Cronaca

Pale eoliche, avifauna a rischio

Nei territori di Crispiano e di Massafra, tre giorni fa, il Corpo Forestale dello Stato ha sequestrato una ventina di pale eoliche posizionate lungo una delle rotte migratorie di alcune specie di uccelli. Si riaccendono le polemiche all’interno della grande famiglia dei difensori dell’ambiente. Da un lato chi vuole energia pulita a qualunque costo, dall’altro chi tiene per il paesaggio e contrasta sia l’inquinamento acustico che la moria di volatili. Quest’ultimo aspetto del problema, la strage a danno dell’avifauna, è oggetto di dibattito infuocato. I sostenitori dell’eolico non negano la realtà : la rotazione delle pale uccide quegli uccelli che abbiano la sfortuna d’incapparvi, tuttavia in numero limitatissimo. Un piccolo ‘sacrificio’ necessario per garantire alla stessa avifauna areali meno inquinati, perciò più idonei alla conservazione delle specie. Chiacchiere, si sentono rispondere : In presenza di vento forte quelle pale, che nel punto più lontano dal rotore possono toccare i 300 km orari, girano così  vorticosamente da dare l’impressione di non esistere. Facile allora per un uccello non vederle o essere risucchiato dal vortice d’aria. E che ad essere intrappolata sia una rondine o un’aquila reale non fa differenza. L’impatto disintegra quei corpi e facilita il ‘lavoro’ a terra di ratti, volpi, gatti e cani inselvatichiti i quali fanno sparire le carcasse dando l’impressione di un danno limitato. E poi i ‘filari’ di pale eoliche sottraggono territorio agli uccelli, creano un effetto barriera che obbliga gli stormi a giri molto più lunghi, al prezzo di un superiore dispendio energetico che alla lunga si rivela fatale. Ancora i fautori dell’energia eolica scuotono la testa : I danni all’avifauna andrebbero considerati sul lungo e non sul brevissimo periodo, come invece avviene con valutazioni di impatto ambientale fatte in due mesi. In altre parole, si dia agli  uccelli il tempo necessario all’acquisizione per via genetica del senso di pericolo verso le pale eoliche e in capo a venti generazioni questi impianti diventeranno assai meno letali di cacciatori e pesticidi. Indipendentemente da questo, però, quegli impianti restano uno sconcio sul piano paesaggistico. E chi vive nelle vicinanze dei parchi eolici si lamenta di un ronzio esasperante, di cefalea, irritabilità, insonnia. Ci sono poi torri che prendono fuoco, che perdono le pale, che attirano i fulmini, che scagliano blocchi di ghiaccio… C’è infine chi prova a mediare : E se si puntasse sul mini-eolico? Un piccolo impianto piazzato in cima ad uno stabile per produrre l’energia necessaria al funzionamento dell’ascensore non produce danno acustico, non oltraggia niente sul piano paesaggistico (a quello provvede già  la città) e data la sua collocazione mette assai poco in pericolo l’avifauna.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 5 Dicembre 2014

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