Cronaca

Palese: l’accorpamento delle circoscrizioni fa rinascere la voglia di autonomia

 

Ora la discussione a Bari sull’accorpamento delle odierne 9 circoscrizioni amministrative comunali ricomincia da 5, dopo che lo scorso 18 aprile l’assemblea cittadina, in seduta monotematica, pur avendo certificato il fallimento della politica del decentramento nella Città capoluogo, non è stata in grado di decidere rapidamente su quale nuovo modello riorganizzare l’assetto decentrato dell’Amministrazione comunale barese. Infatti, è stata la maggioranza stessa di centrosinistra ha dividersi al proprio interno, tra la proposta dell’assessore al decentramento, Mara Giampaolo, che prevede la suddivisione del territorio comunale in 5 municipalità (così come promesso a grandi linee dal sindaco Michele Emiliano il 4 febbraio 2010, alla vigilia della temuta istituzione dei Comuni autonomi di Palese-Santo Spitito e Carbonara-Ceglie-Loseto)  e quella a 3 municipalità, avanzata inopinatamente da dieci consiglieri di maggioranza (tra i quali il presidente stesso della commissione speciale per il decentramento, Massimo Maiorano) che durante il consiglio hanno presentato un apposito emendamento che, se venisse accolto, vedrebbe le comunità di Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto non  più come circoscrizioni a se, chiamate però “Municipi”, ma come nuovi e più ampi organi di decentramento amministrativo, ottenuti dall’accorpamento con altre odierne e più ampie circoscrizioni cittadine, costituenti delle mega municipalità. E,quindi, prive financo di quella specificità territoriale che le ha contraddistinte dal 1981 come circoscrizioni a se, e prima ancora come frazioni del capoluogo. Il centrodestra, invece, si è mantenuto compatto in consiglio su una posizione coerente a quella assunta in commissione, che prevede la costituzione di 6 municipalità, tra cui le due distinte di Palese-SantoSpirito e Carbonara-Ceglie-Loseto. “Ma con quali funzioni?” E soprattutto: “Con quali strumenti di partecipazione popolare?” si chiedono con una nota l’ex-presidente della Prima circoscrizione, Saverio Di Liso, l’ex-consigliere circoscrizionale Domenico Lomazzo e Domenico Guido, tutti in passato esponenti in quota Idv sul territorio di Palese e Santo Spirito. Però, il problema di tre, cinque, o sei Municipi, apertosi sul decentramento, oltre ad aver scompaginatole fila della maggioranza al Comune, ha soprattutto riaperto la questione sulle rivendicazioni autonomistiche delle ex frazione che nel 2010 stavano per staccarsi da Bari, per diventare due nuovi Comuni a se. Una prospettiva mai abbandonata sul territorio, soprattutto a Palese e Santo Spirito, dove nel 2009 il referendum consultivo della Regione raccolse ben l’80% dei consensi favorevoli al distacco dal capoluogo ed alla costituzione del Comune autonomo. Infatti, nella nota a firma di Di Liso, Lomazzo e Guido, tra le varie ragioni di dissenso al progetto dell’amministrazione Emiliano sulla riforma del decentramento, si sottolinea che: “Così come stanno le cose, meglio abolire delle Circoscrizioni prive di funzioni e rilanciare i (ndr – vecchi) comitati di quartiere. Anzi – ribadiscono i tre esponenti locali firmatari della nota – se si vuole disegnare un futuro più coraggioso, meglio articolare il Comune capoluogo in più Comuni, come suggeriva la Spending Review, impegnandosi ad assicurare una ripartizione secondo caratteristiche, storia e identità socio-economiche, ambientali e territoriali”. E proseguendo nel ragionamento, chiariscono: “Da cittadini (ma anche da ex rappresentanti politici) attivamente impegnati a favore della democrazia partecipata e del buon governo del territorio è da tempo che proponiamo un’alternativa alle circoscrizioni e alle municipalità, in coerenza con la normativa vigente”. Alternativa che nella nota si concretizza con un appello al sindaco Emiliano ed a tutte le forze politiche comunali: “Riteniamo che a Bari senza indugi si debba riconoscere l’attuale fallimentare politica del decentramento e si debba prontamente indirizzare ogni sforzo, inserendosi nel dibattito pubblico per l’abolizione delle Province, all’elaborazione e approvazione dello statuto della Città Metropolitana, ai sensi dei commi 2bis e 3 bis dell’articolo 18 del testo coordinato del Decreto Legge del 6 luglio 2012 n. 95 e della Legge di conversione del 7 agosto 2012 n. 135, oltre che ad elaborare ed approvare una proposta di articolazione del territorio comunale in più Comuni, tra cui segnatamente quello di Palese-Santo Spirito, secondo le delimitazioni già previste dall’artico 2 del vigente Regolamento di decentramento amministrativo della Città di Bari”. Come dire, Palese e Santo Spirito è già una realtà a se, che con Bari comunque non centrerebbe sia che i futuri Municipi fossero tre o cinque. Una realtà che però la politica barese  non riesce, forse, ancora a percepire e che difficilmente potrà essere accettata da chi al Comune di Bari pensa al “potere” non come servizio ai cittadini, ma unicamente come fine a se stesso, per egoistiche finalità personali. E dove la volontà popolare conta solo quando deve assegnare poltrone, ma non di certo quando attesta bisogni e diritti dei cittadini. “Ed a Bari – sostengono ironicamente molti cittadini – in questi anni l’amministrazione Emiliano docet”. 

  

Giuseppe Palella


Pubblicato il 30 Aprile 2013

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