un ospedale a più di duecento chilometri di distanza, e cioè a Potenza, aggiungendo così al dramma che ha colpito un intero nucleo familiare, il disagio insopportabile della distanza per accudire il proprio caro. Disagi a parte, nel mirino ci finisce sempre più spesso l’Ospedale ‘Di Venere’, già terminato al centro delle critiche la primavera corsa, allorquando la rianimazione pediatrica chiuse i battenti per l’impossibilità di assumere personale medico e paramedico, ma anche tecnici specializzati per praticare l’anestesia prima degli interventi chirurgici. E adesso, con l’estate alle porte, non ci saranno più ostetriche a sufficienza per garantire un servizio che non sia martoriato da turni massacranti, come accade in tanti altri reparti, al ‘Di Venere’ di Bari-Carbonara. Inutile ricordare che qualche tempo fa, con i problemi ancora aperti dei reparti sguarniti e senza attrezzature, la direzione dell’ospedale di Bari-Carbonara aveva anche pizzicato un dipendente degli uffici amministrativi che timbrava i cartellini di alcuni suoi colleghi. Ma direttori amministrativi e sanitari, per tutta risposta, si sono limitati a insediare le solite commissioni e sottocommissioni d’inchiesta (che non servono mai a niente…) incaricate di fare piena luce sul comportamento del dipendente fedifrago. Invece, a ben guardare, al ‘Di Venere’ sono ben altri e c’è ancora tanto buio attorno allo storico nosocomio della ex frazione barese che di luce, sinceramente, se ne vede davvero poca al di là delle palizzate dei cantieri e lavori interminabili….cui prodest?

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 8 Luglio 2014

Articoli Correlati

Back to top button