Cronaca

Ospedale “Di Venere”: niente più medici e infermieri a Neurochirurgia

Riflettori puntati ancora sul reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale ‘Di Venere’ di Bari. Otto infermieri in meno in un anno; una delle ultime trasferita tempo fa all’Unità operativa del “Sit”, come se la situazione alla Neurochirurgia non fosse già da tempo grave. E’ il gioco delle tre carte che un’allegra dirigenza aziendale sta perpetrando sulla pelle di servizi essenziali e in un reparto da sempre considerato tra i migliori della sanità pugliese. E invece sembra di essere di fronte ad un disegno ben preciso: piegare la Neurochirurgia dell’ospedale Di Venere di Carbonara, chiedere l’impossibile ai medici e al personale tutto, mettere in fuga i pazienti. Massimo Cassano, sottosegretario e rappresentante di punta del Nuovo Centro Destra in Puglia torna ad andare giù duro, anche se già un paio di anni or sono parlava d’un disegno di cui non si conosce lo scopo, “…ma di cui chiederemo spiegazioni in un’interrogazione al presidente della Regione, Nichi Vendola e all’assessore per le politiche della salute. Nell’unità operativa complessa della Neurochirurgia del Di Venere, da mesi si denunciano situazioni gravissime legate soprattutto alla carenza di personale medico e paramedico. Non è possibile fare i turni di servizio continuati senza la possibilità di riposo per i medici e infatti quel reparto funziona – nonostante tutto – grazie solo all’eccezionale senso del dovere e allo spirito di abnegazione di chi presta la propria opera. Con situazioni e carichi di lavoro che però diventano drammatici nei periodi delle feste o delle ferie estive, qual è quello dei prossimi mesi”. Ma non è finita. Per quanto riguarda il personale infermieristico e ausiliario, negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio scempio. Eppure secondo gli esperti per fornire ai pazienti neurochirurgici un’assistenza minima adeguata, l’unità del Di Venere avrebbe bisogno almeno di quattro infermieri professionali a turno, distribuiti nei cinque turni (compreso quello di riposo). E invece si continua ad assistere a trasferimenti, contratti a tempo determinato, personale in maternità mai sostituito, personale andato in pensione e mai sostituito. Continua così una silente e maligna operazione di distruzione di uno dei fiori all’occhiello della nostra sanità. Secondo Cassano la situazione non è grave, è gravissima. “E’ giunto il momento che il presidente della Regione, Nichi Vendola, dica una volta per tutte ai pugliesi cosa sarà di una sanità ridotta ai minimi termini da un piano di rientro pericolosamente miope che di fatto, a fronte della chiusura di piccoli presidi ospedalieri –continua il senatore barese- ha messo in ginocchio anche gli ospedali storicamente punto di riferimento per migliaia di ammalati del Sud”. (adl)  


Pubblicato il 21 Febbraio 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio