Cultura e Spettacoli

Pagine come carta moschicida

Luigi de Crescenzo, in arte Pacifico, sarà dopodomani a Bari. Per sabato 28 novembre è in cartellone al Teatro Forma ‘Le Mosche’, mini-tour teatrale del cantautore milanese con ascendenze campane. ‘Le mosche’ non è il titolo della sua ultima incisione bensì quello di un piccolo libro in edizione speciale e in tiratura limitata. Un libro che nasce da spunti, riflessioni, interrogativi ed altre ‘mosche’ del pensiero che Pacifico una volta usava raccogliere su un vecchio taccuino. Intorno a queste ‘mosche’ si snoda uno spettacolo che si articola fra racconto e canzone. Pacifico fa di ogni ‘mosca’ la stazione di un percorso che in parallelo racconta l’uomo e l’artista. Un De Crescenzo attore, dunque, oltre che narratore, cantautore ed entertainer. Quale di questi aspetti sarà prevalente? Lo abbiamo domandato allo stesso interessato : – “E’ difficile dire. Sono ancora alla ricerca del giusto equilibrio. Comunque molto dipende dal rapporto col pubblico che essendo ogni volta diverso può spingere le cose in un modo piuttosto che in un altro. In generale, però, sento che va crescendo la parte legata alla narrazione”. – In principio fu dunque una malandata agendina… – “Senza dubbio. Quando ho realizzato che in mezzo a cancellature e segnacci c’era tutto un vissuto di uomo e di musicista, ho capito da dove dovevo cominciare”. – O ricominciare?… – “Forse. Questo libro arriva in un momento particolare della mia vita. Ho da poco passato i cinquant’anni, da pochissimo sono diventato padre, di recente ho perso mio padre… Sì, avevo bisogno di guardarmi indietro per capire in che direzione andare avanti?” – Ci saranno altri libri in futuro e svincolati dalla musica? – “ E’ possibile. Sto accarezzando l’idea di un romanzo”. – Che formula avrà lo spettacolo? – “Molto agile. A parte pochi oggetti scenici a cura di Sergio Brumana e qualche base (i suoni e la programmazione sono affidati a Max Faggioni) siamo solo in due, la mia chitarra acustica ed io”. –  Ciò significa aver riarrangiato un centinaio di canzoni… – “Un lavoraccio”. – Presenterai qualche inedito? – “Ho nel cassetto tantissimi inediti, ma gli inediti passano spesso inosservati e poi se non li ho incisi è perché non sono del tutto convinto del loro valore. No, non ne presenterò nessuno”. – Sapevi che esiste una canzone di Claudio Lolli del 1977 che si intitola ‘Morte di una mosca’? – “Non lo sapevo. Ho letto in gioventù ‘Il signore delle mosche’ di William Holding e ‘Le mosche’ di Sartre. Quando parlo di mosche, però, non inseguo riferimenti alti. Le mie povere mosche sono cose che mi volano in capo e che sono difficili da afferrare. Le pagine del mio libro hanno semplicemente funzionato come carta moschicida”.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 26 Novembre 2015

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