Pane e quotidiano con Alda Merini (V parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Nonostante la notorietà, i premi e le frequentazioni televisive, Alda Merini versa in condizioni economiche difficili, ma grazie a Paolo Volponi, ottiene un vitalizio nel 1995. Affetta da un tumore alle ossa, la poetessa dei Navigli si spegne all’Ospedale San Paolo di Milano, nel novembre del 2009. Oggi sul portone della sua casa, in Ripa di Porta Ticinese 47, c’è una targa che la ricorda. Il suo mondo, fatto di vecchi oggetti, carte, macchina da scrivere, collane, rossetto, posaceneri pieni di sigarette senza filtro, numeri di telefono e appunti annotati sui muri (il Muro degli Angeli), è stato trasferito allo Spazio Alda Merini, in via Magolfa 32.
A tutti i giovani raccomando
A tutti i giovani raccomando:
aprite i libri con religione,
non guardateli superficialmente,
perché in essi è racchiuso
il coraggio dei nostri padri.
E richiudeteli con dignità
quando dovete occuparvi di altre cose.
Ma soprattutto amate i poeti.
Essi hanno vangato per voi la terra
per tanti anni, non per costruivi tombe,
o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi
come su dei grandi tappeti
e volare oltre questa triste realtà
quotidiana.
(da – La vita facile – Bompiani, 2001)
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 26 Marzo 2022