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Palese: partono i lavori per costruire ville sul villaggio neolitico

Palese: partono i lavori per costruire ville sul villaggio neolitico

Nulla da fare: ieri mattina puntuali alle sei del mattino a Palese si sono presentate le ruspe dell’impresa bitontina che ha acquistato il suolo dove sono cominciati i lavori di costruzione d’una diecina di villini. Cancellando così le vestigia di circa 8.500 anni di Storia, nel permanere del silenzio istituzionale e nella pressochè totale indifferenza degli abitanti, come hanno urlato anche ieri associazioni e semplici cittadini. Puntuali, infatti, anche ieri c’erano sul posto un manipolo di ambientalisti guidati dall’architetto Eugenio Lombardi che, come ripete lui stesso, da anni si sono battuti per evitare lo ‘scempio’, tentando fino all’ultimo di sensibilizzare, tempestandole di telefonate via cellulare, Istituzioni varie: enti, soprintendenze, polizie locali e magistratura in primis. Ma nessuno è intervenuto e, a parte alcuni poliziotti in borghese e qualche lampeggiante acceso, le ruspe hanno fatto irruzione all’alba –come detto – nello spazio debitamente recintato dove, sopra quell’antico villaggio neolitico, sorgerà coi regolari permessi e licenze rilasciati dal Comune di Bari, uno spazio residenziale. Eugenio Lombardi s’arrabbia e spiega<<Eravamo molti, ieri, ma non tanti quanto le reazioni dei giorni scorsi avevano fatto sperare. E purtroppo non c’era nessun rappresentante istituzionale, né tanto meno del Municipio o della Città Metropolitana. Eppure il confronto c’è stato, il microfono è stato messo a disposizione di tutti. E non sono mancati anche i risvolti critici. Tra chi, come spesso accade, fino ad oggi non ci aveva messo la faccia e giunge per affermare che non c’è stata capacità di organizzare la protesta e chi contesta la stessa come “troppo silenziosa”. E rivendica passati successi personali per aver fisicamente bloccato in area storica lavori di parcheggi interrati. In questi anni abbiamo avuto le Istituzioni assenti o contro, perchè la costruzione di quei famigerati villini era già stata decisa e a nulla sono serviti la denuncia alla Procura, la lettera al Presidente della Repubblica, decine di articoli di stampa e di servizi televisivi: ogni volta che ci siamo sentiti dire “vedremo, verificheremo, si potrebbe, stiamo esaminando…” è stata solo una presa in giro e ieri ce lo siamo detti in tutti i modi possibili. La proprietà del suolo era nelle mani di figure socialmente molto forti e questo –continua il professionista barese – con ogni probabilità ha condizionato da subito le decisioni: che ci fossero resti di 1.000, 10.000 o 100.000 anni fa e che distruggerli avrebbe significato far morire la speranza di una comunità, benchè assente o quantomeno non a conoscenza dell’importanza di quanto abbiamo provato a salvare, lì si doveva costruire. Poi, ci sono le vaghe promesse della Soprintendenza e dell’assessore di indagare, chissà quando, sul terreno confinante con la lottizzazione, dove forse potrebbe esserci la continuazione di quello straordinario pezzo di villaggio neolitico, così come si potrebbe scoprire che anche lì sotto non c’è più nulla: distruggere con certezza una incredibile scoperta e vagamente promettere di indagare, chissà quando, dove non c’è nessuna certezza di trovare qualcosa>>. Conclusione? Il Comitato promotore dell’Arcipelago Neolitico Metropolitano invita ancora una volta cittadini e Istituzioni a un altro presidio civico e democratico, dinanzi a un cancello di Palese risalente al 1930 che avrebbe potuto rappresentare l’accesso a una parco archeologico e al Museo Metropolitano della Civiltà Neolitica e non a un altro villaggio residenziale di cui nessuno – o quasi…- avvertiva il bisogno.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 28 Agosto 2018

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