Pane e quotidiano con Alda Merini (IV parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Alda Merini fa ritorno a Milano nel 1986 e attraverso l’editore Vanni Scheiwiller pubblica Fogli bianchi e Testamento. La sua vita scorre finalmente serena in questi anni in cui compone libri come Delirio amoroso e Il tormento delle figure. Nel 1993 le viene assegnato il Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale per la poesia. La vita facile del 1996 le vale prima il Premio Viareggio, poi il Premio Elsa Morante. Molti dei suoi più celebri aforismi sono invece contenuti in La Volpe e il sipario e in Aforismi e magie, non scritti ma dettati spontaneamente ad altri.
Ascolta il passo breve delle cose
Ascolta il passo breve delle cose
-assai più breve delle tue finestre-
quel respiro che esce dal tuo sguardo
chiama un nome immediato: la tua donna.
È fatta di ombre e ciclamini,
ti chiede il tuo mistero
e tu non lo sai dare.
Con le mani
sfiori profili di una lunga serie di segni
che si chiamano rime.
Sotto, credi,
c’è presenza vera di foglie;
un incredibile cammino
che diventa una meta di coraggio.
(da “La volpe e il sipario” 1997)
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 25 Marzo 2022