Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Agim Mato (II parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

Dopo il 1992, anno della caduta del regime socialista, Agim Mato riprende a pubblicare poesie e dà alle stampe “L’essenza delle parole”. Fonda una casa editrice, la “Milosao” ed inizia a pubblicare volumi di poesie anche di tanti autori. Nel frattempo si sviluppa una forte e stretta collaborazione con gruppi di intellettuali e poeti italiani. Pubblica “Fuori dall’eclisse”, “Immersione”, “Navigazioni”, “Polvere d’oro dell’eternità”, con i quali si fa conoscere dal grande pubblico sia in patria che all’estero. La poesia di Mato è complessa e variegata: in essa c’è l’oppressione della dittatura che gli tolse beni e possibilità di realizzarsi, c’è il mito antico nel quale il poeta è ancora avvolto, c’è la meditazione sull’esistenza. Il grande poeta albanese svolge, così, appieno la sua missione di interprete della memoria, arrivando a farsi inanimato e ispirato diaframma tra la realtà, la sofferenza e la poesia.

 

La penna ed il tarlo

 

Ogni volta  che mi sedevo a scrivere rodeva il mio  tavolo

un  tarlo. Grr….. grr…..,

Lavorava all’interno  quel  minatore  strano,

facendo a gara  con il  graffiare della  mia  penna

sulla  carta. Lo  vedevo  trarre alla superficie

i fini  trucioli  dopo

ore  intere di lavoro e mi  confondeva pensieri, tempo del

ritmo, fantasie.

Leggevo  a voce  alta  ciò  che  scrivevo.

Il  tarlo  si  fermava ed allora mi  atterriva

il suo  silenzio. Cos’era esso,

il sismografo dei miei sentimenti ?

La mia  coscienza  o il  mio censore?

Tornavo a scrivere e risentivo il suo grr…grr…l’intera

notte,  ogni volta

con  a fianco l’autocensura, il dubbio, l’incertezza.

 

Ce ne volle del tempo perché comprendessi la ragione per

cui  scavava dei  tunnel entro di me

quel  minatore  infaticabile di quegli anni giovanili,

ci volle del tempo per convincermi

che dovevo frenare  l’impeto  dei motivi e delle  verità

per salvare quei dati motivi, quelle verità

che ora  contiene  questo  libro.

 

Quei trucioli fini, gialli, quali polverine di farmacia erano

la dose

che prendevo regolarmente per calmare la febbre dell’

ispirazione.

Agim Mato, Santiquaranta, 2011

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 17 Maggio 2023

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