Ospedali in prima linea: “Servono rinforzi e subito nei pronto soccorso”
Fp/Cgil torna a esporre la preoccupazione per i pericoli nei reparti di primo intervento degli ospedali, chiedendo alla Regione di applicare le linee guida a tutela del personale sanitario approvate il 31 luglio, ma soprattutto di sbloccare le assunzioni di personale
Continuano gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari in Puglia: dall’inizio di quest’anno – e quindi da meno di otto mesi – nonostante le belle intenzioni sventolate dagli amministratori non s’è riusciti a bloccare un fenomeno che sta mettendo a dura prova il personale che opera nelle strutture sanitarie. In pratica i camici bianchi e verdi rischiano le ossa rotte soprattutto soprattutto nei reparti di pronto soccorso: lo scorso anno – da dati dell’Osservatorio Nazionale sulla sicurezza degli esercenti professioni sanitarie e socio-sanitarie – è stato rilevato che nella sola Puglia ci sono state ben centosedici aggressioni con ben centocinquantotto operatori coinvolti, praticamente almeno un’aggressione ogni tre giorni <<…ma se aggiungiamo le tantissime aggressioni verbali e quelle che non vengono effettivamente registrate, allora c’è da perdere il conto e i dati assumono ben altra dimensione>>, rimarca il segretario Funzione Pubblica Cgil/Puglia Luigi Lonigro. Il quale sa bene che anche quest’anno il fenomeno non è certo in diminuzione, anzi. Troppe, infatti, le aggressioni che hanno interessato la nostra regione, l’ultima a Maruggio, provincia di Taranto. E, tra i profili professionali più esposti, senza dubbio infermieri e medici, mentre i luoghi dove accadono più spesso aggressioni e minacce i servizi psichiatrici di diagnosi e cura (SPDC) e, appunto, i reparti di prima cura ed emergenziali. <<La situazione – continua Lonigro – è insostenibile. Non si contano più i casi di lavoratori che chiedono d’essere trasferiti, mentre iniziano a verificarsi anche casi di dimissioni per le aggressioni ma anche per le condizioni in cui si è costretti a lavorare>>. Eppure la Regione Puglia ha adottato a fine luglio alcune linee guida proprio in materia di “prevenzione, protezione e gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari e socio-sanitari”. Regole che prevedono misure concrete per migliorare la sicurezza del personale e cioè per gestire al meglio gli episodi di violenza segnalati, monitorando gli “eventi sentinella” al fine di prevenire il ripetersi degli stessi, ma anche introducendo figure che dovrebbero comunicare con pazienti e famiglie oltre all’assistenza psicologica alle vittime e una particolare attenzione alla formazione del personale. <<Sicuramente si tratta -osserva ancora il segretario Fp/Cgil – di misure utili a contenere le aggressioni in ambito sanitario, ma le ragioni per cui questi fatti avvengono sono da individuare più che altro nei tempi di attesa all’interno dei pronto soccorso, magari perché si ritiene l’intervento dell’operatore sanitario non adeguato. Motivi che spesso sono collegati a condizioni di lavoro estreme e carenze di organico>>. Ed è proprio per questo che i rappresentanti dei lavoratori sono tornati in prima linea a chiedere l’adozione delle misure necessarie a contrastare rischi e pericoli per medici e infermieri, a cominciare dalle assunzioni di nuovo personale. <<I piani occupazionali non vanno solo adottati, ma attuati – taglia corto infine Luigi Lonigro – considerato che la Puglia è una delle regioni con le maggiori carenze di personale. Dalla Regione ci aspettiamo da subito lo sblocco delle assunzioni e l’adozione delle misure indicate nelle linee guida approvate il 31 luglio scorso, perché dalle parole è bene passare ai fatti>>. Tutto ciò, giova ribadirlo, a tutela di personale che deve operare nelle migliori condizioni in avamposti dove il confine tra la vita e la morte è labile e dove non è possibile lavorare col terrore che, quando meno te l’aspetti, un parente infuriato posa sferrarti in pugno in faccia o di peggio…
Francesco De Martino
Pubblicato il 22 Agosto 2024