Cultura e Spettacoli

Padre in cielo, Madre in terra

Un film che sa di parabola, che profuma di Vangelo, pur non toccando l’elemento religioso (ma, occhio alla locandina, di cui un dettaglio in immagine…). ‘Madre nostra’, è un documentario di Lorenzo Scaraggi, giornalista e video maker bitontino. Premiato in Inghilterra – a Cardiff si è classificato secondo all’Italian Film Festival – il lungometraggio è stato proiettato due giorni fa in anteprima al Cineporto ; molto buona l’accoglienza della platea. Viaggiatore seriale e cacciatore di storie da raccontare, Scaraggi questa volta percorre la nostra terra a bordo del suo camper d’epoca e, non nuovo a queste cose, si sofferma là dove è possibile raccogliere testimonianze di vita in cui il riscatto e la redenzione sociale si sviluppano nel corso di un ritrovato e controtendente rapporto lavorativo con la terra. Anche questa volta il Nostro fa tutto da sé : conduce, dirige, monta. Alla fine confeziona un documentario di 52’ distribuiti tra orti sociali e campagne strappate alla mafia e all’abbandono. In questi contesti marginalmente urbani associazioni e cooperative agricole si fanno pescatrici di incerti, delusi e reietti, che con pazienza e amore voltano in uomini di buona volontà. Quattro, nell’ordine, le tappe di questo Tour della speranza: San Michele Salentino, Bari, Cerignola e Loseto, nei cui territori operano, rispettivamente, Il Trullo Sociale, Semi di vita, Pietra di scarto e Spazio Esse. Scaraggi prima s’incuriosisce, poi si appassiona. Allora pone domande, stuzzica, vuole capire, vuol far capire anche ai fruitori del lungometraggio. Tra protagonisti ed ‘ospiti’ delle strutture, raccoglie risposte preziose. Due di queste, non casualmente si avvicinano: “Se ho ricevuto tante volte gratis, perché non dovrei dare gratis anch’io?” e “Come gli altri mi hanno salvato, così voglio salvare gli altri”. E poi ce n’è un’altra: “Se Padre nostro è nei cieli, qui in terra c’è madre nostra”… Il lavoro di Scaraggi è opera che incoraggia, che autorizza a sperare, soprattutto segnala un orientamento etico che è in rotta di collisione col pensiero egemone : La formazione dell’Uomo nuovo, unico viatico alla salvezza di una ‘specie’ (e di un pianeta), non può non passare per il ritorno alla terra. Un ritorno alle nostre radici che al primo posto mette il piacere del gesto umile a favore di un’agricoltura sostenibile, nemica di una tecnologia invasiva e nefasta. Un ritorno che risveglia e che rinnova, che di riflesso rilancia valori smarriti quali la giustizia socio-economica, il consumo consapevole, l’agricoltura sostenibile, il commercio equo e solidale, l’educazione alla legalità..

Italo Interesse

 


Pubblicato il 21 Novembre 2019

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio