Padre dell’ornitologia e dell’ambientalismo pugliese
187 anni fa nasceva nella nostra città Vincenzo De Romita, scienziato e collezionista

“Perlustrava lontane contrade, si calava spericolatamente in grotte e gravine o cercava sulle rive del mare le pietre utilizzate dai nostri antenati, catturava i serpenti con le mani e coabitava con uno scimpanzé mentre osservava le abitudini di un capovaccaio nutrendolo di carne, pasta e legumi. Un borghese rispettabile, infine, con un passato di vegetariano e, pressoché certamente, di garibaldino in pectore: viaggiatore instancabile, insegnante rigoroso, padre e patriarca… “ E’ quanto si legge nella quarta di copertina di un libro edito da Adda Editore e che raccoglie contributi di Luigi Traetta e Peter Zeller a proposito di uno scienziato barese di tale fama e valore da meritare l’appellativo di ‘padre dell’ornitologia e dell’ambientalismo pugliese’ ; a riconoscerne i meriti concorre pure il ricco epistolario che il Nostro intrattenne con i più illustri studiosi, tra cui Achile Coita, Giacinto Martorelli, Ettore Arrigoni degli Oddi e Enrico Hillyer Giglioli. Nato il 23 maggio del 1838 a Bari, dove si sarebbe spento il 9 maggio 1914, Vincenzo De Romita si formò presso la Reale Accademia delle scienze fisiche e matematiche di Napoli prima di rientrare nella città natale e dedicarsi all’insegnamento delle scienze naturali. Soprattutto De Romita fu un appassionato collezionista. La sua raccolta naturalistica, successivamente donata alla scuola dove fu preside incaricato (il ‘Pitagora’), ammonta a tremila esemplari. Anche appassionato archeologo, De Romita raccolse preziosi reperti neolitici, poi ceduti al Museo Archeologico di Bari. Pubblicò diversi volumi, uno dei quali (‘La Terra di Bari sotto l’aspetto storico, economico e politico’), fu premiata all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 con la medaglia d’oro. Bari gli ha dedicato una via nei pressi del Lungomare Nazario Sauro. Si diceva prima di contatti con i più alti scienziati del tempo. Nella sua ‘Relazione di un viaggio nelle Calabrie fatto nella state del 1876’, Achille Costa così rievoca alcune ore trascorse a Bari con de Romita : “Le poche ore che rimasi in detta città le passai in compagnia del Sig.Vincenzo de Romita, già alunno della nostra Università ed ora professore di Storia Naturale in quell’Istituto Tecnico, il quale con molto zelo si occupa della raccolta di quanto di più interessante e di particolare quella provincia gli offre: oggetti che potetti osservare altri nel gabinetto dell’Istituto, altri nelle sue particolari collezioni. Di uccelli per esempio vi si notavano varie specie non facili ad approdare nell’Italia meridionale. Di Rettili avea la varietà del Coluber leopardinus descritta da Pallas col nome di Col. lineatus. Fra Pesci era notevole un feto di Squalo bicefalo, mostruosità non frequente in tale classe di Vertebrati. Infine tra insetti vi era la Ciccindela dilacerata, che compariva per la prima volta nella Fauna delle provincie napoletane.”
Italo Interesse
Pubblicato il 23 Maggio 2025