Cronaca

Ospedali e Rsa: “Mai più divieti ai familiari, altrimenti partono le denunce”

Da oltre due anni le regole per visitare i degenti, senza passare dai direttori ospedalieri

La necessità di cancellare le immagini nefaste dei reparti ospedalieri sbarrati ad amici e parenti che andavano a trovare nonni, mamme e papà è stata la battaglia di civiltà che, a partire dalla pandemia del 2020, s’è allargata dalla provincia di Bergamo a tutto il resto dell’Italia. Dappertutto, insomma, in poco tempo s’è avvertita la necessità di proteggere i parenti, ma anche quella di non farli morire di nostalgia e paura e dappertutto s’è distinto chi ha fatto di tutto per ripristinare il diritto d’accesso dei parenti all’interno degli ospedali, ma anche ospizi, pensionati e residenze per anziani. E così, all’inizio di un paio di anni fa – precisamente a febbraio 2021 – è stato infine approvato un emendamento sull’accesso dei parenti nei reparti di degenza ospedaliera, con l’obiettivo di regolamentare, appunto, gli accessi ai parenti dei degenti in strutture ospedaliere, Rsa e sale parto, togliendo la discrezionalità ai direttori sanitari di poter chiudere i reparti e impedire le visite. Ma veniamo a noi. “Il rispetto della norma della Regione Puglia che prevede la riapertura degli ospedali a familiari, assistenti delle famiglie e ai papà in sala parto è sempre stata una mia priorità, fin da quando ho sostenuto fortemente la sua introduzione a seguito del periodo più difficile della fase Covid”. Il consigliere regionale Antonio Tutolo annuncia così l’innalzamento dell’attenzione della politica regionale sugli impedimenti alle visite alle persone ricoverate sul territorio pugliese. E infatti, per ciascuna provincia, oggi c’è un referente che raccoglierà le segnalazioni delle eventuali violazioni da parte dei responsabili delle strutture che ostacoleranno l’applicazione della legge e quindi negheranno un diritto ormai acquisito. Per la provincia di Foggia sarà proprio Tutolo a sorvegliare sul rispetto della direttiva, mettendo a disposizione il suo numero di telefono cellulare (328 6513646,) e la posta elettronica: atutolo@consiglio.puglia.it. Per le altre province, a cominciare da Lecce, disponibile Donato Metallo, per Bari Francesco Paolicelli, per la Bat Debora Ciliento, per Brindisi Alessandro Leoci e per Taranto Vincenzo Di Gregorio. Tutti loro avranno accesso all’indirizzo mail: ospedaliapertipuglia@gmail.com a cui potranno rivolgersi i cittadini con una breve descrizione dei fatti denunciati, indicando nome della struttura e reparto che ostacolano i contatti parentali con i ricoverati. Le segnalazioni, fa sapere ancora Tutolo, saranno smistate all’Asl di riferimento, incaricata di intervenire e risolvere materialmente la singola situazione. “Per i visitatori è consentito l’accesso per minimo 45 minuti al giorno – recita la legge – e inoltre è consentito l’accesso e la permanenza dei “caregiver” in strutture sanitarie, ospedaliere e territoriali. In particolare per l’assistenza ai pazienti anziani, alle donne in gravidanza nonché per i pazienti non autosufficienti e in condizione di fragilità”. “Ormai è un fatto acclarato che l’umanizzazione delle cure sia un elemento fondamentale del percorso di assistenza e guarigione – conclude Tutolo – per cui non è più ammissibile che ci sia ancora chi favorisca la solitudine che incide negativamente sul morale e quindi sull’eventuale  decorso della malattia di persone che si trovano in una situazione di sofferenza. Spero di non ricevere segnalazioni dalla Capitanata, altrimenti i responsabili ne dovranno dar conto, oltre che alla loro coscienza, dal punto di vista legale”.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 20 Settembre 2023

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