Cronaca

Ospedale per bambini: niente macchinario, e tutti stanno a guardare…

E’ pazzesco, incredibile eppure vero: all’Ospedaletto dei Bambini Giovanni XXIII° di via Amendola a Bari da un anno manca l’apparecchiatura ‘salva-vita’ necessaria ad espletare un ecocardiogramma. E nessuno fa niente, a parte le solite segnalazioni agli organi –si fa per dire…- competenti.  Gino Cipriani, Segretario del Gruppo Indipendente Libertà, ha un diavolo per capello perché, come lui sa bene, <<…si continua a giocare con la pelle della povera gente e quel che è peggio, con quella dei bambini innocenti>>. Eppure lui s’è già rivolto da diversi mesi al Ministro alla Sanità, alla Procura della Repubblica ed al Nucleo Antisofisticazioni (Nas) dei Carabinieri di Bari, proprio allo scopo di segnalare e porre fine, come alza i toni lui stesso, ad un ‘grave disservizio’ in quello che era un reparto ‘eccellente’. Un reparto esistente presso la Cardiologia di “eccellenza”, annessa all’Ospedaletto dei bambini di una città capoluogo che i signori Nichi Vendola, capo della giunta regionale, ed Elena Gentile definiscono testa di ponte protesa verso l’Oriente. Eggià, chissà come dovrà sentirsi chi dovrebbe provvedere a reperire un macchinario cardiologico così importante, invece di riempirsi la bocac con le città immaginarie dove la sanità serve per curare la gente e non per arricchimenti facili o discorsi elettorali. Insomma, una assenza insensata e ingiustificabile, un buco che peserebbe su qualunque coscienza, una fala aperta da quasi uno anno in un ospedale pediatrico. E, si badi, parliamo di un’apparecchiatura necessaria ad espletare un ecocardiogramma. <, sarebbe stata sufficiente, una licitazione privata, ovvero l’invito di richiesta di preventivo, previa relazione tecnica del primario, attinente tutte le caratteristiche, rivolto a cinque ditte specializzate, in grado di fornire l’apparecchiatura in questione. A questo proposito l’ex consigliere municipale barese riporta alla mente l’episodio che ha visto protagonista un bambino di 6 anni che – così come documentato – da luglio 2013 non riesce a tutt’oggi, ovvero marzo 2014, ad essere sottoposto ad un normale ECG da sforzo, nonostante sia affetto da “insufficienza tricuspidalica funzionale” e da dolori  toracici. Un disservizio, paradossalmente, che accade all’interno di una struttura pediatrica di eccellenza che, nonostante la qualifica, non riesce da oltre sette mesi a riparare un’apparecchiatura cardiologica. Tanto che un paio di mesi or sono, precisamente il 24 gennaio, alle ore 17,22, il piccolo paziente, accompagnato d’urgenza al Pronto Soccorso del Giovanni XXIII°, veniva inviato in consulenza presso il reparto di Cardiologia in quanto affetto da “tachicardia e dolore toracico” da circa 1 ora. Accompagnato presso il reparto predetto dai genitori si apprendeva che“l’espletamento diagnostico con test da sforzo, non è eseguibile attualmente presso la nostra U.O. per mancanza dell’attrezzatura, in totale contrasto con quanto precedentemente dichiarato, ossia di apparecchiatura in avaria. Alla luce di queste contrastanti dichiarazioni ci chiediamo se, nel frattempo, il paziente in questione possa andare incontro a danni più o meno irreversibili a costo della vita. Cosa ha fatto la direzione sanitaria del Policlinico, organo istituzionale di controllo, per evitare tutto ciò? Considerato il lungo tempo trascorso, poco o niente…non resta che vergognarsi!

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 26 Marzo 2014

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