Pane e quotidiano con Alfonso Gatto (IV Parte)
Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Nel 1963, la sua vita è segnata dal profondo dolore per la scomparsa del terzo figlio. Nel 1964 pubblica il racconto ‘La partita di calcio n° 33’, che ebbe un buon successo di pubblico.Nel ‘69 esce ‘Rime di viaggio per la terra dipinta’, opera in cui le rime sono scritte e raffigurate come in acquarelli; in esse si respira la dimensione del gioco metrico-stilistico e dell’immaginazione.Tra i suoi numerosi volumi di poesia ricordiamo: ‘Isola’(1932), ‘Morto ai paesi’ (1937), ‘Il capo sulla neve’ (1949), ‘La forza degli occhi’ (1954), ‘Osteria flegrea’ (1962), ‘La storia delle vittime’ (1966), ‘Rime di viaggio per la terra dipinta’ (1969).In tutte le raccolte è onnipresente il motivo dell’amore, declinato in tutti i modi e percorso in ogni rotta e, anche se a tratti ha impostazione classica, ha sempre un forte valore fonico che si fa ammaliatore e misterioso.
Amore della vita
Io vedo i grandi alberi della sera
che innalzano i cieli dei boulevards,
le carrozze di Roma che alle tombe
dell’Appia antica portano la luna.
Tutto di noi gran tempo ebbe la morte.
Pure, lunga la via fu alla sera
di sguardi ad ogni casa, e oltre il cielo
alle luci sorgenti ai campanili
ai nomi azzurri delle insegne, il cuore
mai più risponderà?
Oh, tra i rami grondanti di case e cielo
il cielo dei boulevards
cielo chiaro di rondini!
O sera umana di noi raccolti
uomini stanchi uomini buoni,
il nostro dolce parlare
nel mondo senza paura.
Tornerà tornerà,
d’ un balzo il cuore desto
avrà parole?
Chiamerà le cose, le luci, i vivi?
I morti, i vinti, chi li desterà?
Da ‘Poesie’
Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
Pubblicato il 4 Marzo 2022