Cronaca

Palese sacrificata sull’altare dello sviluppo

 Sul sito della Regione Piemonte, tempo addietro, si poteva leggere: Valutazione d’Impatto Ambientale(V.I.A.) del progetto di Revisione del Piano di Sviluppo Aeroportuale (Masterplan 2009-2015): è stato presentato il progetto preliminare per la fase di verifica della procedura di VIA ai sensi della l.r. 40/1998. La scadenza per le osservazioni del pubblico era il 18 ottobre 2011.Niente di straordinario, niente di anomalo, piuttosto dovrebbe essere una prassi adottata da ogni Regione d’Italia compresa la Puglia. E riguardare qualsiasi incremento dei voli, ergo una contestuale verifica delle ricadute ambientali, economiche e di rischio incidente aereo delle zone limitrofe e qui non ci sono dubbi , Palese è un quartiere a rischio sotto tutti punti di vista. In Gran Bretagna è implicito e metabolizzato da tempo un concetto fondamentale: “valutare e verificare gli impatti ambientali prevalenti  nell’intorno aeroportuale  generati da rumore aereo, dalle emissioni in atmosfera come  noise(rumore), air quality(qualità dell’aria) oltre a qualità del terreno dell’acqua, biodiversità ecc.Come viene attuata e quando viene attuata,  la procedura di VIA che dovrebbe consentire il potenziamento di uno scalo? E per l’aeroporto di Palese è stata attuata nei vari potenziamenti aeroportuali succedutisi nel tempo.Ma è poi possibile che uno scalo, almeno in Italia e quindi anche a Palese, debba poter crescere incessantemente senza che venga definita una sorta di limite? Di saturazione dei voli?Ed intanto  i cittadini residenti dell’intorno delle piste sono ancora in attesa del finanziamento delle opere di mitigazione, quali doppi vetri per scuole, ospedali, abitazioni ed impianti di climatizzazione. Ma anche per il vortex strike e le tegole volanti e le murature che si incrinano . Ma se la mappatura acustica dell’aeroporto di Palese, a cura della società aeroportuale, non è stata nemmeno abbozzata cosa possono sperare questi cittadini ?Nel piano nazionale degli aeroporti a cura del ministero dei trasporti e dell’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile)  riguardo alla tutela delle aree a rischio di impatto(Vedi Palese) è scritto : <<l’esigenza di salvaguardare l’esposizione al rischio nelle vicinanze delle infrastrutture aeroportuali, ha indotto l’Enac in ottemperanza alle previsioni normative ad imporre dei vincoli allo sviluppo del territorio limitrofo agli aeroporti, con riferimento alla densità edilizia e alle attività compatibili, al fine di mitigare le conseguenze di un eventuale incidente. Il rispetto delle disposizioni di cui all’art. 707 del Codice della Navigazione  delle norme di attuazione emanate dall’ENAC a tutela delle persone che risiedono o svolgono la propria attività nelle aree limitrofe agli aeroporti, è un passo fondamentale per assicurare i livelli di sicurezza attesi. Fermo restando quanto sopra affermato, è opportuno trasformare un vincolo necessario in un’opportunità di sviluppo che porti vantaggio al territorio, sia sul piano dell’impatto ambientale che sul piano delle iniziative economiche ed industriali che possono ricevere beneficio dalla presenza di infrastrutture aeroportuali.>>I Palesini chiedono  ad Emiliano, a Schittulli, a Vendola al candidato Sindaco Di Paola (per anni padre padrone dell’aeroporto) ma anche allo stesso prefetto di Bari  quali siano stati i vantaggi ambientali ed economici per loro, la risposta la danno loro stessi: niente di niente solo svantaggi, rumore ed inquinamento chimico fisico senza nessuna tutela, la stessa Lega Ambiente nei suoi rapporti periodici non fa mai riferimento a questo tipo di problema.I Palesini a questo punto orfani di qualsiasi associazione, partito o movimento politico  disposti a difendere concretamente i loro diritti di cittadini fanno un ulteriore appello senza distinzione di colore politico, di partito o di movimento. Prossimamente continueremo a scrivere delle magagne ed omissioni ed altri problemi riguardanti l’aeroporto di Bari-Palese. 

 Gaetano Macina

 


Pubblicato il 14 Novembre 2013

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