Palagiustizia alle casermette? Impossibile, quell’area per il PRG è a verde
Sede unica della giustizia: si tinge di giallo il ‘batti e ribatti’ tra Sindaco di Bari Antonio Decaro e Ministro di Grazia e Giustizia Alfonso Bonafede, intenti da qualche tempo a rincorrersi inutilmente per sottoscrivere quel protocollo a suggello del patto per il nuovo “Polo degli Uffici Giudiziari di Bari” nell’area occupata dalle caserme ‘Capozzi’ e ‘Milano’. E alla fine a Decaro devono essere sembrati davvero troppi tre rinvii uno dopo l’altro, tra fine maggio e luglio. Tanto da convincerlo a chiedere a muso duro una data certa ai burocrati romani per la sottoscrizione di quel protocollo diventato fantasma. Costringendo a scendere nuovamente in campo anche avvocati e giudici che da quasi trent’anni premono e aspettano una sede unica dignitosa dove esercitare e applicare la giustizia nel distretto della Corte di Appello di Bari. Allora, come mai dal Ministero ora giungono segnali fin troppo dubbiosi, per non dire negativi sull’ipotesi casermette, tanto da rinviare dieci giorni fa a ‘data da destinarsi’ la sottoscrizione del suddetto protocollo? Il mistero s’infittisce. E se anche a Roma avessero scoperto che quello studio di fattibilità da cui è emersa l’ipotesi ex aree militari per la sede unica della giustizia è inutile e superato, come ampiamente assodato anche su questo giornale a nove colonne, un paio di mesi fa? E se nelle stanze che contano della Capitale fossero giunti gli echi di una ‘querelle’ giudiziaria sulla sede unica che a Bari si trascinata a colpi di carte bollate da quando l’ex sindaco di Cagno Abbrescia bandì una ricerca di mercato assegnata all’impresa Pizzarotti da Parma, per arrivare inutilmente addirittura alla nomina di un commissario ‘ad acta’ e sentenze infinite di ogni ordine e grado tra i tribunali e corti di Bari, Roma e Strasburgo? Infine, il colpo di grazia: e se anche a Roma, da dove hanno promesso i soliti finanziamenti plurimilionari per il nuovo Palagiustizia barese, si fossero resi conto che le aree occupate dalle vecchie casermette di via Alberotanza – …e sulle quali dovrebbe poi sorgere, appunto, il nuovo palagiustizia – sono destinate dal Piano Regolatore Generale a “Verde di Quartiere”. Anzi, precisamente a dotazione standard, “minima inderogabile” – direbbe un tecnico – allo stesso P.R.G., a servizio di quartieri del centro cittadino che, come arcinoto, sono assolutamente privi di verde? Segreto di pulcinella, dunque, visto che il “Piano Quaroni” è vigente dal 1976, non da qualche giorno. Insomma, il dubbio che s’insinua a Palazzo di Città è che l’ipotesi ‘caserme’ cominci a vacillare vistosamente anche tra chi prima lo sosteneva in via Arenula, trattandosi d’un intervento di grande volumetria (oltre 500mila mc di nuova costruzione) che dovrebbe realizzarsi attraverso una altrettanto grande variante al P.R.G. danneggiando irrimediabilmente la qualità della vita degli abitanti della zona. E in particolare di Carrassi, in cui ricadono quelle aree. Di certo l’ipotesi ha già preoccupato e spaventato il Comitato di quartiere a Carrassi, che l’anno scorso ha raccolto quasi duemila firme tra i residenti, con una petizione inchiavardata in chissà quale cassetto dell’Ufficio Tecnico. Quei tecnici comunali che dovrebbero sapere come, in un contesto come quello che si presenta tra via Fanelli, via Alberotanza, Corso De Gasperi e dintorni, la variante di cui sopra andrebbe a sconvolgere il “Sistema Urbano” previsto dal Piano Regolatore, abbassando irrimediabilmente il livello della qualità della vita dei residenti, con ripercussioni sulla salute degli stessi residenti. Insomma, come in ogni racconto in giallo che si rispetti per ora sono solo ipotesi che si rincorrono sull’asse Bari-Roma, ma l’idea del palagiustizia a Carrassi sembra lontana ogni giorno di più. A causa d’una variante improponibile anche per leggi, (D.M. 1444/1968) che, per ogni quartiere, impongono quantità “minime inderogabili ” di aree verdi, ma contraria anche ai requisiti minimi di vivibilità e salute dei cittadini che in quelle zone ci abitano. Poveri loro, già oppressi da fumi di smog e fiumi di lamiere ogni santo giorno. Eppure il Sindaco di Bari insiste e continua a coltivare l’ipotesi militare nella periferia cittadina. Come quando, nella sua prima campagna elettorale del 2014, sbandierò l’idea di realizzare il Palagiustizia al posto dalla Caserma “Briscese” di via Napoli, ai margini del quartiere Libertà. Un’ipotesi allora di brevissima durata….
Francesco De Martino
Pubblicato il 24 Luglio 2019